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L’origine della parola “terrone”. Una volta per tutte

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Antonio Albanese nei panni di Cetto Laqualunque: l’emblema del meridionale approfittatore e corrotto.

Da dove arriva la parola terrone? Un lettore di questo sito mi spinge a tornare sull’argomento. Perché ripropone un pregiudizio duro a morire: ovvero, che terrone abbia a che fare coi terremoti. Niente di grave: in questo errore sono caduti fior di linguisti. Ma ora cercheremo di mettere un punto fermo in questa faccenda. Partiamo dalla mail del lettore, Fabrizio Furiosi: “Sono di famiglia milanese. Mio nonno (nato nel 1891) spiegava che la parola derivava da terra ballerina: i primi immigrati, specialmente pugliesi, arrivavano dal meridione, riconosciuto storicamente come la terra dei terremoti. Tanto che i meridionali venivano apostrofati con «Uè! tera balerina!»”…
E’ davvero questa l’origine dell’epiteto? Intanto, si nota subito un errore nella ricostruzione: gran parte dei terremoti più violenti d’Italia sono avvenuti in Sicilia, Calabria, Abruzzo e Basilicata ma non in Puglia. E proprio da Sicilia e Calabria (non dalla Puglia) sono arrivati gran parte degli immigrati al Nord. Ma la questione di fondo è un’altra: chi prenderebbe in giro qualcuno perché nella sua terra c’è stato un sisma? In Italia ci sono molti immigrati cileni, ma non ho mai sentito nessuno prenderli in giro per i loro frequenti, oltre che violenti terremoti. Avete mai sentito qualcuno insultare un altro per le catastrofi naturali che ha subìto? “Ehi, terra franosa! Ehi, alluvionato!!”.

La ricostruzione è irreale, non regge. Eppure, ci sono caduti fiori di linguisti: il “Dizionario moderno” (1908) di Alfredo Panzini, curato da Bruno Migliorini riconduce terrone a una fusione fra terr(emoto) e (meridi)one. Forse perché le frasi citate dal lettore Furiosi sono esistite davvero: ma erano un modo – diciamo così – bonario di alleggerire un insulto che ha in realtà una forte carica spregiativaLa parola terrone non ha nulla a che vedere coi terremoti: dalla fine degli anni ’70 i linguisti (come Ruggero Stefanini) hanno abbandonato questa ipotesi, e anche le altre che circolavano fino a quel momento: “mangiatore di terra”, “del colore della terra”. Anche il Dizionario etimologico della lingua tialiana della Zanichelli lo ribadisce: “il riconoscimento in terrone di ‘legato alla terra‘ sembra il più ovvio e accettabile”.
Una delle prime apparizioni del termine risale infatti al 1600, in un documento scritto dall’erudito fiorentino Antonio Magliabechi: «Quattro settimane sono scrissi a Vostra Signoria illustrissima e l’informai del brutto tiro che ci fanno questi signori teroni di volerci scacciare dal partito delle galere, contro ogni equità e giustizia». Qui teroni sta per grandi latifondisti, proprietari terrieri. Poi il termine passò a qualificare – sempre con disprezzo – i contadini, i braccianti agricoli. A maggior ragione nei secoli successivi, quando, con l’industrializzazione, il contadino era visto sempre con disprezzo, dall’alto in basso: le parole spregiative villano, burino e cafone hanno lo stesso significato svilente. 1391_1Ma, osserva acutamente Piero Angelini in un interessante saggio, terrone non era un semplice contadino: era “il lazzarone, il pezzente, il plebeo, il contadino sottosviluppato che sopravvive non lavorando, ma raspando la terra. Il marginale di campagna che quando non mendica o non ruba, è costretto a brucare e a frugare nella terra, per far pietanza di tutto ciò che nella nostra cultura è più interdetto: chiocciole e ghiande, funghi e insettucci; e per contorno, cos’altro se non terra? Il mangiaterra segue una dieta che oscilla tra due estremi: cosucce della terra, resti e rifiuti quali vitto giornaliero, ma carne e grassi quando l’accatto o il furto riesce. Un individuo accecato dalla fame e dalla rabbia, dall’invidia e dalla paura“. Così lo vedevano (e lo dipingevano) i funzionari del Regno sabaudio inviati a governare il Sud.

Dunque, terrone – nell’Italia dei grandi flussi migratori, dopo la seconda Guerra mondiale – era il maschio che minacciava i posti di lavoro (e le donne) dei settentrionali, e quindi era visto con paura, disprezzo e scherno. Per combatterlo, bisognava dipingerlo come  parassita, ladro, fannullone, ignorante e incivile. Lo stesso tipo di disprezzo e di paura che oggi suscitano gli immigrati africani o dell’est europeo: quando ci si sente minacciati dall’invasione di altri popoli (ci rubano le donne, ci rubano i posti di lavoro, ci rubano le case), il razzismo è la difesa più rapida. E’ l’emarginazione, la caccia all’uomo. terroneDeMitaChe poi i lombardi (o i piemontesi, o i veneti) abbiano declinato questo epiteto anche in senso bonario (terra ballerina), beh: questa è un’altra storia. Più soggettiva, più episodica, ma non certamente l’intento originario dell’epiteto. Tanto che per sdrammatizzare una tensione reale, molti comici (da Diego Abatantuono, fino a Checco Zalone e Antonio Albanese) hanno messo a nudo queste dinamiche di emarginazione, come pure alcuni difetti endemici del Sud: il familismo e il clientelismo innanzitutto. Il terrone che loro mettono alla berlina è l’ignorante, con scarsa voglia di lavorare, rozzo, maleducato, approfittatore, che disprezza le norme igieniche e le regole elementari della convivenza civile. Difetti che si possono trovare a tutte le latitudini.

