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Cretino, demente e altri insulti psichiatrici

Celebre film con Lino Banfi (1982)

Isterica. Demente. Mongolo… Ci avete fatto caso? Alcuni insulti, molto usati sul Web o nelle conversazioni quotidiane, arrivano dai trattati di medicina o di psichiatria. E’ un tragitto inusuale: di solito, infatti, le offese nascono dal basso, ovvero dal registro linguistico popolare e colloquiale (asino, svitato), dai dialetti (grullo) o dalle metafore sessuali (rincoglionito, come raccontavo in questo articolo). In questi casi, invece, il tragitto è all’inverso: termini di origine scientifica o accademica entrano nel linguaggio comune allo scopo di svilire altre persone.
Perché accade questo? Quali sono questi termini in italiano? E qual è la loro origine?

Dalla scienza al pregiudizio

Prequel di “Scemo & più scemo” (2003)

Questi insulti nascono in ambito scientifico: sono etichette che identificano un disturbo mentale, sia cognitivo (un deficit di capacità intellettive) o dell’equilibrio psichico e comportamentale. Dunque, gran parte dei termini che elencherò più avanti nascono sì come etichette, ma con intento descrittivo più che offensivo: sono un modo per dare un nome a una malattia, descrivendone i sintomi o la causa. Peraltro la disabilità intellettiva e i disturbi mentali hanno molte forme e gradazioni e non sono né semplici né rapidi da diagnosticare anche per gli specialisti.
Ma il linguaggio non è fatto a compartimenti stagni: i termini tecnici sono, a poco a poco, entrati nella lingua generale, nel linguaggio parlato. Acquisendo però una connotazione negativa con i caratteri dello stigma: sono diventati etichette che danno un giudizio negativo a una persona, dichiarandola inferiore e perciò meritevole di disprezzo ed emarginazione. Non sulla scorta di una diagnosi accurata, ma di un giudizio affrettato al solo scopo di offendere qualcuno. Dunque, una doppia forma di arroganza: si fa una diagnosi senza averne la competenza, e la si utilizza per disprezzare qualcuno. Un processo simile è avvenuto con gli insulti fisici (gobbo, nano, storpio), di cui ho parlato in questo articolo.

La lista degli insulti mentali

Il caso più originale di questo aspetto linguistico è l’affascinante storia del termine “cretino”, di cui parlo più sotto. Prima ecco la lista completa degli insulti mentali di origine scientifica, con una breve spiegazione sull’origine di ogni termine.
Ne ho trovati in tutto 43, che ho riunito in queste 3 sottocategorie:

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INSULTI GENERICI (5)
 

disabile non abile a causa di malattie
handicappato dall’inglese hand cap, “porre la mano in un cappello (da cui erano estratte a sorte delle monete in un gioco d’azzardo); poi il termine ha designato lo svantaggio assegnato in una competizione ippica a un partecipante per equilibrare le sue possibilità a quelle degli altri. Poi il termine ha designato chi è affetto da una minorazione fisica o psichica
insano non sano
malato da male, cattivo
minorato in condizione di inferiorità rispetto ad altri

 

SQUILIBRI MENTALI E COMPORTAMENTALI  (11)
 

folle termine onomatopeico che significa mantice, pallone, e per estensione “testa vuota”, priva di senno e raziocinio
isterica/o persona affetta da nevrosi (instabilità emotiva, immaturità affettiva e disturbi fisici). Il termine fu reso celebre dagli studi di Sigmund Freud. Deriva dal greco hysterikòs, uterino:  si pensava che la malattia fosse causata dalla ritenzione di fluidi nell’utero o dalla deprivazione sessuale. Poi è diventato un insulto sessista
maniaco da manìa, ardore folle e furioso: delirio accompagnato da forte agitazione; nell’accezione popolare indica una persona con una fissazione eccessiva per qualcosa
matto dal latino tardo “ubriaco”: persona che ha perso la ragione, malato di mente
mentecatto letteralmente, “preso nella mente”, quindi posseduto, infermo di mente
nevrotico persona con un disturbo psicopatologico di solito causato da un conflitto inconscio che genera disadattamento; da “neuron”, nervo
pazzo persona con grave alterazione dell’equilibrio psichico con allucinazioni e deliri.Forse dal latino patiens, sofferente
schizofrenico dal greco schizein, dividere e phrén, cervello, “mente divisa”: forma di psicosi con gravi alterazioni cognitive, affettive e comportamentali Il termine fu coniato dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler nel 1908 
schizzato (da schizofrenico): chi ha un comportamento disturbato, incoerente, molto nervoso e agitato
tossico da tossicodipendente, dipendente da una sostanza “velenosa”
autistico da “autòs“, se stesso: è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale che provoca ristrettezza d’interessi e comportamenti ripetitivi. Come insulto è usato come sinonimo di persona imbambolata, chiusa nei propri pensieri

