Quali sono state le parolacce più notevoli del 2022, in Italia e nel mondo? Anche quest’anno ho preparato la classifica dei 10 insulti più emblematici del 2022. Un anno nero, fra Covid, guerra, speculazioni finanziarie e inflazione. Non ci sono sondaggi al riguardo, ma credo che il caro-bollette di gas e luce avrà aumentato la frequenza delle imprecazioni in tutto il mondo. E i Mondiali di calcio, di solito un momento di grande aggregazione, sono stati avvelenati dalla mancata partecipazione dell’Italia e dallo scandalo sulla presunta corruzione di politici europei da parte del Qatar.
Di tutto questo – e altro – c’è traccia nella classifica delle parolacce dell’anno, arrivata ora alla 15esima edizione con molti episodi notevoli, in molti casi di risonanza mondiale.
Ecco dunque la mia “Top ten” con i 10 episodi volgari più emblematici e divertenti riportati dalle cronache nazionali e internazionali. Per sorridere e per riflettere. Come per le precedenti edizioni, ho selezionato gli episodi con 3 criteri: il loro valore simbolico, le loro conseguenze e la loro carica di originalità. Buona lettura. E buon anno!
La classifica 2022
1) IL GESTACCIO
Il guanto d’oro diventa… un fallo (di reazione)
Emiliano Martinez (Argentina) Lusail (Qatar), 18 dicembre 2022
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IL FATTO
Finalissima dei Mondiali in Qatar. Al termine di una partita epica, combattutissima, che entrerà nelle antologie del calcio, l’Argentina riesce a spuntarla ai calci di rigore contro la Francia. Oltre alle prodezze di Lionel Messi, la squadra latinoamericana deve la sua vittoria anche all’abilità del portiere Emiliano Martinez: para un tiro insidioso di Kolo Muani al 120° minuto, ma soprattutto para il rigore a Kingsley Coman suggellando così la vittoria dell’Argentina.
Inevitabile che gli fosse assegnato il Guanto d’oro, il premio al miglior portiere. Ma quando ha ritirato il trofeo, l’ha messo sul pube in un gesto inequivocabile: l’equivalente del dito medio, un gesto fallico di scherno che significa “‘sto cazzo”, un’esibizione di dominanza fallica (“io ce l’ho più lungo di tutti”) o una minaccia di monta (il vaffa). Qualunque fosse il senso, un gesto platealmente offensivo.
Il motivo di un gesto così platealmente volgare? «L’ho fatto perché i francesi mi hanno fischiato. L’arroganza non funziona con me». Sarà, ma un gesto così scurrile, per di più in mondovisione e nella manifestazione sportiva più seguita sul pianeta, non si era mai visto: un atto anti sportivo, oltre che di cattivo gusto. Anche se è durato una manciata di secondi, il gesto ha fatto il giro del mondo. Tanto che un deputato francese Karl Olive, presidente del Comitato Olimpico francese, ha chiesto ufficialmente alla FIFA di ritirare il premio a Martinez per quel brutto gesto. «Quella immagine non è bella per il calcio». In effetti non ha torto: in altri sport (Wimbledon, Formula 1…) un gesto del genere non sarebbe rimasto impunito. Ma il mondo del calcio è abituato a digerire questo e altro.
Per approfondire il significato dei gestacci, ecco il mio articolo.
2) PREMI IN NATURA
«Se vincete, vi faccio arrivare un pullman di troie».
Silvio Berlusconi ai calciatori del Monza,
Monza, 13 dicembre 2022
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IL FATTO
Cena degli auguri di Natale: allo Stadio Brianteo di Monza, i dirigenti e la squadra si trovano alla presenza degli sponsor. Il presidente Silvio Berlusconi, che acquistò la squadra nel 2018, portandola per la prima volta in serie A nel 2022, fa undiscorso motivazionale: «Abbiamo trovato un nuovo allenatore che era l’allenatore della nostra squadra primavera: è bravo, simpatico, gentile e capace di stimolare i nostri ragazzi. Io ci ho messo una stimolazione in più, perché ai ragazzi che sono venuti qui adesso ho detto: “Ora arrivano Juventus, Milan eccetera e se vincete con una di queste grandi squadre vi faccio arrivare nello spogliatoio un pullman di troie”». Risate in sala.
