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Lo zoo più sboccato del mondo

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Altro che “Animali fantastici“: il bestiario di cui sto per parlarvi supera la pur vivace fantasia del film di Joanne Rowling, che sta sbancando i botteghini al cinema. Qui vi racconto infatti le storie di 15 animali – realmente esistenti! – che hanno nomi volgari. Quelli di cui nessun prof di scienze vi parlerà mai.
Attenzione: non mi riferisco a termini come troia, zoccola, uccello, passera, porco, somaro  o bastardo, solo per citare i più popolari. Ovvero ai nomi bestiali che sono affibbiati all’uomo (o ai genitali) in senso insultante. In questo articolo, invece, parlo del procedimento contrario: ovvero, degli animali denominati con un lessico scurrile. Avete presente il padulo, l’uccello che vola all’altezza del culo? O “l’orsetto ricchione”, protagonista di una canzone umoristica di Elio e le storie tese  (“Il vitello coi piedi di balsa”, 1992)?
Lo strano zoo che sto per presentarvi, però, non è fatto di animali inventati: sono tutti realmente esistenti, e hanno nomi scurrili. Sono termini dialettali o colloquiali, ma nell’elenco ci sono persino nomi scientifici ufficiali: alcuni sono assonanze con senso tutt’altro che becero, ma molti sono termini espressamente volgari.

Anche nella tassonomia scientifica, infatti, non mancano termini volutamente turpi, come è avvenuto per alcune molecole della chimica, di cui parlavo quiDal 1700, infatti, per iniziativa del naturalista Carlo Linneo, ogni specie è caratterizzata da un duplice nome latino: il primo, scritto maiuscolo, indica il genere di appartenenza; il secondo, scritto minuscolo, indica la specie (ad esempio il gatto domestico è Felis catus). Questi nomi sono stati scelti assegnati ispirandosi a scienziati, personaggi mitologici o letterari, giochi di parole, ma anche termini descrittivi, scherzosi o maliziosi. Perché anche agli scienziati piace scherzare.

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L’Urechis unicinctus, per gli amici “Penis fish”.

Come un fungo, il Phallus impudicus, così chiamato per l’evidente somiglianza con un membro maschile eretto. Esiste tutta una famiglia di funghi con queste caratteristiche, chiamata Phallaceae. Nel 1800, ai tempi di Linneo, la scelta aveva fatto scalpore soprattutto in ambiente ecclesiastico: si pensava che questi nomi turbassero “il pudore femminile”.
Ma i tempi non sono così diversi oggi: negli ultimi anni ha fatto furore sul Web una scandalosa novità gastronomica della cucina orientale: l’Urechis unicinctus, un anellide marino rosa e molliccio che per la sua forma fallica è stato ribattezzato Penis fish, pesce-pene. A loro somigliano anche i priapulidi, animali bentonici marini di forma fallica (il loro nome deriva da Priapo, divinità greca dal grande fallo).

Espressioni raffinate, se le paragoniamo ai 16 animali scurrili della nostra lingua: lo zoo più sboccato del mondo. Segno, anche questo, della confidenza e dell’affetto che nutriamo verso gli altri esseri viventi. Ecco la lista: ho indicato fra parentesi il loro nome scientifico ufficiale, tranne quando è il nome latino a essere volgare (tutte le foto sono di Wikipedia). Curiosità: la famiglia più numerosa di questi animali imbarazzanti è quella dei pesci, che assorbono oltre il 50% dei nomi scurrili, con 9 appellativi su 15.

UCCELLI

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PASSERA SCOPAIOLA (Prunella modularis): non è un volatile ninfomane, per quanto si accoppi con diversi maschi. Il suo nome osè deriva dal fatto che, questa specie, vive vicino agli arbusti di erica scoparia, la pianta usata per fabbricare scope. Secondo altre interpretazioni, invece, il nome deriva dal fatto che quando cammina sul terreno lo fa “scopando” la coda per terra.

oenanthe_oenanthe_01_iiCULBIANCO (Oenanthe oenanthe): è un uccellino passeriforme, diffuso in tutta Europa. E’ soprannominato con questo appellativo perché ha il groppone e i lati della coda bianchi.  

 

 

cuculus_canorus_vogelartinfo_chris_romeiks_chr0791_croppedCUCULO (Cuculus canorus): è un uccello diffuso in Europa, in Asia e in Africa. Nonostante l’assonanza, il suo nome non ha nulla a che vedere coi glutei: è un termine onomatopeico che deriva dal suono “cu cu” che emette cantando. In inglese, però, cuckold e in francese cocu sono sinonimi di cornuto, come raccontavo qui. La femmina del cuculo, infatti, va a deporre le sue uova nel nido di altri: così il cuculo maschio finisce per essere gabbato, accudendo i cuccioli di altri. Proprio come accade a certi uomini “cornuti”.

PESCI

coris_julis_24-05-07_maleCAZZO DI RE (Coris julis): è l’insolito il soprannome della donzella, un pesce della famiglia Labridae. Questo appellativo è diffuso in Friuli Venezia Giulia, Toscana, Puglia, Sardegna (cazzurrei) e Sicilia (minchia di ri). E’ chiamato così forse per la sua vaga forma fallica abbinata a colori raffinati.

