«Gli eschimesi hanno 50 parole per nominare la neve». Suggestivo, ma falso: e da poco, peraltro, si è scoperto che lo scozzese ne ha 421… Ma vi siete mai chiesti quante parole abbiamo in Italia per denominare gli organi genitali e i rapporti sessuali?
Fate una stima: ottanta? Cento? Duecento parole? Fino a qualche giorno fa anch’io avevo solo un’idea vaga, perché – strano ma vero – nessuno ha mai fatto un calcolo preciso del nostro lessico sessuale. Perciò ho deciso di farlo io. E ho trovato un dato ancora più sorprendente di quello degli scozzesi: in italiano, le parole del sesso sono 3.163. Tremilacentosessantatre. Per avere un termine di paragone, quasi l’equivalente dei primi 4 canti della “Divina Commedia” (3.463 parole). Altro che neve!
Certo, i lessici della medicina e quello della giurisprudenza sono ancora più numerosi, ma sono pur sempre vocabolari specialistici: per impararli, occorre spendere anni di studio. Il lessico erotico, invece, è un patrimonio comune a tutti: non occorre una laurea per apprenderlo. Allora, i risultati di questo conteggio aprono nuove curiosità: perché tutta questa abbondanza di termini sul sesso? Che cosa ci rivelano, questi nomi, sul modo in cui viviamo e giudichiamo la sessualità?
Prima di rispondere, è doveroso raccontare con quale metodo ho fatto questo censimento. La fonte è stato il “Dizionario storico del lessico erotico” di Valter Boggione e Giovanni Casalegno (Tea/Utet). Un’opera che tiene conto di tutti, ma proprio tutti i termini sessuali usati in 8 secoli di letteratura italiana: dalle metafore alle allusioni, dai termini arcaici a quelli moderni, dagli eufemismi infantili ai termini scientifici, fino alle espressioni più volgari.
Una raccolta ricchissima: comprende anche gli appellativi usati verso gli omosessuali (finocchio, etc), che nella presente analisi non ho inserito perché incompleti: andrebbero uniti a quelli sulla morale sessuale (puttana) che però nel Dizionario non sono censiti. Così come i termini strettamente dialettali, cioè usati in una sola area geografica italiana (da bigolo a baggiuggiu fino a barbisa e spaccazza), e i nomi gergali del sesso (ancora non entrati nell’uso comune, come pipilone o ciuffo: a loro ho dedicato un post). Dunque, se aggiungessimo anche tutte queste categorie, il lessico sessuale italiano potrebbe arrivare a quota 4mila espressioni, forse anche di più: difficile dirlo con certezza, perché manca una raccolta così completa.
Stando sui dati certi, che non sono pochi, facciamo qualche approfondimento. Quale ambito ha stimolato maggiormente la fantasia linguistica? Gli atti sessuali (1.147 termini), come emerge da questi grafici che ho elaborato (clic per ingrandire):
Tornando alla prima domanda: perché tutta questa abbondanza? Per tre motivi, che ho trattato più analiticamente nel mio libro:
1) il sesso è fonte di piacere, ed è una delle pulsioni fondamentali dell’uomo. E’ una spinta verso la sopravvivenza, come per i Sami è fondamentale sapere che tipo di neve ci sia nell’ambiente, per potersi adattare… Inevitabile, quindi, che il sesso animi gran parte dei nostri pensieri e delle nostre emozioni.
2) Il sesso implica una serie di ansie. E’ un campo tanto intimo e delicato da essere un argomento tabù: bisogna parlarne con cautela. Infatti il sesso può comportare figli illegittimi, incesto, gelosia, adulterio, abbandono, faide, abusi su minori, stupro, sfruttamento, malattie… Ecco perché va “maneggiato con cura”, anche dal punto di vista linguistico. E questa censura genera, per contrasto, un accanimento verbale per tentare di nominare l’innominabile, alludere, parlare in codice.