Per un uomo di 86 anni, un’uscita notevole: un’iperbole così esagerata da diventare comica. Ma non poteva restare una semplice battuta da ristorante, visto chi l’aveva pronunciata: un ex primo ministro, oltre che il più celebre imprenditore brianzolo televisivo e calcistico, per di più finito nella bufera per le “cene eleganti” con escort. Mentre nei tribunali ha sempre negato di fare sesso a pagamento, coi giocatori del Monza gioca provocatoriamente a farne una bandiera. O forse, più semplicemente, in lui ha prevalso il gusto per la battuta ad effetto, a dispetto di tutto e di tutti.
Peraltro, Berlusconi è uno dei pochi che potrebbero permettersi di mantenere davvero una promessa del genere: la scena sarebbe piaciuta a Martin Scorsese per una scena di “The Wolf of Wall Street”, o a Carlo Vanzina per un cinepanettone. Così il video ha fatto il giro del mondo. E ha sollevato anche diverse polemiche politiche.
L’ex presidente della Camera Laura Boldrini ha commentato: «Parole indegne, ancora più ignobili se a proferirle è un senatore della Repubblica e leader di un partito. Becero sessismo usato come goliardia. Ricordo che Meloni, Salvini e Tajani lo volevano Presidente della Repubblica». «Quella di Berlusconi non è una battuta: non fa ridere ed è offensiva. Le donne non sono un premio per gli uomini» ha aggiunto il governatore dell’Emilia Romagna e candidato alla segreteria del Pd, Stefano Bonaccini.
E così Berlusconi , in un tweet, ha ribadito d’aver solo scherzato: «Francamente non pensavo, e nessuno poteva immaginare, che una semplice battuta “da spogliatoio” scherzosa e chiaramente paradossale, che ho rivolto ai calciatori del mio Monza potesse suscitare commenti tanto malevoli quanto banali e irrealistici. Compiango questi critici».
La battuta, comunque, ha fatto breccia diventando virale fra gli appassionati di calcio e in generale fra gli uomini: nei commenti sul sito Web del Monza, il commento più comune è “Quando arriva il pullman? Chiedo per un amico”. Una battuta destinata a entrare negli annali come modo di dire.
3) LITIGIO DA OSCAR
«Tieni il nome di mia moglie fuori dalla tua cazzo di bocca!»
Will Smith, Los Angeles,
27 marzo 2022, notte degli Oscar
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IL FATTO
Notte degli Oscar. Fra una premiazione e l’altra, il comico Chris Rock, dopo qualche battuta su Javier Bardem e Penélope Cruz presenti in sala, ha ha fatto un commento sulla testa rasata di Jada Pinkett, moglie di Will Smith: «Jada, ti adoro. Fai “Soldato Jane 2”, non vedo l’ora di vederlo, va bene?». Alludeva al film “Soldato Jane” del 1997, in cui Demi Moore interpretava un militare con la testa rasata. Gran parte del pubblico, compreso WIll Smith, ride. La Pinkett alza gli occhi al cielo. «Questa è stata bella» ha aggiunto Rock, che però, dopo pochi istanti, vede avvicinarsi Smith in modo minaccioso: gli dà un ceffone in pieno volto e torna a sedersi fra il pubblico.
Rock è riuscito a mantenere la calma, dicendo: «Oh, wow! Wow… Will Smith mi ha appena fatto a pezzi» [ in inglese l’espressione è piuttosto rude: Will Smith just smacked the shit out of me smacked the shit out, letteralmente “Mi ha tirato fuori la merda” ]. Ma Smith gli ha gridato: «Tieni il nome di mia moglie fuori dalla tua cazzo di bocca!» [Keep my wife’s name out your fucking mouth!, letteralmente “fottuta bocca”]
Rock ha cercato di difendersi dicendo che quella sul soldato Jane era solo una battuta, ma Smith ha ribadito la sua rabbia, ripetendogli: «Tieni il nome di mia moglie… fuori dalla tua cazzo di bocca!». Rock ha risposto: «Lo farò, daccordo… E’ stata una grandissima notte nella storia della televisione».
