Lo scrittore Italo Calvino aveva lodato la sua “espressività impareggiabile”, che non ha eguali nelle altre lingue. Aveva ragione: la parola “cazzo” non è solo la parolaccia più pronunciata in italiano (come raccontavo qui). E’ anche una delle parole più ricche di significati: indica non soltanto l’organo sessuale maschile, ma, a seconda dei contesti, può significare errore, ostacolo, affare, nulla, noia, arrabbiatura, forza…. E può esprimere un’ampia gamma di emozioni: rabbia, sorpresa, irritazione, affetto, disprezzo, provocazione… Insomma, è un vero jolly linguistico. Tutti questi significati si sono accumulati in diverse frasi idiomatiche, nelle quali cazzo e i suoi derivati (scazzo, incazzarsi, cazzone, etc) significa tutto tranne che pene. Facciamo un esempio: “E che cazzo! Sei proprio un cazzone, mi hai rotto il cazzo con le tue richieste del cazzo, col cazzo che ti rispondo. Fatti i cazzi tuoi e vedi di toglierti dal cazzo altrimenti mi incazzo!”. Pur nella sua ripetitività, è molto più incisiva rispetto alla sua traduzione forbita: “Sono esacerbato! Sei proprio un irresponsabile, mi hai infastidito con le tue richieste assurde, non ti rispondo per niente. Fatti gli affari tuoi e vedi di andartene via, altrimenti mi arrabbio”.
Il “vino del cazzo”, bevanda per goliardi.
In questo articolo ho riunito tutti questi modi di dire: ne ho raccolti 37 (vedi tabelle qui sotto) ma è probabile che l’elenco sia ancora più lungo. Il che, come dicevo prima, mostra la polisemia (stratificazione di significati) di questa parola: l’unica altra parolaccia altrettanto ricca di sensi è “culo”, come raccontavo qui. Quindi, se qualcuno afferma che “dire parolacce è segno di povertà linguistica”, potrete rispondergli che è un cazzaro. E questo accade anche in altre lingue: per esempio in russo (l’equivalente huy è usato in molti modi di dire simili all’italiano) e in brasiliano (con caralho, come raccontavo qui). Altre lingue, invece, preferiscono diverse espressioni sessuali: fottere, in inglese (fuck: per esempio, e che cazzo si dice “What the fuck”) e in messicano (chingar). Mentre il francese e lo spagnolo preferiscono la vulva (rispettivamente coi termini con e coño): in francese “testa di cazzo” si dice “con” o “connard”, e in spagnolo “che cazzo dici” è reso con “Que coño dices?”.
“Cuore”, settimanale satirico.
Grazie a questo ampio ventaglio di significati, non stupisce che il termine cazzo (qui avevo raccontato la sua origine) abbia un enorme successo, e non da ora. La usava anche un intellettuale del calibro di Giacomo Leopardi, nel 1800 (nelle lettere al fratello Carlo scriveva ad esempio: “la vera letteratura non vale un cazzo con gli stranieri!”), fino al celebre “Vada a bordo, cazzo!” che il colonnello Gregorio De Falco urlò indignato a Francesco Schettino quando aveva fatto affondare la Concordia. E’ per questo che, come cantavano i Gem Boy (gruppo demenziale bolognese) in un canzone del 2002 “siamo peggio di Cicciolina, l’abbiamo in bocca da sera a mattina”. Ovviamente, il titolo del brano è “Canzone del cazzo”, ed è una rassegna, in musica, dei modi di dire basati sull’organo genitale:
Se leggete la lista qui sotto, comunque, un dato salta all’occhio: pur nelle sue numerose varianti, cazzo ha per lo più significati negativi. Significa problema, contrattempo, errore, menzogna, cosa da nulla, errore… Al contrario, il sesso femminile esprime invece più significati positivi (figo, figata, etc).
Un altro fotomontaggio umoristico dal sito di Osho.