 

DEFICIT PSICHICI (27)
 

folle termine onomatopeico che significa mantice, pallone, e per estensione “testa vuota”, priva di senno e raziocinio
isterica/o persona affetta da nevrosi (instabilità emotiva, immaturità affettiva e disturbi fisici). Il termine fu reso celebre dagli studi di Sigmund Freud. Deriva dal greco hysterikòs, uterino:  si pensava che la malattia fosse causata dalla ritenzione di fluidi nell’utero o dalla deprivazione sessuale
maniaco da manìa, ardore folle e furioso: delirio accompagnato da forte agitazione; nell’accezione popolare indica una persona con una fissazione eccessiva per qualcosa
matto dal latino tardo “ubriaco”: persona che ha perso la ragione, malato di mente
nevrotico persona con un disturbo psicopatologico di solito causato da un conflitto inconscio che genera disadattamento; da “neuron”, nervo
pazzo persona con grave alterazione dell’equilibrio psichico con allucinazioni e deliri.Forse dal latino patiens, sofferente
schizofrenico dal greco schizein, dividere e phrén, cervello, “mente divisa”: forma di psicosi con gravi alterazioni cognitive, affettive e comportamentali Il termine fu coniato dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler nel 1908 
schizzato (da schizofrenico): chi ha un comportamento disturbato, incoerente, molto nervoso e agitato
tossico da tossicodipendente, dipendente da una sostanza “velenosa”
arteriosclerotico affetto da arteriosclerosi, ossia irrigidimento delle arterie. Questo riduce il sangue che arriva ai tessuti e può determinare anche sintomi cognitivi: intorpidimento, confusione, difficoltà a capire
babbeo  vocabolo onomatopeico: imita una persona balbuziente, e per estensione sciocca
cretino affetto da cretinismo, ovvero da sindrome da carenza congenita di iodio, disturbo abbinato a ritardo mentale (vedi più avanti)
decerebrato privo di cervello
demente letteralmente “lontano dalla mente”
idiota letteralmente uomo privo di una funzione sociale in una città: inesperto, incapace, poi il termine ha designato persone affette da idiotismo, cioè da ritardo mentale, con basso quoziente intellettivo
imbecille affetto da imbecillità, ritardo mentale (da in-bacillum, senza bastone, indifeso, debole)
interdetto letteralmente: vietato. Indica una persona colpita da interdizione per infermità mentale
limitato persona poco dotata d’intelligenza
microcefalo affetto da microcefalia, malformazione neurologica nella quale la circonferenza del cranio è notevolmente più piccola della media; la malattia è associata a ritardo mentale
mongolo affetto da sindrome di Down, che comporta ritardo mentale
ottuso contrario di “acuto”: persona superficiale e tarda, di scarsa sensibilità
ritardato persona con deficit intellettivo, un tempo considerata “in ritardo” rispetto alle fasi di sviluppo mentale
scemo da “semis”, metà: persona scarsamente dotata di intelligenza
stupido letteralmente significa “stordito, preso da stupore): indica una persona con basso quoziente intellettivo, incapace di dominare la realtà restandone spiazzato.(ne ho parlato diffusamente in questo articolo)
subnormale persona con quoziente d’intelligenza inferiore a un valore considerato “normale”
tardone persona lenta e pigra d’ingegno (vedi ritardato)
tonto colpito da un tuono,attonito

 

La prevalenza del cretino

Paziente affetto da cretinismo in una foto d’epoca

In questo ambito, spicca la storia del termine “cretino”. La prima attestazione di uso medico risale al 1789: in alcune regioni alpine della Svizzera francese, si erano diffuse varie forme di ipotiroidismo congenito: la mancanza di iodio nella dieta genera un cattivo funzionamento della tiroide che produce meno ormoni, causando una crescita irregolare delle fibre nervose. Questa malattia causa una crescita irregolare delle ossa e delle articolazioni, danni neurologici e ritardi cognitivi. Un tratto distintivo tipico di questa malattia è l’ingrossamento della tiroide, che produce gozzi sul collo, e il nanismo.
I malati di sindrome da deficit congenito di iodio (questo il termine odierno della patologia) erano chiamati “crétin”, cioè “cristiani”: nel senso di poveri cristi, che meritavano compassione. E la malattia fu chiamata “cretinismo”. Termine che dal suo significato empatico passò a indicare persone con deficit cognitivi, dunque di scarsa intelligenza. Il termine, poi, si è sganciato dalla casistica di questa sindrome per indicare – in modo offensivo – le persone poco intelligenti. Con una grande diffusione, anche nel mondo dello spettacolo e della cultura.