Incidente vero o simulazione per fare audience? Chissà. Di certo, Smith ha pagato cara la sua reazione: è stato bandito dagli Oscar e da tutti gli altri eventi dell’Academy per 10 anni.
4) PROTESTA LUMINOSA
«Baciaculo dei dittatori, megalomane, brufolo petulante …»
Alan Marling a Elon Musk,
sede di Twitter, San Francisco, 18 novembre 2022
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IL FATTO
Il 27 ottobre, il miliardario Elon Musk compra Twitter, la piattaforma social fondata nel 2006, per 44 miliardi di dollari. Pochi giorni dopo, il 4 novembre, licenzia metà dei dipendenti, 3.750 persone. Poi invia una mail ai dipendenti, intimandolo loro di scegliere tra un “impegno estremo” (‘hardcore”), e il licenziamento.
In attesa di sapere il destino della piattaforma, Alan Marling, scrittore fantasy e attivista, ha una trovata: non potendo incontrare Musk di persona, invece di protestare brandendo cartelli, o di scrivere sui muri con lo spray, scrive una serie di frasi insultanti al computer e con un videoproiettore le spara sulla facciata della sede di Twitter a San Francisco indossando una maschera da Capitan America e un cappello del movimento ambientalista Sunrise. Una raffica di frasi diffamatorie, un “troll” luminoso e impalpabile:
«Baciaculo dei dittatori, megalomane, brufolo petulante, oligarca senza legge, crudele arraffone, parassita supremo privilegio pressurizzato, Edison stupido, miliardario senza meriti, mentitore ridicolo, fobico dell’unione, affarista dell’apartheid, maschio mediocre, meschino razzista».
La protesta ha attirato molti passanti che hanno scattato foto e video, rendendo virale l’evento. Marling ha raccontato la sua storia al Los Angeles Times: «Ho iniziato a protestare contro Twitter nel 2017. Volevo che l’azienda applicasse le sue politiche sull’incitamento all’odio e smettesse di amplificare i suoi tweet di Donald Trump. Twitter ha fatto da altoparlante ai suoi discorsi d’odio da suprematista bianco. Gli hanno dato un modo per diffondere le sue teorie del complotto della supremazia bianca Musk è lui stesso un suprematista bianco. Ero particolarmente preoccupato: Musk ha tagliato gli staff per i diritti umani, la diversità e l’inclusione. Contesto che Twitter sia uno spazio per la libertà di parola, essendo una società che cerca di trarre profitto da questa libertà. Volevo un nuovo modo di protestare. È una protesta nonviolenta e silenziosa che consente alle persone di interagire con essa tanto o poco quanto desiderano. La difficoltà sta nell’alimentazione: uso batterie al litio ma tendono a sciogliersi: è difficile da gestire. Ecco perché non vedi molti attivisti delle proiezioni luminose. Indipendentemente dal fatto che Twitter imploda o meno, in generale dovremmo ritenere le aziende tecnologiche responsabili di ciò che pubblicano e diffondono nel mondo. Twitter e altre piattaforme continueranno a veicolare l’estremismo anche a scapito della verità, della democrazia e degli interessi nazionali finché continueremo a permettere che sia redditizio». A questo si aggiungono i timori che, con la gestione di Musk, la piattaforma diventi meno libera. Lo scopriremo nel 2023.
5) SBROCCO MUNDIAL
«Sono tutti una manica di ladri, questi figli di puttana! Si, registrami! La figa di tua madre!».
José Giménez (Uruguay),
Al-Wakrah (Qatar), 2 dicembre 2022
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IL FATTO
Partita Ghana-Uruguay, girone del gruppo H. La nazionale sudamericana vince per 2-0, ma il risultato non basta a qualificarsi al turno successivo: deve tornare a casa. I giocatori uruguayani contestano l’arbitraggio del tedesco Daniel Siebert, che ha concesso un rigore al Ghana (parato da Sergio Rochet) e negato due rigori. A partita finita, molti giocatori corrono verso l’arbitro per protestare. A loro si aggiunge José María Giménez che dopo aver colpito con il gomito (pare) un addetto della Fifa, inizia a protestare davanti a telecamere e telefonini:
Per lo sfogo, unito alla gomitata, Giménez rischia pesanti sanzioni da parte della Fifa.
