Si possono urlare, ascoltare, leggere, mimare a gesti e disegnare (nei fumetti o nelle chat). E ora per le parolacce si apre un nuovo canale espressivo: si possono anche colorare. L’ho scoperto nelle scorse settimane: un editore francese, Procraste & Nobel, ha pubblicato un volume intitolato “Il mio libro di parolacce da colorare” (74 pagine, 7,8 €), “per sfogarsi e rilassarsi”, recita il sottotitolo. Sono 34 tavole di eleganti disegni in bianco e nero, che si possono colorare a piacimento. A centro pagina, altrettante espressioni ingiuriose, da “bastardo” a “vaffa”.
L’iniziativa mi ha incuriosito: chi l’ha lanciata, e perché? A chi può piacere un libro del genere? E’ nata una nuova era per le parolacce? Ho fatto due chiacchiere con l’autore: si chiama Romuald Jay ed è un giornalista francese.
“L’idea del libro è nata perché in Francia i libri da colorare hanno successo”, racconta. “Così ho cominciato a navigare su Internet, e ho visto che negli Usa c’erano diversi libri di parolacce da colorare. Dato che mi piace scherzare e dire battute, l’idea mi è piaciuta: così abbiamo migliorato i disegni e l’abbiamo pubblicato in Francia”.
Una delle curiosità principali che avevo era capire quali parolacce fossero state scelte per questa insolita pubblicazione, e con quale criterio. Ecco la lista, in ordine alfabetico:
Bastardo, Brutta Stronza, Cacchina, Canaglia, Coatto, Coglione, Cretino, Dannazione, Deficiente, Disgraziato, Farabutto, Imbecille, Manica di incapaci, Mannaggia, Me ne frego, Merda, Merdoso, Mezza calzetta, Mollusco, Porca Miseria, Porca Puttana, Rimbambito, Rompiballe, Rompicoglioni, Scemo, Schifoso, Scimunita, Sfigato, Stronza, Tamarro, Testa di Rapa, Vaccona, Vaffa.
Dunque, soprattutto insulti e qualche imprecazione, con un livello di offensività medio (come potete controllare sul mio volgarometro). “Per fare un libro divertente e attraente, le parolacce dovevano essere offensive ma non troppo”, spiega Jay. “Dato che le parolacce sono stampate a caratteri cubitali, non sarebbe stato gradevole vedersi stampato in grande formato delle espressioni troppo offensive. E siccome non è facile tradurre le volgarità da una lingua all’altra, per l’edizione italiana ho chiesto aiuto a un amico italiano: abbiamo discusso a lungo sulla risonanza sociale di ciascuna di queste espressioni prima di elaborare l’elenco”.
Giusto scrupolo, ma devo dire che l’elenco mi convince solo in parte: alcune espressioni, incastonate nei ghirigori artistici mi fanno sorridere (canaglia, sfigato, mezza calzetta, cacchina, tamarro, vaccona); altre le trovo meno efficaci (mannaggia, dannazione, manica di incapaci, testa di rapa). In più la lista ha qualche scivolata sessista: perché stronzo è declinato solo al femminile? Visto che l’espressione è presente due volte, si poteva pensare a un’alternanza, tanto più che stronzo è una delle espressioni che più spesso le donne usano verso gli uomini che le feriscono o le deludono. L’idea, comunque, è simpatica: io però avrei osato di più. La pesantezza degli insulti sarebbe stata compensata dall’eleganza dei disegni. Ma capisco anche che un libro con un “Testa di cazzo” stampato su doppia pagina può creare qualche imbarazzo se lo si colorasse in treno, per esempio.
A parte questo, il libro funziona? “In Francia sta avendo un buon successo: è un modo originale di scaricare lo stress. In Italia è ancora presto per fare valutazioni, è uscito da poco”, risponde Jay.
Che le parolacce aiutino a sfogarsi, è un dato di fatto: sono un modo per esprimere l’aggressività verso una persona (ma senza fare a botte), e, si è scoperto con un esperimento che ho raccontato qui, aiutano a sopportare il dolore. Questo effetto si ha anche colorandole?
Ho tante passioni, ma non quella di colorare: non saprei cosa rispondere. Se qualcuno dei navigatori ha comprato questo libro e l’ha usato, sono curioso di saperne il parere.
Posso dire, però, che troverei più intrigante colorare le versioni del libro in altre lingue: non tanto quella tedesca o spagnola, quanto quella francese, perché alle orecchie di noi italiani le volgarità in questa lingua hanno un alone raffinato, in contrasto col loro significato: cagole (donna volgare, zoccola), bordel de merde (bordello di merda, usato come imprecazione: equivale a “e che cazzo!”), Madame connasse (signora cogliona), emmerdeur (rompicoglioni), vieux con (vecchio coglione), couille molle (palle mosce), petit caca (cacchetta). Un insieme di offese anche pesanti, ma espresse con parole chic. Come regalo per un goliarda non è male.