GIOPPINO

Burattino che raffigura Gioppino

Il tipico rappresentante del “cretinismo” è la maschera bergamasca di Gioppino, che simboleggia valori contadini rozzi, ma positivi. Gioppino infatti ha sul collo tre vistosi gozzi tipici della malattia. Incarna il sempliciotto rozzo ma di buon cuore, pronto a difendere i deboli.
Faccione furbo, rubicondo, vestito di panno verde orlato di rosso, pantaloni scuri da contadino e cappello rotondo con fettuccia volante, di mestiere fa il facchino e il contadino, professioni che però non pratica preferendo guadagni occasionali meno faticosi. Ama il vino e il buon cibo. Di modi e linguaggio rozzissimi, ma di buon cuore, porta sempre con sé un bastone che usa per difendere gli oppressi e punire i prepotenti.

AL CINEMA

André Deed

Il termine “cretino” ha avuto poi una gran fortuna grazie a uno dei primi attori del cinema muto, il francese André Deed (pseudonimo di Henri André Augustin Chapais, 1879 – 1940): fra il 1909 e il 1920 ha interpretato oltre 90 cortometraggi comici recitando nel ruolo di Cretinetti, personaggio che lo rese popolare in tutta Europa. Un appellativo che ha avuto gran fortuna anche negli anni successivi: nel film “Il vedovo” di Dino Risi (1959), Alberto Sordi interpreta un industriale incapace disprezzato dalla moglie (Franca Valeri) con l’appellativo di “cretinetti”.

I fratelli De Rege

“Vieni avanti, cretino!” è invece il tormentone inventato dai fratelli De Rege, uno duo comico che negli anni ‘30 ebbe molto successo. Impersonavano due fratelli, uno intelligente, l’altro nei panni del fratello scemo. Facevano ridere grazie agli equivoci verbali innestati dall’ignoranza del “cretino” e amplificati dalla sua accentuata balbuzie. L’ingresso del fratello scemo veniva preceduto dalla famosa battuta “vieni avanti cretino”, battuta ripescata poi negli anni ‘60 dal duo Walter Chiari e Carlo Campanini, e infine dall’omonimo film di Luciano Salce con Lino Banfi del 1982.

NELLA CULTURA

Poi il termine ha avuto ulteriore fortuna grazie al libro “La prevalenza del cretino” di Fruttero e Lucentini (1985): «È stato grazie al progresso che il contenibile “stolto” dell’antichità si è tramutato nel prevalente cretino contemporaneo, personaggio a mortalità bassissima la cui forza è dunque in primo luogo brutalmente numerica; ma una società ch’egli si compiace di chiamare “molto complessa” gli ha aperto infiniti interstizi, crepe, fessure orizzontali e verticali, a destra come a sinistra, gli ha procurato innumerevoli poltrone, sedie, sgabelli, telefoni, gli ha messo a disposizione clamorose tribune, inaudite moltitudini di seguaci e molto denaro. Gli ha insomma moltiplicato prodigiosamente le occasioni per agire, intervenire, parlare, esprimersi, manifestarsi, in una parola (a lui cara) per “realizzarsi”. Sconfiggerlo è ovviamente impossibile. Odiarlo è inutile. Dileggio, sarcasmo, ironia non scalfiscono le sue cotte d’inconsapevolezza, le sue impavide autoassoluzioni (per lui, il cretino è sempre “un altro”); e comunque il riso gli appare a priori sospetto, sconveniente, «inferiore», anche quando − agghiacciante fenomeno − vi si abbandona egli stesso.»
La stessa tipologia di persona che in tempi recenti ha identificato Umberto Eco nel tipico utente di Internet: oggi il Web “dà diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo tre bicchieri di rosso e quindi non danneggiavano la società. Certe volte basta vedere i tweet che scorrono in basso: sono persone che prima venivano messe a tacere dai compagni e che invece oggi hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel”.

“Gabriele D’Annunzio è un cretino illuminato da lampi di imbecillità.”

ENNIO FLAIANO

“Per essere cretini bisogna crederci fino in fondo.”

ENRICO VAIME

“Signori si nasce, cretini si muore.”

TOTÒ

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