Ha vinto solo una statuetta (per la migliore attrice non protagonista). Ma il film “The help” di Tate Taylor può consolarsi: l’Oscar 2012 della parolaccia è suo. L’ha scoperto il sito statunitense Dhreck.com, che ha fatto un lavoro strepitoso: ha esaminato i 9 film arrivati alla nomination per la miglior pellicola, e ha individuato tutte le frasi che contenevano insulti, imprecazioni, maledizioni. Ha contato tutte le parolacce, le ha isolate e le ha montate in un video unico. Un lavoraccio, con un risultato notevole: un divertente filmato che potete vedere qui sotto, una classifica (che pubblico fra qualche riga), e qualche riflessione…
Partiamo dal filmato (in inglese): fa una certa impressione vedere un concentrato di 452 parolacce in poco meno di 8 minuti…
Ma vediamo la classifica dei 9 film più volgari (in ordine decrescente) che sono arrivati alla nomination per la miglior pellicola all’Oscar 2012:
Film (e Oscar* ricevuti) | Genere e durata (in minuti) | Parolacce
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Frequenza (parolacce al minuto) |
The Help – 1*
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Commedia drammatica (146’) | 106 | 0.72
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Paradiso amaro (The Descendants) | Commedia drammatica (115’) | 103 | 0.90
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Midnight in Paris – 1* | Commedia, romantico, fantastico (94’) | 58 | 0.61
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Hugo Cabret (Hugo) – 5* | Avventura, fantasy, drammatico (126’)
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46 | 0.37
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L’arte di vincere (Moneyball) | Drammatico, biografico, sportivo (133’)
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44 | 0.38
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War Horse | Drammatico, guerra, storico (146’)
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43 | 0.29
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Molto forte, incredibilmente vicino (Extremely Loud and Incredible Close) | Drammatico (129’) | 31 | 0.24
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The Tree of Life | Drammatico (139’) | 12 | 0.086 |
The Artist – 5* | Drammatico, commedia, romantico (100’)
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9 | 0.09 |
Dunque, un totale di 452 parolacce, con una media di 50,2 per film e una frequenza media di 0,41 al minuto per i 9 film finalisti. Tante? Poche?
Prima di rispondere, un dato sorprendente su tutti: la presenza di parolacce perfino in un film muto (“The artist“, il vincitore dell’Oscar per il miglior film). E non per errore: a parte le parolacce contenute nelle didascalie (i testi filmati fra una scena e l’altra, con le battute degli attori), l’estensore della classifica ha conteggiato – giustamente – anche i gestacci, in particolare il dito medio. E non solo per “The artist”, ma anche per altri film, come “Paradiso amaro”.
Dunque, la presenza di parolacce non è di per sè un ostacolo ad ambire a un Oscar: è così dai tempi di “Via col vento” (1939) che fece il pieno di statuette (8) pur contenendo alcune espressioni forti (per l’epoca), tanto da essere stato multato dall’Associazione dei produttori cinematografici Usa. Segno dei tempi, dunque, se tutti i film che sono arrivati alla nomination quest’anno contengono parolacce: e non poteva essere diversamente, dato che ormai da decenni le espressioni forti hanno fatto irruzione nel cinema, come nella tv e nella vita. Anche se la giuria sembra aver premiato dialoghi “puliti”. Ma sarebbe riduttivo fare l’equazione: più parolacce = meno Oscar. Ciò che conta, almeno si spera, è il valore artistico dei film in concorso: e le parolacce sono al servizio dei contenuti. Se servono a esprimere un determinato genere di emozioni (o di caratteri psicologici) sono pertinenti ed efficaci; altrimenti, esprimono solo… il vuoto di idee degli autori.