3) il sesso è anche mistero, il mistero della vita, dell’energia vitale. E’ la spinta verso il futuro e l’eternità attraverso la riproduzione. Ecco perché in molte religioni il sesso è sacro: è considerato un modo per ricongiungersi al divino, e le rappresentazioni degli organi sessuali sono usati in riti propiziatori sulla fecondità (ancora oggi, le processioni con i ceri sostituiscono antichi simboli fallici). I nomi del sesso sono anche un tentativo di descriverlo, di dargli un’identità altrimenti sfuggente, attingendo ad altri campi della vita quotidiana (cibo, animali, oggetti….).
E veniamo ai nomi dei genitali. La loro abbondanza è diventata il tema di un esilarante monologo di Roberto Benigni:
E dire che l’antologia di Benigni è solo una piccola parte di questo vocabolario… Ma che cosa ci raccontano tutti questi termini? E quanti sono esattamente? Comprendendo tutti i termini della sfera genitale, abbiamo il quadro che potete vedere nei grafici qui sotto: 984 termini complessivi per la sfera sessuale maschile, 766 per quella femminile. Ho classificato a parte i 266 termini relativi ai glutei, perché possono essere una zona erogena sia maschile che femminile.
Limitandoci ai termini che designano il pene e la vagina, sono per 744 per il primo e 595 per la seconda. Qual è il motivo di questo primato linguistico? Un sintomo del maschilismo della nostra cultura, o semplicemente del fatto che i genitali maschili sono più evidenti e quindi più facili da descrivere? La questione resta aperta. Ma quali immagini usa la nostra lingua per descrivere i genitali? Vediamo…
SESSO MASCHILE
In italiano, il sesso maschile ha 2 record: è designato dal più alto numero di termini (se ne contano 744, escludendo i testicoli), ed è la parolaccia pronunciata più spesso, secondo la Banca dati dell’italiano parlato. Del resto, notava lo scrittore Italo Calvino, il termine cazzo ha un’espressività impareggiabile, non solo rispetto a tutti gli altri sinonimi, ma anche alle altre lingue europee. Tanto che, in italiano, è un vero jolly linguistico: può indicare stupidità, nullità e disvalore (cazzone, cazzata, cazzeggiare, minchione, minchiata, cappellata) ma anche il contrario, cioè potenza, abilità e valore (cazzuto). Serve a indicare ira e malumore (incazzarsi), noia e sconforto (scazzato); affari personali e problemi (cazzi miei), parte sensibile (rompere il c a z z o), approssimazione (a c a z z o).
Una ricchezza del genere si spiega non solo con la sua evidenza esterna. Ma soprattutto con il suo significato simbolico: tra le scimmie, nota l’etologo Irenäus Eibl-Eibesfeldt, la monta è un segno di dominanza, così l’erezione è usata come minaccia simbolica.
Ma com’è descritto il sesso maschile?
E’ visto per lo più come un oggetto (44%: per lo più di uso domestico, come bastone o manico, ma sono numerose le espressioni che attingono alla guerra, vista l’aggressività dell’atto sessuale: clava, mazza). Numerose anche le metafore tratte dal mondo animale (15%: anguilla, uccello, proboscide) e dalle personificazioni (7%: amico, bambino fino a Walter, il termine inventato da Luciana Littizzetto) a indicare il fatto che è un membro “vivo”, che muta forma e consistenza.
Rilevante la quantità di nomi ironici, grotteschi o iperbolici sulla potenza o la dimensione del sesso, ossessione di tutti i maschi: sberla, calippo, pitone, missile, obelisco, sei quinti, torre di Pisa, maritozzo, pendolino delle 9:07, sardeon, sciupavedove, sventrapapere, vermicione e … tronchetto della felicità.
