Qualcosa si è mosso nell’editoria italiana e internazionale. Da quando (2006) è uscito “Parolacce”, sono usciti vari libri sull’argomento: un’ottima cosa, visto che, mentre scrivevo il mio libro, ho dovuto faticare non poco per trovare libri che trattassero l’argomento in modo serio, profondo e trasversale.
Ho deciso di parlare di questi nuovi libri in questo post, anche per agevolare i numerosi studenti universitari che mi hanno contattato chiedendomi consigli, spunti, indicazioni per le loro tesi di laurea sulle parolacce. Un argomento divertente, ricco di campi ancora da esplorare e mai banale.
Questo post è per loro, e, ovviamente, per tutti gli appassionati della materia.
A ogni libro ho dato un voto: *= evitabile; ** c’è qualcosa di valido, ***=merita una lettura, ****= da non perdere.
Questo post è in continuo aggiornamento: se siete interessati, leggetelo periodicamente (e se avete segnalazioni, sono benvenute).
Prima, però, una segnalazione importante: il prossimo dicembre (salvo imprevisti) uscirà il primo libro sulle parolacce scritto da un premio Nobel: Dario Fo. Si intitolerà “La scienza e cultura degli insulti e delle parolacce” (Guanda) e lo attendo con trepidazione. La Stampa (clicca qui) ne aveva data una corposa anticipazione un anno fa: inizialmente, infatti, la sua uscita era prevista a febbraio 2008, ma poi è stata rinviata.
Steven Pinker “Fatti di parole. La natura umana svelata dal linguaggio” (Mondadori, 2009)
Il professor Pinker è un autorevole psicolinguista statunitense. Il suo libro non parla solo di parolacce: a loro è dedicato un solo capitolo, il 7° (50 pagine). Che attinge alle stesse fonti del mio libro. Ma meritano una lettura: Pinker è un ricercatore acuto e profondo, e scrive con uno stile pungente, ironico e affascinante. Le sue considerazioni sono lucide: se volete averne un’idea, sono usciti due articoli sul settimanale inglese New Scientist e un suo articolo molto bello (“Tutti dicono f u c k you”) ripreso da Internazionale.Voto: ***
Liang Shiqiu “La nobile arte dell’insulto” (Einaudi, 2006)
E’ un libricino di un letterato cinese (vissuto il secolo scorso): un decalogo che dovrebbe tener presente chi si dedica all’insulto. Un libro di poche pagine (50) senza pretesa di essere un trattato. E con qualche regola da non dimenticare, come la n° 2: insultare solo chi è di rango poco superiore al nostro. “sarebbe da mentecatti” svverte l’autore “andarsi a ficcare in situazioni sconvenienti” come insultare i balordi (la loro reazione sarebbe violenta) e gli incolti (sarebbe una vigliaccata attaccarli). Oppure la n°6: più l’nsulto è ammantato di cortesia e forbitezza, più acquista vigore. Per chi vuole misurarsi con l’acutezza della sensibilità cinese, senza pretendere un trattato.
Voto: *
David M. Friedman “Storia del pene, da Adamo al Viagra” (Castelvecchi, 2007)
Libro geniale: scrive la storia dell’organo maschile, dai culti fallici degli egizi ai giorni nostri. Pieno di curiosità sorprendenti: l’affannosa ricerca del santo prepuzio di Gesù, gli studi di Leonardo da Vinci, il “pletismografo penile” (una sorta di macchina della verità collegata al …). Tante curiosità, una sola pecca: il libro non si occupa di linguistica. E’ un ottimo strumento per comprendere l’importanza simbolica, sociale, politica, religiosa, mentale, del fallo, ma trascura gli appellativi, che pure sono molto rivelatori. Peccato!
Voto: **
Robert Muchembled “L’orgasmo e l’occidente – Storia del piacere dal Rinascimento a oggi” (Raffaello Cortina, 2006)
Interessante operazione che copre, almeno in parte, un clamoroso vuoto editoriale sulla storia della sessualità. L’autore, uno storico prestigioso, passa in rassegna usi e costumi, con molti aneddoti divertenti. Come la storia del barone di Claude de Chouvigny, francese, che nel1643 rovinò la reputazione della regina Anna d’Austria, accusandola, con una poesia, di fornicare col suo primo ministro:
I coglioni di Mazarino,
uomo fine
non lavorano invano:
a ogni suo colpo
la corona si muove…
Chi avrebbe oggi l’ardire di osare tanto? Da leggere.
