Mia figlia (3 anni e mezzo) ha detto la sua prima parolaccia. Sono preoccupata, che cosa devo fare? Esiste un modo per impedire che le dica?
Grazie!Nuccia G.
Cara Nuccia,
non si deve preoccupare: il comportamento di sua figlia è perfettamente normale e naturale. Secondo gli studiosi, mediamente i bambini da 2 a 6 anni d’età conoscono già 20 parolacce. E alcuni sono ben più precoci di sua figlia: si stima che i bambini da 0 a 2 anni ne conoscano 3 o 4. Non è un “segno di decadenza” dei nostri tempi: pensi che un antropologo inglese, Donald Thomson, 70 anni fa fu preso a male parole da un aborigeno australiano di soli 2 anni.
Perché, quindi, anche i piccini dicono le parolacce? Perché sono il linguaggio che usiamo per esprimere le emozioni più forti (rabbia, paura, sorpresa…). I bambini colgono subito i contenuti emotivi, e le parole che li esprimono: e con la loro istintiva spinta all’imitazione, le usano in modo pertinente per sfogare le emozioni.
Questa osservazione, però, porta a una conclusione inevitabile: dato che è impossibile eliminare le emozioni dalla nostra vita, è impossibile eliminare anche le parole che le esprimono. Molti genitori si sono accorti che punire o disapprovare i figli per l’uso delle parolacce è non solo inutile, ma controproducente: spesso i bambini usano le parolacce per attirare l’attenzione.
Come diceva l’antropologo Henri Lévi-Strauss, proibire qualcosa significa renderlo significativo. Lo sanno bene i censori: negli Usa, dove negli ultimi decenni sono fioriti miriadi di codici, semafori, avvisi e vari filtri elettronici per eliminare le parolacce in tv, le ciò nonostante parolacce sono aumentate in maniera esponenziale.
Che fare, dunque? La professoressa Marjorie Heins, del Centro Brennan per la giustizia (Università di legge di New York) suggerisce un cambiamento radicale di approccio: insegnare ai propri figli (quando il problema si presenta) che cosa sono le parolacce, che cosa significano, quando è accettabile usarle (per sfogarsi, per legittima difesa, al limite per scherzare bonariamente) e quando no (per mancare di rispetto). Di sicuro è un metodo educativo più impegnativo rispetto alla semplice censura, ma almeno è più realistico. Le parolacce, che si voglia o no, sono una componente ineliminabile dell’uomo: esistono da migliaia d’anni ed esisteranno sempre perché svolgono una funzione preziosa e insostituibile. Per questo, oltre a conoscerle, bisogna usarle con cautela e in modo appropriato.