 Se volete approfondire questo argomento, mi sono occupato di terrone anche qui, qui e qui.

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14 Comments

  1. Non sono d’accordo con quanto è stato scritto in questo articolo. Mi pare più adatta la definizione di terrone come proveniente dalla terra dei terremoti (poco importa se la presa in giro, che originariamente non era, è poco…”signorile”), poichè di buzzurri, lazzaroni, rabbiosi, invidiosi e quant’altro, il nord era (prima cioè dell’arrivo dei meridionali) pieno.

    • Caro Antonio, non ci sono prove documentali che la parola “terrone” derivi da “terremoto”. Le fonti linguistiche che attestano terrone come “proprietario terriero” e poi “legato alla terra” sono solide.

  2. Antò se anche fosse che la Padania era già piena di lazzaroni, perchè sei emigrato qui? potevi restare al tuo paesello bello bello… sole, mare, ecc, senza venire in Padania a rompere le balle ai “popoli del nord”!!!!

    • Caro Franz, se sei andato a scuola, quanti maestri o professori erano del sud? Se vai in ospedale, medici e infermieri sono spesso del sud. Se ti senti male in mezzo alla strada, i primi a soccorrere saranno quelli del sud. E se uno del sud ti accoglie in casa sua, te ne andrai al piu presto, perchè la sua ospitalita’ farà vacillare i tuoi pregiudizi e metterà a nudo la tua ignoranza.

    • Lorelei hai perfettamente ragione in quanto nei posti statali la maggior parte sono meridionali. Io abito in provincia di Milano e all’ ufficio postale del mio paese sono 5 siciliani e un Lombardo.

  3. Diciamo che il significato primevo molto offensivo e volgare, ma assolutamente nelle corde delle popolazioni del Nord, risulta talmente triste e vergognoso che si cerca da decenni di “addolcirlo”. Ma che tutti questi grandi linguisti dal Palazzi, al Devoto, all’Oli e via discorrendo fossero tutti così ignoranti sull’argomento, mi sembra alquanto azzardato. Ma tanto, così va l’Italia pur di giustificare l’ingiustificabile.

  4. Caro Franz, lazzaroni o non lazzaroni, pria o dopo, i meridionali costretti ad emigrare al nord per scelte di macro politica economica, hanno fatto la Storia di questa Italia diseguale-

  5. Caro Tartamella, hai letto i “Promessi sposi”? Sei mai stato in Liguria? Nel passato un agglomerato di case veniva anche chiamato “terra” ( nei Promessi sposi ” Bergamo è una terra” e in liguria esistono cinque paesini chiamati ” Cinque Terre”. Da qui io, probabilmente erroneamente, ho dedotto che terrone sia sinonimo di paesano. Come interloquiscono due “terroni” quando si incontrano? Paisà… cioè terrone.

    • Sono stato in Liguria e ho letto i “Promessi sposi”. Ma la sua etimologia non è documentata nella storia della lingua. Pensi a un dettaglio: l’accrescitivo. Se “terra” significa “paese”, che bisogno c’è di farla diventare “terrona”? C’è un “quid” di disprezzo o quanto meno di canzonatorio che va spiegato.

  6. Trovo presumibile, che il termine “terrone” non derivi altro che da abitante delle “Terre di lavoro”, come venivano indicate le province dell’Italia meridionale, cui nel tempo si è dato un significato dispregiativo, di cafone, fannullone.

    • In base a quale documento basa la sua ricostruzione? Non mi risulta che il meridione sia stato mai chiamato così, visto che al Sud il lavoro è sempre mancato…

  7. Sentito dire in un filmato tra l’altro dedicato se ben ricordo alla questione meridionale e del ruolo della commistione mafia e nuovo regno come fattore di sottosviluppo. Cosi come nei paesi occupati il disprezzo per i colonizzati andava a braccetto con sedicenti teorie razziste anche contro i nostro sud Il termine segno di immeritato disprezzo, ovvero “terrone” era il riferimento gergale alla terra in fondo sotto i letamai che, in quanto troppo carica di sostanze e sali minerali, non era adatta a concimare. Brucia le piante se non opportunamente diluita. Modo dispregiativo per dare del buono a nulla o peggio.

  8. L’interpretazione cambia con le epoche. In Campania esisteva una vasta zona chiamata Terra di Lavoro ma, se il re d’Italia chiamava regnicoli i suoi sudditi…. qualcosa si può comprendere. In un’epoca, terminata nel 1945, nella quale le classi sociali erano ben definite, il terrone era colui che, nel quarto stato (ovvero coloro che non avevano persona giuridica) lavorava la terra d’altri ed era analfabeta,e si sa che dall’epoca feudale, con strascichi ancora esistenti, chi non era proprietario terriero nemmeno di un metro quadrato era una nullità.
    Dal 1945, la finta democrazia ha reso sotterranea la nobiltà prima ostentata. In quanti sanno che Gentiloni è conte?
    Il sistema mass mediatico attuale riutilizza vocaboli con significati nuovi. Terrone in Nord Italia era, nel secondo dopoguerra, lo “straniero” che veniva dal sud e che aveva dinamiche sociali e familiari diverse e x certi versi, al nord inaccettabili. Ecc.
    Con la diffusione capillare della televisione, avvenuta di fatto negli anni settanta insieme ad una alfabetizzazione finalmente passabile a livello nazionale, la differenza rimane di status mentale sociologico. X me il termine terrone ormai è una forma comica e non altro. Dopo talenti come Pirandello, Brancati, Sciascia, Flajano (x un piemontese anche Pescara è deep South), e poi la Ortese ecc direi che i terroni ormai sono al nord, un nord che sa fare business ma scarseggia di anima…. E chi scrive queste parole non è di origine italiana… Alles klar….

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