Al lavoro è peggio non salutare i colleghi o tirar giù qualche parolaccia? Quante ne dicono gli inglesi ogni giorno? E ai nostri figli dà fastidio la volgarità nei videogames?
A questi ed altri interrogativi tentano di dare una risposta 3 sondaggi pubblicati recentemente. Affrontano temi intriganti, ma non sempre con la dovuta profondità. Meritano però di essere raccontati.
Il primo (e il più interessante) è stato commissionato da una multinazionale australiana di servizi per uffici, la Servcorp. Obiettivo della ricerca, valutare le differenze nell’etichetta (= regole di comportamento imolicite) sul lavoro in 5 diversi Paesi.Un tema molto affascinante, che mette a nudo le diverse sensibilità culturali da un Paese all’altro.
Il questionario è stato inviato a 700 uomini d’affari di Australia, Emirati Arabi Uniti, Cina, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, e ha analizzato 12 comportamenti, dai saluti alle parolacce. Ecco i risultati (valori in percentuale):
Comportamento | Media generale | Australia | Emirati Arabi | Cina | Giappone | Uk e Usa |
Dire parolacce | 79.2 | 76.6 | 79.10 | 69.70 | 87.00 | 100.00 |
Non salutare quando si arriva in ufficio | 76.8 | 78.7 | 76.50 | 66.70 | 87.00 | 87.50 |
Parlare ad ata voce in stanza | 66.1 | 56.7 | 66.00 | 90.90 | 76.80 | 62.50 |
Non offrire una bevanda agli ospiti (tè, caffè, acqua) | 50.8 | 53.2 | 50.80 | 48.50 | 37.70 | 62.50 |
Chiamare in vivavoce | 46.9 | 42.6 | 46.40 | 42.40 | 39.10 | 50.00 |
Prendere cancelleria senza permesso | 43 | 34.0 | 43.00 | 66.70 | 44.90 | 50.00 |
Fare telefonate personali al lavoro | 37.5 | 29.8 | 37.90 | 27.30 | 68.10 | 50.00 |
Usare smile e altri simboli nelle email | 29.4 | 26.2 | 29.40 | 24.20 | 42.00 | 25.00 |
Non offrire una bevanda a un collega quando se ne prende una | 24.7 | 31.2 | 25.00 | 24.20 | 13.00 | 25.00 |
Invitare amici in ufficio | 24.5 | 22.7 | 24.70 | 36.40 | 20.30 | 37.50 |
Chiedere dettagli sulla vita privata dei colleghi | 21.4 | 19.9 | 21.90 | 39.40 | 20.30 | 37.50 |
Rivolgersi al capo chiamandolo per nome | 8.3 | 2.8 | 8.20 | 18.20 | 13.00 | 0.00 |
La prima sorpresa, è che è più probabile avere un comportamento offensivo nei Paesi anglofoni (Uk e Usa), che – con Cina e Giappone – giudicano in maniera più severa molti dei comportamenti ipotizzati. Gli australiani risultano invece i più rilassati: si offendono meno facilmente.Il comportamento considerato più fastidioso in assoluto (per il 79,2% degli intervistati) è dire parolacce, molto peggio che non salutare quando si arriva al mattino (76,8%). In fatto di imprecazioni, i più intolleranti sono gli anglosassoni (le considera offensive il 100% degli intervistati), seguiti dai giapponesi;i più tolleranti, in questo campo, sono invece i cinesi (69,7%): per loro, è molto peggio parlare ad alta voce in stanza. Lo studio, però, non affronta un’importante distinzione: le parolacce di cui si parla, sono imprecazioni (sbottare in un “porca troia”) insulti (dire “stronzo” a un collega o a un cliente) o oscenità (parlare di sesso in modo sboccato, per esempio raccontando barzellette sconce)? Questi tre usi – che peraltro non sono gli unici possibili – sono molto diversi fra loro, e sono certo che anche in Gran Bretagna sarebbero giudicati in maniera molto diversa. Ma chi ha ideato il sondaggio non si è posto il problema.Peccato che l’indagine non abbia toccato l’Italia: secondo voi, qual è il comportamento più grave tra quelli citati? Personalmente, rispetto a dire parolacce (con le distinzioni di cui sopra, comunque) trovo più irrispettoso non salutare quando si arriva in ufficio, chiamare in vivavoce e parlare ad alta voce in stanza,. E voi?
Il secondo sondaggio, invece, è meno disinteressato: è in realtà una manovra pubblicitaria per supportare il lancio, in Gran Bretagna, di un prodotto dal nome rude: “Start ya, b a s t a r d”, ovvero: “Parti, b a s t a r d o”, un additivo per motori creato in Australia. Per sdoganare il marchio, dandogli un’aura intellettuale, l’agenzia pubblicitaria 10 Yetis ha intervistato 2.319 britannici sull’uso delle parolacce. Ecco i risultati:
1) ogni inglese dice in media 14 parolacce al giorno (questo vale per il 90% degli uomini e l’83% delle donne)
2) il 92% non si sente offeso dall’uso di parolacce fra adulti (con alcune differenze: per gli intervistati da 18 a 30 anni la percentuale sale al 94%, ma scende al 79% tra le persone di 50-60 anni)
3) il 78% delle persone dice parolacce senza particolari motivi, il 98% nei momenti di rabbia
4) le parolacce più usate (nella settimana precedente l’intervista) sono risultate: m e r d a (s h i t, 90%); f o t t e re, f a n c u l o (f u c k, 88%), b a s t a rd o (b a s t a r d, 86%), f i g a/c o g l i on e (twat, 83%), balle (b ol l o c ks, 81%).
Prevedibile conclusione dello studio: “I britannici accettano il turpiloquio come un dato di fatto nella vita quotidiana, considerandolo appropriato se usato fra adulti. Sono meno conservatori di quanto si pensa comunemente, e quindi sono più simili agli australiani” (…. Dove è nato quel prodotto per auto, casualmente). Insomma, la ricerca poteva essere interessante ma il “conflitto di interessi” ha lasciato l’analisi in superficie. Peccato!
Infine, l’ultimo sondaggio è stato realizzato da Telefono Azzurro ed Eurispes: è il 9° Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza.
I ricercatori hanno intervistato 2.812 bambini dai 7 agli 11 anni e 2.991 ragazzi dai 12 ai 19 anni in merito al loro rapporto coi media. Le parolacce emergono in particolare nel rapporto con i videogames: il 46,6% dei bambini più piccoli è poco o per nulla turbato se assiste a volgarità e parolacce, percentuale che sale al 62,7% negli adolescenti. Valori simili si registrano per quanto riguarda le scene di violenza o di sesso. Il tema è interessante, e porterebbe a concludere che i ragazzi hanno familarità con parolacce, sesso e violenza, al punto da aver alzato la loro soglia di tollerabilità. Ma è solo un’ipotesi: la ricerca non distingue fra i vari usi delle parolacce (per scherzo, per puro gusto della volgarità, per violenza becera…) e soprattutto non si capisce se questa (presunta) abitudine alle parolacce causi altri problemi o no. Purtroppo, infatti, molte ricerche su questo tema sono vanificate da preconcetti ideologici e da scarsi approfondimenti: se vi interessa una rassegna più completa, non posso che rimandarvi al mio libro, che passa in rassegna anni di studi.
Che dire allora? Ho preso una decisione: anche questo blog farà a breve un sondaggio sulle parolacce: divertente, ma serio. Quindi, spargete la voce e… restate sintonizzati: potrete dare il vostro contributo alla scienza!