Ecco il dettaglio:
CATEGORIE | Lemmi | Esempi |
Oggetti generici | 31 | Affare, arnese, malloppo, pacco |
Oggetti di uso domestico | 82 | Bastone, candelotto, cazzo, manico |
Agricoltura | 31 | Cavicchio, falce, pertica |
Tessitura, abbigliamento | 18 | Fuso, manganello |
Attrezzi da lavoro | 34 | Ferro, manovella, randello, mazza |
Armi e guerra | 45 | Asta, archibugio, clava, mazza |
Navigazione e pesca | 13 | Arpione, timone |
Strumenti musicali | 29 | Batacchio, bischero, piffero |
Religione | 6 | Cero, reliquia |
Monete e preziosi | 16 | Fiorino, quattrino |
Altri oggetti | 22 | Cric, menhir, pirla, scettro |
327 (44%) | ||
Luoghi | 10 (1%) | Lì, posto, San cresci |
Architettura, edilizia | 8 (1%) | Campanile, colonna |
Animali | 3 | Bestia |
Uccelli | 39 | Canarino, fringuello, pipistrello, uccello |
Pesci | 13 | Anguilla, pesce, cefalo |
Rettili | 11 | Aspide, biscia |
Equini | 12 | Asino, cavallo |
Animali da caccia | 4 | Bracco, cane |
Altri animali | 22 | Gatto, lepre, toro |
Parti di animali | 11 | Becco, pene, proboscide |
115 (15%) | ||
Piante | 23 | Banano, pino, ramo |
Frutti | 21 | Banana, melone, pannocchia |
verdure | 37 | Carota, cetriolo, fava, pisello |
Erbe e fiori | 12 | Bocciolo, giglio, papavero |
93 (13%) | ||
Parti del corpo umano | 28 (4%) | Braccio, gamba, naso, vena |
Cibi | 32 (4%) | Biscotto, maritozzo, salsiccia, babà |
Personificazioni | 53 (7%) | Amico, bambino, fra mazza |
Termini astratti | 42 (6%) | Natura, pudende, sesso |
Altre voci | 36 (5%) | Asso di bastoni, crescimmano, fallo, minchia |
TOTALE | 744 |
SESSO FEMMINILE
In molte lingue, è una delle parole più tabù: guai a nominarla. Come dimostra lo scandalo suscitato dallo spettacolo “I monologhi della vagina” della scrittrice Eve Ensler. E un sondaggio del 2004: il 73% delle donne Usa lo ritiene un argomento scioccante.
Ma perché il sesso femminile è più tabù di quello maschile? Stephen Pinker, psicologo della Harvard University (Usa) fa un’ipotesi: prima dell’avvento di assorbenti, carta igienica, bagni regolari e antimicotici, il sesso femminile evocava il rischio di contrarre malattie.
Le parole che designano il sesso femminile – in italiano sono 595, tra metafore e volgarità – manifestano anche lo sgomento e l’ammirazione di fronte a un sesso nascosto, misterioso, che racchiude il segreto della vita. Non a caso alcuni dei termini per designarla (grotta, scrigno, bosco) evocano questo aspetto.
Ma anche una visione maschilista, ha notato il premio Nobel Dario Fo in un saggio recente che ho presentato tempo fa: i termini spregiativi come fesso (da fessa, vulva), sorca (ratto), patacca (moneta di scarso valore) testimoniano la misoginia della Chiesa cattolica.
E come è descritto il sesso femminile?
I nomi mettono in rilievo la recettività e passività dell’organo femminile (designato nel 33% dei casi con oggetti, per lo più domestici), e lo qualificano come un elemento fisso: sostanzialmente, un luogo (23%). Poche, rispetto al sesso maschile, le personificazioni (bernarda, lei, sorella, Filippa, siora Luigia o Jolanda, creato sempre dalla Littizzetto) vista la sua “fissità”. Non mancano appellativi ironici, che manifestano il timore di malattie o di “rimanere invischiati” in un rapporto (trappola, tagliola), ma sono più numerosi quelli poetici (rosa) o affettuosi (paradiso, tesoro), con una venatura di mistero (grotta, scrigno).