Voto: ***
Simon Blackburn “Lussuria” (Raffaello Cortina, 2006)
Un veloce viaggio – 160 pagine – nel concetto di sesso come peccato (anzi: vizio capitale). Nessuna pretesa di completezza, ma ci sono diversi aneddoti curiosi. Come i taoisti cinesi, che tra il 25 e il 220 d.C. proposero una teoria dell’immortalità ottenibile attraverso il sesso. Così l’imperatore Giallo ebbe relazioni sessuali con 1.200 donne, e il saggio Peng Tsu ha vissuto fino a tarda età grazie al sesso praticato con 10-20 ragazze ogni notte… beato lui!
Voto: *
Thomas W. Laqueur “Sesso solitario – Storia culturale della masturbazione” (Il Saggiatore, 2007)
Altro libro geniale e sorprendente: pochi immaginano che un argomento del genere potrebbe riempire – e con grandi curiosità e cultura – 444 pagine…Ma è sacrosanto che sia così: la masturbazione, come tutte le attività sessuali, è a pieno titolo cultura, e anche politica e religione, perché entra nel controllo delle nascite, delgi impulsi, e via discorrendo. Libro estremamente interessante, anche per chi studia linguistica: per esempio, si scopre che gli antichi greci usavano il verbo dephesthai “impastarsi” (riferimento al movimento di impastare il pane) per designare l’autoerotismo.
Voto: ***
Laurence Rosier, Petit traité de l’insulte (Éditions Labor & Espace de Libertés, 2006)
L’autrice è un’insigne linguista belga. Il libro è un agile trattato (101 pagine) sull’insulto: l’ho scoperto da poco, e non l’ho ancora letto. A naso, credo possa offrire una visione d’insieme e qualche spunto di riflessione interessante.
Hans G. Raeth “Die Kunst der Beleidigung” (Fackelträger, 2007)
Il titolo del libro significa “L’arte dell’insulto”: non sapendo il tedesco, tutto ciò che so di questo libro è quanto ne ha scritto “La Repubblica” qui.
Essendo un libro corposo (256 pagine) sarà senz’altro ricco di aneddoti e spunti: ma per me restano inaccessibili per la barriera linguistica. Quindi, al momento non posso aggiungere altro.
“100 poesie erotiche e proibite” a cura di Riccardo Reim (Coniglio editore, 2007)
È un’antologia di poesie che va da Rustico di Filippo (1200) ad Aldo Palazzeschi (1900). Gran parte di queste opere le trovate già citate nel mio libro, ma ci sono diverse “chicche” che meritano di essere lette. Come gli epitaffi di Anton Francesco Grazzini (1503-1584):
Epitaffio per un profittatore
Qui giace il cavalier del poppar pazzo
Che munse in vita i c a z z i fiorentini;
or n’è beffato in Ciel da’ cherubbini,
perché gli hanno un bel viso e non han c a z z o.
Voto: **
Gabriele Azzaro ; Michéle Cohen ; Elena Malavolti “Insulti e pregiudizi. Discriminazione etnica e turpiloquio in film, canzoni e giornali” (Aracne, 2007)
Film, canzoni e giornali sono uno specchio prezioso per analizzare l’uso del turpiloquio, in Italia e all’estero. Ed è proprio l’operazione che fa questo libro, un po’ settoriale ma serio, ben documentato e solido. Settoriale perché non dà un quadro completo sul turpiloquio (esamina per lo più gli insulti etnici, con qualche incursione più generale sul tema); ma prezioso perché dà un saggio efficace di come il cinema può essere un campo affascinante, ricco di dati e riflessioni. E pieno di problemi da risolvere, soprattutto di traduzione da una lingua all’altra.