Un contrasto che fa riflettere: nonostante il maschilismo della nostra cultura, alla fine la prevalenza del sesso femminile è netta. In passato si pensava perfino che la vulva non fosse solo simbolo di vita e di fecondità, ma avesse anche il potere di scacciare le sciagure e i nemici, come raccontavo qui. Perché abbiamo dato al pene tanti significati simbolici negativi? Difficile dirlo: credo che questa scelta sia stata frutto del caso. Come ho detto sopra, infatti, questo tipo di significati possono essere espressi sia con l’organo maschile che con quello femminile e, in generale, con l’atto sessuale. Perché la nostra evoluzione culturale ci ha portati a vedere con un certo disprezzo, dall’alto al basso, il nostro lato più istintivo e animalesco. Senza contare che il sesso è un veicolo eccezionale per esprimere le emozioni più forti.
Dopo questa premessa, ecco i 37 modi di dire del cazzo. Li ho riuniti per affinità di significato nei riquadri qui sotto, divisi in 5 categorie: cosa da nulla, forza, problema, enfasi, parte sensibile.
[ clicca sul + per aprire i riquadri ]
COSA DA NULLA, BRUTTA, SBAGLIATA
cazzata
affermazione stupida, errata o priva di senso (“dice / spara / fa cazzate”);
azione sconsiderata, pericolosa, dannosa (“Ha fatto veramente una cazzata!”).
cazzaro, cazzarone, cazzataro
persona che dice cazzate, cioè cose stupide, errate, false, senza senso
cazzone
persona stupida, irresponsabile o incompetente (anche se si crede capace).
un cazzo
niente: nelle locuzioni “non me ne frega un cazzo”,”non ho capito un cazzo”, “non vale un cazzo”, “non vedo un cazzo”, “non sento un cazzo”
cazzeggiare
perdere tempo in attività insensate, oziose, giocose, scherzose, infantili
a cazzo / a cazzo di cane
lavoro o oggetto fatto in modo errato, a casaccio, svogliato, maldestro, sconclusionato, superficiale, senza cura né criterio
del cazzo/quel cazzo di….
di nessun valore, importanza o interesse: “questo è proprio un film del cazzo”;
da niente, stupido, assurdo: “ha un atteggiamento del cazzo”, “è un divertimento del cazzo”;
spiacevole, pessimo, bruttissimo: “è una situazione del cazzo” “è stata una giornata del cazzo”;
maledetto, importuno, molesto: in locuzioni esclamative esprime forte disappunto o irritazione: “spegni quella radio del cazzo!” (o quella cazzo di radio)
fancazzista
perditempo, lavativo, pigro, svogliato, inconcludente: colui che non fa un cazzo
faccia di cazzo
persona sgradita, antipatica a prima vista
persona brutta
persona sfacciata (come “faccia di bronzo”).
grazie al cazzo
“grazie per niente”: reazione provocatoria o indispettita a un’affermazione ovvia e inutile.
‘sti cazzi
“non me ne importa nulla, chi se ne frega, non mi riguarda”: in risposta a un’affermazione esagerata, o di scarsa importanza. (Da non confondere con “Me cojoni”, come raccontavo qui). E’ diverso da “sto cazzo” (v. sotto)
testa di cazzo
persona (uomo o donna) stupida, ignorante, stolta, irresponsabile, priva di raziocinio, totalmente refrattaria a qualsiasi tentativo di migliorarla o farla ragionare. Può essere enfatizzato con un aggettivo rafforzativo: “è un’emerita/grandissima testa di cazzo”.