Ecco il dettaglio:
CATEGORIE | Lemmi | Esempi |
Oggetti generici | 16 | Cosa, mercanzia, essa |
Oggetti domestici | 49 | Borsa, padella, pentola, potta, scodella |
Agricoltura | 11 | Botte, sacco |
Tessitura, abbigliamento | 24 | Ciabatta, pelliccia, tasca |
Altri attrezzi | 15 | Gabbia, sfiatatoio, ventosa |
Armi e guerra | 14 | Guaina, vagina, vulva |
Caccia e pesca | 10 | Rete, tagliola, trappola |
Barche | 5 | Barca, vela, gondola |
Strumenti musicali | 17 | Chitarra, piva, zampogna |
Religione | 6 | Altare, reliquie |
Monete | 5 | Patacca |
Altri oggetti | 24 | Gioia, tesoro |
196 (33%) | ||
Luoghi | 148 (23%) | Posto, varco, abisso, buco, fessa, bosco, caverna, valle, palude, giardino, tana |
Architettura | 63 (11%) | Casa, capanna, solaio, porta, canale |
Animali | 25 (4%) | Lumaca, passera, vongola |
Vegetali | 13 | Lattuga, pucchiacca, |
Fiori | 6 | Fiore, rosa, giglio |
Alberi | 13 | Fico, pero, noce |
Frutta e verdura | 13 | Fica, fragola, oliva, prugna |
45 (8%) | ||
Parti anatomiche | 28 | Bocca, coscia, grembo |
ferite | 3 | Piaga |
31 (6%) | ||
Cibi | 23 (4%) | Brodosa, frittella, lasagna, gnocca |
Personificazioni | 13 (2%) | Bernarda, filippa |
Termini astratti | 60 (10%) | Centro, natura, pelosa |
TOTALE | 595 |
Diversi di questi termini sessuali, sia maschili che femminili, sono molto antichi: ecco perché già quasi 2 secoli fa aveva già celebrato questa ricchezza linguistica il poeta romano Gioacchino Belli (1791-1863) con 2 sonetti straordinari che qui meritano di essere ricordati:
Er padre de li Santi Er cazzo se pò ddí rradica, uscello, ciscio, nerbo, tortore, pennarolo, pezzo-de-carne, manico, scetrolo, asperge, cucuzzola e stennarello.Cavicchio, canaletto e cchiavistello, er gionco, er guercio, er mio, nerchia, pirolo, attaccapanni, moccolo, bbruggnolo, inguilla, torciorecchio, e mmanganello. Zeppa e bbatocco, cavola e tturaccio, e mmaritozzo, e ccannella, e ppipino, e ssalame, e ssarciccia, e ssanguinaccio.Poi scafa, canocchiale, arma, bbambino: poi torzo, crescimmano, catenaccio, mànnola, e mmi’-fratello-piccinino.E tte lascio perzino ch’er mi’ dottore lo chiama cotale, fallo, asta, verga, e mmembro naturale.Cuer vecchio de spezziale disce Priàpo; e la su’ mojje pene, seggno per dio che nun je torna bbene. |
La madre de le Sante Chi vvò cchiede la monna a Ccaterina, pe ffasse intenne da la ggente dotta je toccherebbe a ddí vvurva, vaccina, e ddà ggiú co la cunna e cco la pottaMa nnoantri fijjacci de miggnotta Dìmo scella, patacca, passerina, fessa, spacco, fissura, bbuscia, grotta, fregna, fica, sciavatta, chitarrina, sorca, vaschetta, fodero, frittella, ciscia, sporta, perucca, varpelosa, chiavica, gattarola, finestrella,fischiarola, quer-fatto, quela-cosa, urinale, fracoscio, ciumachella, la-gabbia-der-pipino, e la-bbrodosa.E ssi vvòi la scimosa, chi la chiama vergogna, e cchi nnatura, chi cciufèca, tajjola, e ssepportura. |
In conclusione, resta solo un quesito aperto: tutta questa ricchezza linguistica è tipica solo dell’italiano? Certamente no. Anche in inglese, in francese, in spagnolo c’è una grande quantità di termini e metafore sessuali. Ma che io sappia manca ancora un censimento rigoroso: quando ci sarà, vedremo chi ce l’ha più lungo (l’elenco!).Hanno parlato di questo post:
Qualche anno fa ho dedicato un tautogramma (per chi non è familiare con l”enigmistica, si tratta di un componimento formato di parole che iniziano tutte con la stessa lettera) sia alla Patata sia al Pisello. Ho avuto anche l”onore di una parziale -per evidneti ragioni- pubblicazione sul Venerdì di Repubblica…
Pensando possa interessare, li invio.