E ora qualche riflessione sul metodo usato da Dhreck. L’autore (un newyorkese di nome Dirk) ha identificato le parolacce basandosi non sugli studi linguistici, ma sulla propria sensibilità personale: non è un criterio sbagliato, ma può essere fallibile, in eccesso o in difetto. Ma Dirk ne è consapevole: egli stesso precisa, giustamente, che alcune scene, pur prive di termini tabù, risultano molto forti. Per esempio, nell’”Albero della vita” ci sono diverse scene in cui Brad Pitt si infuria, ottenendo un alto impatto emotivo pur senza dire molte parolacce.
Altra precisazione: il peso specifico delle parolacce, la loro “virulenza”. Sia “L’arte di vincere” che “Hugo Cabret” hanno più o meno lo stesso numero di parolacce (44 e 46), ma con intensità diverse: il primo ha parolacce più pesanti, più volgari e moderne, mentre il secondo (diretto a un pubblico di bambini) ha parolacce più innocenti e anche creative. Discorso diverso per “Paradiso amaro”, che per la sua trama drammatica non poteva non contenere parolacce ad alta intensità: è la storia di Matt King, marito indifferente e padre assente, che deve rimettere in discussione la sua vita quando la moglie entra in coma irreversibile per un incidente. Deve ricucire i rapporti con le figlie, e alla fine scopre che la moglie lo tradiva…
Ma c’è una novità: stimolato dalle mie osservazioni, Dirk ha aggiornato la classifica con una scrematura più rigorosa, eliminando le espressioni spregiative fantasiose e limitando l’analisi alle parolacce in senso stretto. Ecco come cambia la classifica:
Film | Parolacce in senso lato | Parolacce in senso stretto |
Paradiso amaro | 103 | 79 |
The Help | 106 | 30 |
L’arte di vincere | 44 | 22 |
Molto forte, incredibilmente vicino | 31 | 11 |
War Horse | 43 | 11 |
Midnight in Paris | 58 | 8 |
The Artist | 9 | 2 |
The tree of Life | 12 | 1 |
Hugo Cabret | 46 | 0 |
Totale | 452 | 164 |
Media | 50,2 | 18,2 |
Non solo. Su mia richiesta, Dirk ha anche censito le parolacce più frequenti nei film, ottenendo una classifica piuttosto interessante (la versione integrale qui):
Parolacce | Quantità (% sul totale) |
Shit (merda e composti) | 28 (17%) |
Fuck (fottere e composti) | 27 (16,45%) |
Damn (dannazione) | 15 (9,1%) |
Hell (inferno) | 15 (9,1%) |
Twat (figa/idiota) | 15 (9,1%) |
Nigger (negro) | 8 (4,9%) |
Ass (culo/stronzo/idiota) | 7 (4,3%) |
Christ (Cristo) | 6 (3,7%) |
Retard (ritardato) | 6 (3,7%) |
Bitch (puttana e composti) | 5 (3%) |
Dunque, prevalgono le parolacce classiche (shit e fuck), alcune retrò (damn, hell), ma non mancano espressioni molti forti (twat): in questo senso, “Paradiso amaro” è il film non solo a più alto tasso di parolacce, ma anche con la maggior presenza di espressioni forti.
Concludendo: le 106 parolacce di “The help” (o le 79, in senso stretto, di “Paradiso amaro”) sono tante o poche? Non sono certo un record: stando sui film candidati all’Oscar, “Crash” (2006) ne aveva 182. Se poi allarghiamo le statistiche anche ai film non candidati all’Oscar, trovate la classifica assoluta dei film più volgari della storia in questa pagina.
Se poi siete curiosi di sapere:
• quali sono state le prime parolacce nella storia del cinema (mondiale e italiano);• la parolaccia più lunga della storia del cinema;• la più originale; • le parolacce censurate;• le parolacce di Totò;• le bestemmie nei film;• gli studi sulle parolacce nella storia del cinema; • le regole (italiane e anglosassoni) sulla classificazione dei film volgari…… e molto altro ancora, trovate tutto sul mio libro.