In tempi di magra, tutto fa brodo. Con questo spirito, forse, potremmo essere orgogliosi di un primato che la Cnn ci ha attribuito oggi: quello di essere la nazione che impreca con più maestria al mondo. In un articolo, l’emittente più famosa sostiene che le nostre parolacce abbiano una forza espressiva impareggiabile, capace di trasformare gli insulti in un’arma micidiale. Le nostre parolacce sono, a detta dei giornalisti statunitensi, “ritmiche, hanno stacchi e legature quasi operistiche che fondono le sillabe come un martello su una chitarra, trasformando le imprecazioni in una performance artistica”, con un effetto che è insieme drammatico, rabbioso e comico. “Alimentate dalla caratteristica passione del popolo italiano, i risultati stordiscono, intimidiscono e perfino affascinano i loro destinatari”.
Dovremmo essere orgogliosi di questo primato? Non molto, visto che le parolacce sono inserite in un elenco di “eccellenze” che – sempre secondo la Cnn – comprende l’adulazione, i bagni termali, le spiagge, i governi che durano poco, i vulcani, i dolci, le grotte naturali, le auto sportive e le crociere sui fiumi… Insomma, i soliti cliché.
Limitandomi alle parolacce, comunque, non sono del tutto d’accordo su questo giudizio, anche a costo di passare per poco patriottico. Anche se è vero che le nostre parolacce affascinano gli stranieri, il primato dell’efficacia sonora, in realtà, andrebbe condiviso – per onestà intellettuale – con le altre lingue latine: francese, spagnolo, portoghese. Tutte lingue accomunate da un nutrito arsenale di parolacce, da un elevato tasso di passionalità, espressività e fantasia.
Tanto più che il giudizio sull’efficacia sonora di una parola è così soggettivo che non è possibile identificare criteri incontestabili e validi per tutti.
Volete un esempio? Ascoltate questa rassegna dei 100 nomi del sesso femminile in portoghese, segnalato dalla collega brasiliana Tríssia Ordovás Sartori: una vera delizia per le orecchie, non pensate?