Voto: ***
Romolo Giovanni Capuano “Turpia. Sociologia del turpiloquio e della bestemmia” (Costa & Nolan, 2007)
Questo è un libro imbarazzante. Pur essendo ricco di riflessioni e di aneddoti, è decisamente scorretto, almeno nei miei confronti: attinge a piene mani dal mio libro (dalle statistiche sulle parolacce in italiano, agli aneddoti su San Francesco, dalle citazioni di Rabelais alla neurologia del turpiloquio, etc etc etc) ma non ha l’onestà intellettuale di attribuirmene la paternità: invidia? Narcisismo? Chissà. In ogni caso, resta un libro scritto con uno stile noiosetto (impresa non facile, quando si parla di turpiloquio) e con alcune scelte teoriche incomprensibili: fa una distinzione tra turpiloquio e bestemmia (la bestemmia è una forma di turpiloquio), non cita – bastava copiarle dal mio libro! – ricerche fondamentali come quelle sulla cultura popolare di Michail Michailovic Bachtin e neppure quelle etologiche di Irenaus Eibl-Eibesfeldt… Lasciamo perdere.
Voto: non classificabile
Gian Luigi Beccaria “Per difesa e per amore. La lingua italiana oggi” (Garzanti, 2008).
Nel suo saggio sull’italiano di oggi, Beccaria, docente di storia della lingua italiana a Torino, dedica 3 paginette 3 al turpiloquio. Citando qualche esempio attuale, è una (già sentita) lamentazione sul fatto che “le parolacce oggi hanno gran corso” con la conclusione che “La parolaccia sembra una concitazione fastidiosa, oltre che triste, indice di disperazione e di soplitudine, incapacità di comunicare, una corsa verso l’annullamento di sè, un segno di sfiducia nei sentimenti, nei rapporti interpersonali”…
Voto: un’occasione mancata.
Maurice Daumas “Adulteri e cornuti: Storia della sessualità maschile tra Medioevo e Modernità” (Dedalo, 2008).
Perché l’uomo occidentale ha l’ossessione per le corna. Come nasce il mito del cornuto e come viene sviluppato nella letteratura medievale e rinascimentale. Un saggio eccellente, acuto, profondo e contro corrente. Ne trovate ampi stralci qui.
Voto: ****!!
Alessio Bona, “Il turpiloquio nei serial: approccio alla traduzione”.
“Parolacce” ha ispirato una tesi di laurea. A dicembre 2008, Alessio Bona, studente del corso di laurea interfacoltà in mediazione linguistica e culturale all’Università degli studi di Milano, ha discusso la tesi di laurea intitolata: “Il turpiloquio nei serial: approccio alla traduzione“. E’ uno studio che mette in luce l’importanza (e i problemi) di traduzione del turpiloquio nei serial televisivi: un aspetto tutt’altro che banale, visto che i serial contribuiscono a creare l’immaginario di intere generazioni, dando vita a valori culturali e gerghi. Alessio si è posto il problema di tradurre gli insulti nella serie televisiva spagnola Los hombres de Paco, che racconta la vita di 3 poliziotti e le loro relazioni personali. E’ un serial di grande successo in Spagna e forse sbarcherà in Italia.
Quella di Alessio Bona non è la prima sul tema: quando cercavo il materiale per il mio libro, sono venuto a sapere che esistevano 2 tesi di laurea – pionieristiche e coraggiose – discusse nell’anno 2002/03 alla facoltà di lingue dell’università di Bologna: una di Elena Malavolti (“Le espressioni linguistiche trasgressive. Insulti e imprecazioni in film italiani e inglesi. Analisi comparativa e riflessioni didattiche”) e una di Natascia Grassi (“La traduzione degli insulti nel doppiaggio di film americani”).
Onore al merito di questi studenti, che hanno affrontato un tema sicuramente appassionante ma molto difficile. Dianne Hales “La bella lingua” (Broadway books, 2009).
Dianne Halesè una giornalista-scrittrice di San Francisco, Usa, nota a livello internazionale e specializzata in temi di salute. Il suo ultimo libro è un’inchiesta, piena di passione e di amore, sulla lingua italiana, che lei ha appreso. Senza trascurare (cosa nient’affatto ovvia) le parolacce: a loro ha dedicato un intero capitolo, l’11°, dandomi l’onore di un’intervista e di lusinghiere citazioni che potete leggere qui. Il libro dà un’interessante, documentata (e divertente!) prospettiva di come gli stranieri percepiscono il nostro colorito modo di parlare.
