Da bambino, quando leggevo Topolino, mi divertivano gli acronimi delle ditte dietro cui i Bassotti mascheravano le loro attività criminose. Tipo la Federazione Unitaria Rigattieri Trovarobe Organizzati (FURTO). Mi faceva ridere il fatto che le iniziali dei nomi dessero vita a parole di senso compiuto, a differenza delle sigle del mondo reale (tipo Cgil, Cisl e Uil) che sono solo sequenze di lettere.
In questi giorni ho scoperto altri acronimi divertenti. Ma con 3 differenze rispetto a quelle dei Bassotti: sono sigle vere, e sono in inglese. E danno vita non a parole, ma a parolacce italiane.
Non sono, però, il frutto della fantasia goliardica di qualcuno, ma indicano enti governativi, invenzioni tecnologiche, associazioni, serissimi progetti di ricerca scientifici e anche una blasonata squadra di calcio. Tranne qualche eccezione, sono per lo più assonanze dovute al caso. La malizia, dunque, sta nell’occhio di chi le legge (e si diverte)...
Ecco la raccolta delle 22 sigle più pazze del mondo, che arrivano dagli Usa ma anche dalla Francia, da Haiti e, solo in un paio di casi, sono stati creati da italiani (fate clic sulle foto per ingrandirle).
In Lombardia è uno degli insulti (bonari) più usati. Per un ridicolo caso del destino, PIRLA designa anche un serio progetto scientifico: il Paleoecological Investigation of Recent Lake Acidification, per gli amici “PIRLA project”. E’ lo studio paleo-ecologico (cioè antico) della recente acidificazione dei laghi. Mica cose da PIRLA.
Non tutti gli acronimi volgari nascono per caso. A volte possono verificarsi un po’ per caso e un po’ per malizia, se gli autori sono italiani. Nel 2011, infatti, alcuni ricercatori dell’Infn e dell’Università di Torino avevano presentato un Prin (Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale) su un sistema di analisi virtuale per l’Lhc, l’acceleratore di particelle al Cern di Ginevra. L’acronimo del sistema era VAFFA: Virtual Analysis Facility For the Alice experiment. Con un “vaffa” le particelle vanno più veloci. L’acronimo sta per Chicago Area Camera Club Association: in pratica, è un club che riunisce gli appassionati di fotografia, organizzando corsi e concorsi. Con una sigla così, era inevitabile che il club Cacca avesse sede a…. Chicago.
Una sigla simile – CAC – designa il centro di informatica avanzata (Center for advanced computing) dell’università Cornell. E l’ignobile acronimo CACAR indica invece il Rapporto di valutazione dei contaminanti artici canadesi (Canadian Arctic Contaminants Assessment Report).
Il laboratorio di ornitologia della Cornell University (Cornell University Lab of Ornithology) dà origine a un acronimo ridicolo: CULO. Forse, dopo qualche tempo, devono essersi resi conto dell’assonanza imbarazzante, e usano più frequentemente il nome Cornell Lab of Ornithology (CLO). Peccato: sarebbe stato bello leggere uno studio sul cuculo fatto dal… CULO.
Ad Haiti, c’è una squadra di calcio che si crede più brava delle altre. Tanto che, sulla propria casacca, ha cucito il logo FICA. Ma non è presunzione: è l’acronimo di Football Inter Club Association. Per un Paese dove si parlano francese e creolo, un nome inglese è stato una scelta un po’ snob. La FICA, fondata nel 1972, milita nella massima categoria e ha vinto 7 scudetti. Qui in Italia avrebbe molti tifosi pronti a fare un cambio di casacca per lei. Ma se la squadra FICA è frutto di un’assonanza incidentale, non è il caso della stessa sigla, FICA, che designa invece un particolare tipo di antenna per telefoni cellulari: la Folded Inverted Conformal Antenna (Antenna conforme invertita piegata). Dietro questo malizioso acronimo, infatti, si cela lo zampino di due ingegneri italiani, Carlo Di Nallo e Antonio Faraone, che l’hanno inventata nel 2005, quando lavoravano nei laboratori di ricerca delle Motorola, negli Usa. Ma non è tutto: FICA è anche la sigla di: E non poteva mancare anche la variante con la “g”. L’acronimo FIGA designa:
All’American Museum of Natural History di New York hanno inventato, per ricostruire i fossili incompleti, una Analisi dei dati di sostituzione delle voci mancanti. La sua sigla, in inglese, suona Missing Entry Replacement Data Analysis: MERDA. Questa procedura, illustrata nel 2003 sul Journal of Vertebrate Paleontology, non ha però un nome casuale, come ho potuto verificare intervistando uno degli autori, Ward C. Wheeler, della divisione di zoologia degli invertebrati al Museo.«Abbiamo scelto quella sigla di proposito, sappiamo cosa vuol dire quella parola in catalano (come in italiano, ndr). Era un acronimo divertente: l’abbiamo scelta per sottolineare la scarsa qualità dei gruppi incompleti di dati. La procedura è tuttora usata per l’analisi di campioni incompleti di fossili».