 

pagellus_acarne_04-08-04PAGELLO BASTARDO (Pagellus acarne o Pagellus erithrinus): è un pesce della famiglia Sparidae. Detto anche fragolino bastardo, albaro bastardo, o scazzupolo. Il suo soprannome deriva forse dal fatto che, rispetto agli altri pagelli, ha un colore rosa meno intenso e dimensioni più piccole.

 

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SCAZZONE (Cottus gobio): è pesciolino di ruscello che vive riparato sotto i ciottoli del fondale. Il nome deriva da cazza, cazzuola (mestolo, cucchiaio) perché nel periodo riproduttivo il maschio scava una buca in cui accogliere le uova delle femmine, asportando dal fondo i sassolini usando la bocca.

 

stupidoSTUPIDOGOBIUS AURICH: è un pesce appartenente alla famiglia dei gobidi (ghiozzi), la più numerosa dei pesci ossei. Fu ribattezzato così perché il naturalista tedesco Richard Woltereck, che li studiò negli anni ‘30, nel lago Matano (Indonesia) notò che si facevano catturare agevolmente a mani nude. Più che stupidi, in realtà, sono privi di alcuni organi sensoriali: il che li rende facili prede.

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MINCHIA DI MARE (Holothuria tubulosa): detta anche cetriolo di mare o stronzo di mare, è un echinoderma (imparentato con stelle e ricci marini) diffuso sui fondali marini di tutto il mondo. Ha un corpo cilindrico allungato – di qui la somiglianza con il pene, l’ortaggio o l’escremento – con bocca e ano situati alle estremità opposte. Si alimenta ingerendo enormi quantità di sabbia e fango dalle quali trae il nutrimento.

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ZANCLO CORNUTO (Zanclus cornutus): le abitudini sessuali della sua compagna non c’entrano. Questo variopinto pesciolino, tipico delle barriere coralline del Pacifico, deve il suo nome a due piccole sporgenze sulla testa, simili a corna. Non è l’unico animale “cornuto”: ci sono anche altri pesci (come il Trachinus cornutus; Laomenes cornutus), uccelli (parrocchetto cornuto, Eunymphicus cornutus; Batrachostomus cornutus), ragni (Larinioides cornutus, Plancinus cornutus, Allococalodes cornutus, Mughiphantes cornutus), pipistrelli (Rhinolophus cornutus).

SONY DSCPASSERA DI MARE (Platichthys flesus): è un pesce di mare piatto, noto anche come passera pianuzza o passera nera. E’ un pesce piatto con corpo compresso ed ovoidale, bocca piccola e squame su tutto il corpo. La colorazione è marrone variabile sul lato munito di occhi, e biancastro sul lato cieco. Ha una lunghezza massima di 40 cm e un peso massimo di 2,5 kg. Vive in profondità su fondali sabbiosi e melmosi dove ha l’abitudine di nascondersi. Non è noto il motivo per il quale sia stato chiamato passera.

wn2012122106PESCE PORCO (Oxynotus centrina): è uno squalo dalla fisionomia bizzarra, con il muso che ricorda quello del maiale. Da questo aspetto deriva il suo poco onorevole soprannome.

BOCCALONE (Micropterus salmoides): è  il soprannome popolare del persico trota, un pesce d’acqua dolce. E’ chiamato in questo modo per un motivo anatomico: ha un’enorme bocca, tant’è vero che anche in altre lingue viene identificato allo stesso modo (Largemouth black bass in inglese, o Achigan à grande bouche in francese).

FICAMASCHIA (Micromesistius poutassou): è il soprannome toscano del melù o potassolo, pesce della famiglia dei Gadidae. Il soprannome deriva dal vernacolo toscano: il termine indica il maschio effeminato, come anche le donne mascoline, pertanto poco desiderabili. Proprio come le fichemaschie, che hanno carni insipide e molli rispetto ad altri pesci più appetibili come il nasello. Comunque vengono consumate largamente nel Lazio e sulle coste del monte Argentario dove, nel paese di Porto Ercole, c’è una sagra dedicata a lui.

INSETTI

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APHODIUS (ESYMUS O SCARABEUS) MERDARIUS: è una delle diverse specie di scarabei che si nutrono di sterco (da qui il nome) e lo usano anche per deporvi le uova. Gli scarabei riescono a modellare gli escrementi in forma sferica per trasportarli più facilmente facendoli rotolare. Altre specie di scarabei stercorari (per usare un termine più “nobile”) sono gli Onthophagus merdarius e i Margarinotus merdarius. L’aggettivo (s)qualificativo è condiviso anche da un acaro (Macrocheles merdarius, un aracnide) e da un imenottero (Enicospilus merdarius).

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CULÌCIDI: famiglia di insetti ditteri, che comprende le zanzare. Deriva dal latino culex, che significa zanzara: l’etimologia di questo nome è incerta, ma non deriva da culus (culo): in realtà è solo un’assonanza. Il termine culex ha un’etimologia incerta, Tanto più che non hanno un pungiglione sul deretano: succhiano il sangue attraverso l’apparato boccale, una sorta di proboscide sul muso.

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CULIFETULA (Palomena prasina): è l’insetto che conosciamo come cimice verde. Il soprannome è in dialetto calabrese e cilentano, e significa “che emana fetore dal culo”. Un riferimento al fatto che le cimici, se disturbate, emettono sostanze maleodoranti (ma non dal deretano, bensì da ghiandole poste sul torace). La cimice è chiamata anche puzzolana e piritara (nella Locride): il termine deriva dal dialettale “pirito”, peto. Insomma, un insetto petomane. 

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