Voto: *** (Grazie, Dianne!)Sabino Labia “Tumulti in aula. Il presidente sospende la seduta” (Aliberti, 2009).
«Comunisti! Bastardi!»… «Fascisti! Tornate nelle fogne!». Questo colorito “botta e risposta” è il primo (documentato) battibecco a suon di insulti del Parlamento italiano. Risale infatti al 3 dicembre 1947, nella seduta dell’Assemblea Costituente. Il giornalista Sabino Labia ha raccolto in un libro solidamente documentato (anche se volutamente privo di riferimenti teorici) 60 anni di risse in Parlamento. Labia ha raccolto, selezionato e riportato i resoconti stenografici delle sedute, illustrando le più roventi. Il risultato curioso, godibile, pieno di aneddoti che altrimenti sarebbero stati dimenticati.
Voto: ***
Purtroppo, invece, sono privi di ogni riferimento alle parolacce 2 altri, recenti studi sulla politica (GianPietro Mazzoleni-Anna Sfardini “Politica pop”, il Mulino, 2009 e Maria Antonietta Battista “Dal salotto al ring televisivo”, Rubettino 2009): mettono a nudo le strategie comunicative della politica di oggi, senza dedicare approfondimenti all’uso del linguaggio popolare… Una scelta (o una svista, o una censura, o uno snobismo…) incomprensibile.
Marzio Barbagli, GianPiero Dalla Zuanna, Franco Garelli “La sessualità degli italiani”, Il Mulino, 2010
Questo libro non parla di parolacce (ed è un peccato). Ma è una lettura obbligata per chi vuole mettere in relazione il linguaggio osceno con le abitudini sessuali degli italiani e i loro valori di riferimento in merito a sesso, verginità, masturbazione etc etc. Il libro, infatti, è una documentata e ponderosa analisi di un sondaggio su 7.349 persone, intervistate nel 2007. Il risultato? Il “rapporto Kinsey” all’italiana.
Voto: ***
Luciano Spadanuda “L’urlo del piacere. Antropologia dei gemiti d’amore”, Coniglio editore 2009
Diciamo subito che di antropologia (intesa come riferimento a testi scientifici di antropologia) è solo annunciata ma non ce n’è traccia in questo libero, che però è una raccolta divertita e divertente di brani letterari sul momento dell’orgasmo. Da De Sade a Leonardo Padura Fuentes.
Voto: **
“Elogio del turpiloquio” (a cura di Romolo Giovanni Capuano) Stampa alternativa 2010
Una piccola antologia che mescola i fioretti di San Francesco, Jonathan Swift, Laurence Sterne, e Victor Hugo…. Senza un vero filo conduttore: non tutti i testi sono poco noti, non tutti mostrano l’uso di parolacce, non c’è una scelta cronologica precisa. Interessante però uno scritto di Trotskij, in cui afferma che la classe operaia ha bisogno di una lingua sana, cioè senza parolacce.
Voto: *
“D’amore si vive. Racconti erotici da Boccaccio a D’Annunzio” (a cura di Guido Davico Bonino), Bur 2009
Un’antologia corposa che raccolgie novelle amorose di 65 scrittori italiani: dalla fine del 1200 ai primi del 1900. Inutile dire che i brani più divertenti sono quelli più antichi, che i lettori di “Parolacce” già conoscono per riassunto: qui possono leggere interi brani di Bracciolini, Aretino, Vignali & C.
Voto: **
“Parola di Eros. Erotismo e pornografia nella letteratura italiana dal Duecento al Novecento” (a cura di Riccardo Reim), Castelvecchi, 2010
Un’altra, corposa antologia di brani erotici. Che dimostra, ancora una volta, quanto feconda possa essere la ricerca sulle parolacce. Peccato che manchi una lettura critica del contesto storico, sociale e letterario, oltre che un inquadramento teorico solido sulla sessuologia e la linguistica…
Voto: **
Una locandina del "Vernacoliere", mensile satirico livornese.Che cosa c’entrano l’ultimo film di Tornatore,…
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Dario Fo e la copertina del suo ultimo libro.
Quando si parla di sesso, non esistono termini “neutri”….
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