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IL FATTO
Il talk show di Maurizio Costanzo ha registrato l’ennesima rissa televisiva fra il critico d’arte Vittorio Sgarbi e il giornalista Giampiero Mughini. L’occasione del diverbio (il video è visibile a questo link) è stata una discussione in merito all’atteggiamento da tenere con gli artisti russi, vista la guerra con l’Ucraina.
Sgarbi si è infiammato dicendo: «Che un cantante russo non possa venire in italia è una forma di fascismo dell’occidente, è intollerabile, sono artisti e vanno difesi fino in fondo!». Mughini ha commentato: «Hai fatto la filippica, dai, ormai l’hai fatta». Poi ha aggiunto: «Il caso del direttore d’orchestra mi sembra lievemente diverso perché il sindaco Sala (Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ndr) aveva chiesto che lui si pronunciasse contro l’idea della guerra». SGARBI: Non devi essere obbligato a farlo per lavorare! MUGHINI: Ma calmati! SGARBI: Ma calmati tu! Imbecille.
Mughini si alza verso di lui, lo spinge e Sgarbi finisce a terra, mentre Mughini gli urla: «Pezzo di merda, pezzo di merda!»
SGARBI: Faccia di culo! Testa di cazzo! Coglione! E violento: sei peggio di Putin! MUGHINI: Pezzo di merda! SGARBI: Merda umana! Coglione! Caccialo via quello stronzo testa di cazzo
[Al Bano e Costanzo cercano di calmarli]
MUGHINI: L’altra volta mi hanno bloccato, questa volta non ci sono riusciti… SGARBI: Testa di cazzo! MUGHINI: Mi alzo e ti prendo a calci in culo di nuovo eh? SGARBI: E io ti spacco la testa. Fascista! Fascista! Fascista! MUGHINI: Squallido personaggio.
La messa in onda della pubblicità pone fine alla rissa, un litigio da osteria fra “prime donne” (qui il video integrale). Sgarbi, che ha ricevuto un Tapiro d’oro per l’episodio, ha poi commentato: «La mia estetica è l’incidente, l’imprevisto. L’attacco di Mughini è stato un incidente, un imprevisto sublime. Pensa cosa sarebbe stata quella puntata del Maurizio Costanzo Show senza quel momento: praticamente, una cartolina. Col cantante che fa il cantante da 40 anni, il comico che dice le sue barzellette da 40 anni. Trovare un Mughini così spontaneamente disposto alla rissa, invece, ha fatto saltare il banco: non posso che essergliene particolarmente grato». In un’altra intervista, però, è stato più sincero e meno sbruffone: «Quando accadono eventi di questo genere, mi pento sempre, subito dopo. Come ogni buon coccodrillo. Dopo, non per finta, dico: potevo risparmiarmelo. Ma la verità è che non potevo: era un flusso inarrestabile».
7) CINEPANETTONE
«Com’è questo vino, bottiglia dell’anno abruzzese?».
«’Na merda».
Vittorio De Sica, trailer del film “Natale a tutti i costi”, Netflix 29 novembre 2022
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IL FATTO
A quasi 40 anni dal primo cinepanettone (“Vacanze di Natale”, 1983), Christian De Sica torna sugli schermi con un nuovo film, “Natale a tutti i costi”. E’ il remake di una commedia francese del 2021, “Mes très chers enfants”, come sempre all’insegna di una comicità greve. Nel trailer, infatti, l’attore Claudio Colica chiede a De Sica:“Com’è questo vino, bottiglia dell’anno abruzzese?» La risposta è lapidaria: “’Na merda”.