“Parliamone, Pourquoi Pas?” Productions proudly presents…….
“Passera”
Proverbio: possiede più propulsione pelo passera piucché paio poderosi palafreni. Poniamoci pertanto parlarne. Perdonerete pazientemente parolacce, premetto “pardon”!
Piccoline, possediamo patatina priva pelo, poi pervenute pubertà, piumosa peluria pubica presentasi prepotentemente, parallelamente prime perdite pannolino, presagendo possibilità partorire (pertanto, pulzelle, prevedendo perdere presto pulzellaggio, pensate prima parare pericolo preparando preferenze, poniamo, pillola, profilattico, periodo poco propizio, poiché primi pruriti portano purtroppo parecchie pupe passionali però poco previdenti, pancioni prematuramente pregni! Pensate prima, perché piangere poi??)
Partorendo, passerina partesi penosamente per permettere passaggio pupo, (possibile patisca pure parecchi punti) però presto presentasi paragonabile prima, piccina, polposa.
Provati – possibilmente- parecchi piselli, passerine poi pian pianino placansi, particolarmente post-produzione pargoli, provate per patemi parentali. (passerine pudicamente pie placansi pure prima, poverette.)
Pare popolare, potta? Piace, piace parecchio (parentesi: pederasti provano però poco piacere perlustrando passere, poiché paiono piaghe: preferiscono piuttosto provare profondità podice… perbacco, padronissimi.) piace perché produce pensieri peccaminosi presso pedicellosi pischelli, permettendo pomeridiane polluzioni, piace parecchi parroci, preti, prevosti (poi pentendosi pensano peccato provare piacere . perché??). Perfino pallidi patetici pensionati provano propensione per pube, pur patendo periodica perdita potenza (però possono provare palliativa panacea, provvidenziali pillole!)
Permane purtroppo paleolitica professione prevedente pagamento pecuniario potta, parliamo prostituzione. Parecchie professioniste pacchianamente paludate procuransi parsimoniosa pagnotta piantonando pire pneumatici, partecipando party particolari, passeggiando presso parcheggi, popolando periferiche pensioncine poco pulite (pigliando piattole, patendo pietose paure, pericoli pazzeschi, pruriti placabili ponendo pomate, “papà-perfetti” penosamente porconi, percosse papponi, poco patrocinate polizia, poverine) . Prostituzione prosperava presso popoli pagani, prosperava presso pudibondi padri pellegrini, prospera palesemente periodo presente presso Pechino, Paraguay, Pavia, Pensacola,. passerà? Penso poco probabile, peccato.
Puntualmente propongo proverbio: Possedete passera? Possedete patrimonio! (patrizie parimenti plebee, passera per plutocrazia pareggia potta per popolino)
Parlavamo passera: parecchi pensano paperina più piacente pelosa, parecchi preferiscono pelata (probabilmente più pulita.), persino pitturata, porcaccioni preferiscono puzzolente, puritani preferiscono profumata: pareri personali!
Pervenute pensione, passerina prosciugasi parecchio, perdite passano, permettendo però parimenti proseguimento paragrafo pulsioni, puranche prive pericoli procreazione. paradisiaco!
Popolo, parliamo politica? Perché parlamento presenta pochissime portatrici passera??? Paese propone poca parità. Prendiamo posizione, proponiamoci portare più “politichesse” posti potere! Partiti, provvedete presto, prego!
Presentazione paesaggio panoramico: passerina presenta pianoro pelliccioso, poi parecchie pieghine piccine, piccolo pistillo (partners pasticcioni, premete piano, piantatela pinzare, porca paletta!!), pieghine più paffute paragonabili palpebre pesanti, pertugio pipì, palpitante pertugio previsto per parto, poi passaggio posteriore. Paragonerei piacevole piazzola per pimpanti picnic!
Palpando pudenda, preso piacevolissima pigrizia, poco penserai pervenire potere, poco penserai picchiare prossimo, pertanto passate parola, plaudiamo passera pacifista!