Questa strana coppia designa due apparati di rilevazione alla Michigan State University: il Modular Neutron Array (MoNA), un rilevatore di neutroni, e il Segmented Germanium Array (SeGA) che invece individua il germano. Anche nel mondo atomico, quando c’è una (MONA) non c’è l’altra (SEGA)? O forse sono usati in simultanea: ovvero, tecnicamente parlando, in accoppiamento (coupling).
Va aggiunto, a corredo di questo caso, che SEGA indica anche il Serbia Economic Growth Activity, un ente di monitoraggio fiscale degli Usa in Serbia.
No: non è una sigla veneta blasfema. Ostia sta per “The Ocean’S role in miTIgating climAte change“, ovvero il ruolo dell’oceano nel mitigare il cambiamento climatico: è un progetto dell’Istituto di ricerca Geomar Helmholtz per la ricerca oceanica di Kiel (Germania). Gli scienziati si propongono di indagare che cosa succede nel lungo termine alle emissioni e al calore che l’oceano ha immagazzinato dall’inizio dell’industrializzazione.
La poco nobile sigla PIPPA sta per Pressurized Pile Producing Power and Plutonium (cumulo pressurizzato che produce energia e plutonio): ovvero, in parole povere, una centrale nucleare britannica, quella di Calder Hall, chiusa nel 2003. L’esatto contrario di una PIPPA.
Il sesso, a dispetto delle apparenze, non c’entra. Lo Standing Committee on Public Accounts (SCOPA) ovvero il Comitato permanente sui conti pubblici è un austero organo di controllo delle spese parlamentari in Sud Africa.
Questo ente pubblico monitora, insomma, il buon uso dei fondi dello Stato: se qualcuno li spreca, se c’è un sospetto di corruzione, interviene la SCOPA. Per vedere se qualcuno si è… fottuto i soldi dei contribuenti. Il comitato è composto da 16 – ehm – membri.
Vi è piaciuta questa lista? Su questo sito trovate anche:
• le città del mondo con un nome volgare,
• le parole straniere che sono identiche a parolacce italiane,
• E in questa pagina trovate altri acronimi fra i prodotti stranieri che diventano imbarazzanti in italiano: dalla bevanda Frocho al software Inkulator.
Salve. Volevo segnalare come curiosità due artigiani del bresciano, evidentemente digiuni rispettivamente di spagnolo e inglese: Asco salotti e Fart cucine. Entrambi hanno un sito web. Altra chicca la offre la multinazionale Becton Dickinson (già il nome promette bene), che produce lo Pseudosel, indispensabile in biologia per ricercare lo Pseudomonas, per la gioia dei laboratoristi veneti.
Divertente. Ma meglio spiegare per chi non ha dimestichezza con le lingue: in spagnolo, “asco” significa “disgusto”, mentre in inglese “fart” è il peto. Ho visto che esiste anche un “Asco interni”…. Non sono gli unici esempi di marchi imbarazzanti in altre lingue: ne trova un’ampia carrellata in questo altro articolo di questo sito
la FIGA è anche la Federazione Italiana Giovani Agricoltori
No, perché questa associazione non esiste: è una sigla che appare su alcune T-shirt goliardiche, ma è del tutto inventata
Leggo questa pagina solo ora e, vivendo negli Stati Uniti, non ho evitato di pensare alla prima volta che ho visto la lista per le trattenute sullo stipendio: stavo pagando la FICA! … e pure cara… circa il 15%. E’ la Federal Insurance Contributions Act, un contributo per la pensione e la mutua.
Ah ah ah!!!!! Eccezionale! Grazie Paolo della segnalazione. Ho aggiornato la voce “Fica”, che anche negli Stati Uniti – a quanto vedo – gode di molta attenzione.