supercazzola
nonsenso, parola senza senso usata in scherzi e gag
sa il cazzo
non lo sa nessuno, chissà, vai a saperlo
FORZA, ABILITA'
cazzuto
persona dotata di attributi virili, sia in senso morale (coraggioso, abile, capace) che in senso fisico (robusto, forte, sessualmente dotato)
cazzo cazzo
persona presuntuosa, prepotente, inutilmente tronfia:, “camminava cazzo cazzo” (vedi anche “‘sto cazzo”)
controcazzi
eccellente, magnifico, coi fiocchi: “una pizza con i controcazzi”
cazziare
sgridare, rimproverare aspramente
cazziata / cazziatone
pesante rimprovero
cazzimma
persona egoista ed arrivista,cinica, senza scrupoli, lunatica e dispettosa. Talvolta il termine ha un significato positiva: atteggiamento risoluto, segno di forte personalità, pur incurante dei danni che può arrecare agli altri
incazzarsi, incazzatura
arrabbiarsi, infuriarsi, perdere il controllo di sè, arrabbiatura
incazzato
arrabbiato, furibondo
incazzoso
persone nervosa, facile al litigio
scazzarsi
litigare, irritarsi: “Mi sono scazzato con Carlo“
avvilirsi, abbattersi, annoiarsi, deprimersi, demotivarsi: “Mi hai proprio scazzato”
scazzo
litigio
noia, fastidio, indolenza, abbattimento
‘sto cazzo
persona presuntuosa, prepotente, inutilmente tronfia: “si sente ‘sto cazzo” (si sente chissà chi, ma invece non è nessuno)
PROBLEMA, OSTACOLO, AFFARE
cazzi
problemi, preoccupazioni (ho i miei cazzi, sono cazzi), affari (“mi faccio i cazzi miei”, “fatti i cazzi tuoi”). “Piovono cazzi”: ci aspettano problemi in abbondanza.
In dialetto romanesco l’espressione “e mo so’ cazzi” indica l’arrivo di problemi, di situazioni o di conseguenze spiacevoli e corrisponde all’italiano “adesso sono guai”.
cazzi amari, cazzi acidi, cazzi da cagare, cazzi per il culo
gravi problemi e preoccupazioni
ENFASI
cazzo / oh cazzo / e che cazzo!
esclamazione di rabbia, meraviglia, sorpresa, delusione, disappunto
che cazzo vuoi, dove cazzo vai
è un rafforzativo, e sta a sottolineare la rabbia di chi pronuncia questa frase: vuol dire semplicemente che cosa vuoi, dove vai
alla faccia del cazzo!
esclamazione di stupore, di sorpresa, sinonimo di “càspita”, “perbacco”, “accidenti”, “non l’avrei mai detto”, o semplicemente di “alla faccia!”
col cazzo
per niente, neanche per idea, non se ne parla proprio, figurati: è usato come rafforzativo provocatorio ed enfatico di un diniego “Col cazzo che ti presto 100 euro”
chi cazzo se ne frega / me ne sbatto il cazzo
anche in questo caso è un rafforzativo che enfatizza il supremo disinteresse di chi pronuncia la frase
PARTE SENSIBILE
cacacazzo o cagacazzo o cacacazzi / rompicazzo
persona che dà fastidio o crea problemi , persona che dà fastidio o crea problemi, che rompe le scatole, che disturba quando non dovrebbe
cacare / cagare il cazzo
sinonimo più volgare di “rompere le scatole” (Mi hai rotto il cazzo = mi hai veramente scocciato); in senso passivo significa invece “mi sono stufato, seccato, annoiato”
rompere il cazzo
dare fastidio in maniera insopportabile a qualcuno
stare sul cazzo / darmi sul cazzo
essere di fastidio a qualcuno, rompere le “scatole”, essere una persona insopportabile e decisamente non gradita.
levarsi dal cazzo
detto a chi “sta sul cazzo”, a chi dà fastidio; invito a farsi da parte, a scomparire, a togliersi dai piedi.
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Ma che articolo del cazzo! Veramente molto ben fatto, complimenti. Soprattutto lo specchietto finale.
Mmmm, grazie del complimento. Ma a rigore avrebbe dovuto dire “articolo cazzuto”, non “articolo del cazzo”! E che cazzo.