Il Pisello
Pubblico pagante! Pronuncerò panegirico pene per parole partenti per Pi. Poniamoci pensare pisello, parte portante pudenda.
Popoli pagani poco preoccupavansi portare pantaloni. Pan, Poseidone, Priapo, possedevano peni possenti, prendevano parte party poco pudichi. Popolo parimenti portavasi. Poi però prendono piede parole Papa, paladino probità pudore: “ponetevi pesanti pantaloni, porci! Proibisconsi pudenda palesi!”. Poco propenso portare piselli penzolanti, popolo pecorone provvedesi presto parecchi parapalle.
Provvidenziali pantaloni presuppongono possibilità poter parlare proprio pistolotto paragonandolo pitone, popone, pennacchio possente, pendaglio prezioso… poiché priva possibilità provarlo.
Primo piano pene: produttore prole, prolifico pisciatore, portatore profondo piacere (per potte pelose, per polposi posteriori, per piacevoli pompini, per passatempo propedeutico pippe).
Piccoli, prepuberi, possediamo penoso pivellino poco plausibile. Poi, preadolescenti, principale passatempo palparci, pensiamo presuntuosamente possedere prodigioso pennello. Poi però, paragonandoci, prendiamo pensieri più parchi. Prendeci poi predacità possedere pure pulzelle, però, poveri pirla, piucchè puttane….
Pervenuti pensionamento, permangono poche pallottole: poco pagare pecunia per prostitute, pacificate passioni perverse, pisello purtroppo penzolante, poco proteso, presi paranoia penultimi pavoneggiamenti, proviamo periodicamente persuadere procaci pulzelle pettorute però purtroppo, più parliamo, più provano pena… peccato!!!
Parlando parlando, piacevole pubblico, proporrei per protagonista presente pièce, Periclito Professor Pene, premio portentoso: principesca piramide pietre preziose per proclamarlo pubblicamente Principe Prepuziorum, portatore prole, pace, piacere passionale, pensieri porcelli.
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Quanti nomi ha il pene?
Ecco la lista completa:
Lista dei nomi del pene
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Articolo ben fatto e divertente, ma anche sconcertante …
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Effettivamente i nomi utilizzati sono molti ma la sostanza è la stessa 😉 io personalmente mi ispiro alla frutta!
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nei nomi del sesso maschile ne manca ancora uno almeno per quanto riguarda la zona di mia provenienza ( basso veronese) il none é “SBATISGUAZZA” dove sbati ” sbattere” sta per toccare con una certa forza e SGUAZZA (rugiada)sta a terra accollata alle piante del terreno.
il significato del tutto è che il pene è talmente lungo da toccare terra appunto sbattendo l”erba del terreno che lascierà cadere la rugiada.
un commento???? ebbene credo che tutte le cose dal regno animale alla flora ed all”universo siano importanti e Voi li state mettendo in evidenza con una professionalità tale da non dare spazio ad alcuno.
Continuate così
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Ciao girovagando sono finita su questa pagina è molto simpatica e, visto l”argomento, hai trattato il tutto in modo eccelso. Volevo farti i miei complimenti. Caso mai un giorno se nel mio blog toccherò questa parte ti cito perché è redatto con tutti i sacri crismi, in più risulta simpatica la lettura. COMPLIMENTI. ora lo salvo nei preferiti, se no poi chissà quando mai lo ritrovo!
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Fantastico articolo e fantastici anche i tuttogrammi di Florasol!
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Sono rimasto impallidito dalla miriade di termini fino ad oggi a me ignoti con i quali si possono chiamare gli organi genitali femminili e maschili. E poi il grande Benigni ma chi se lo scorda !
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Mi torna in mente lo spettacolo di Benigni a Prato nella piazza principale. Bellissimo andate ad ascoltarlo
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Un articolo utile e molto divertente 🙂
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Un articolo davvero fantastico. complimenti
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Questa pagina e molto simpatica e davvero divertente
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Complimenti per l’articolo, molto divertente 😉
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Complimenti per l’articolo
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