Appena il trailer è stato pubblicato, il Consorzio Tutela vini d’Abruzzo ha inviato una diffida a Netflix, chiedendo di cancellare la frase e di ritirare il trailer, altrimenti sarebbe partita la richiesta di danni. In campo anche Coldiretti Abruzzo, che ha rimarcato: «Una battuta infelice e fuori luogo, che nuoce gravemente all’immagine di una intera regione e dei tantissimi imprenditori che, con dedizione e lungimiranza, hanno lavorato negli ultimi venti anni per far emergere ed apprezzare le straordinarie potenzialità del settore vitivinicolo». Sulla stessa linea anche Confartigianato. Alle rimostranze degli operatori si è aggiunta quella del governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio, che ha scritto una lettera aperta a De Sica: «Ci ha lasciato con l’amaro in bocca. un’offesa gratuita e ingenerosa, oltre che profondamente ingiusta il grande pubblico che la segue e apprezza da sempre (compresi i tanti abruzzesi che la amano da generazioni), possa farsi davvero l’idea che i vini abruzzesi siano generalmente prodotti di scarsa qualità, minando una reputazione conquistata con tanto lavoro e altrettanta passione. A una battuta gratuita che si poteva risparmiare, potremmo rimediare con uno spot gratuito per i nostri vini».
Alla fine, comunque, la frase sul vino è rimasta al suo posto, così come il trailer e il film. Alla conferenza ufficiale di presentazione del film, però, attori e produttori hanno voluto chiarire l’episodio. De Sica ha detto: «A me il vino abruzzese piace, e poi in Abruzzo ci vengo spesso per i miei spettacoli. Nel film dico quella battuta perché sono arrabbiato con mio figlio (interpretato da Colica)». L’attore, però, ha aggiunto un commento interessante: «Ormai oggi con il politicamente corretto non si può dire più niente e per un comico è un problema. Se io adesso rifacessi un film come quelli del passato con Aurelio De Laurentiis andrei carcerato. Io credo che si rida con il demonio e non con San Francesco. Si ride con la cattiveria, il comico è cattivo, non è buono. La vecchia che casca è una cosa brutta, ma fa ridere. Le commediole che vediamo oggi sono troppo eleganti e si ride di meno. Non si sentono più i boati di vent’anni fa». Opinione condivisibile. E’ forse la prima volta, comunque, che un cinepanettone suscita così tante polemiche e minacce legali.
8) LA GAFFE
«Troia».
Iva Zanicchi, Ballando con le stelle, Rai1, 8 ottobre 2022
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IL FATTO
A Ballando sotto le stelle vari personaggi della tv e dello spettacolo si sfidano in una gara di ballo. Fra i partecipanti, Iva Zanicchi, che a 82 anni si è cimentata nella competizione con il ballerino Samuel Pieron, 40 anni. Dopo la loro esibizione, Selvaggia Lucarelli (una dei giudici) esordisce dicendo «Il ballo è stato un disastro»; la Zanicchi le ha risposto «Eh dai Lucarelli cazzarola!». «Mi sei molto simpatica ma devo essere onesta…», ha replicato la Lucarelli. Al che la Zanicchi ha chiosato: «Vabbè Lucarelli, dammi il cacchio che vuoi». E così è stato. Quando è venuto il momento delle votazioni, la Lucarelli ha affibbiato uno “zero” alla coppia. La Zanicchi ha sfoderato una risata di indifferenza, poi si è avvicinata a Pieron, sussurrandogli: «Troia», rivolto alla Lucarelli. Non si era resa conto che il microfono ad archetto di Pieron aveva catturato il suo sfogo, mandandolo in onda in diretta (qui il video).
Il giorno dopo, i social hanno rilanciato subito il video dell’episodio, e la Lucarelli ha twittato: «Io attendo le scuse». Che sono arrivate subito dalla Zanicchi: «Delle volte si dicono delle cose a caldo che non si pensano veramente. Chiedo pubblicamente scusa a Selvaggia, come ho già fatto in privato, perché purtroppo delle volte dico delle cose senza pensarci. Spero si capisca che non c’era cattiveria».
Ma la polemica ha avuto un lungo strascico sui giornali. La Zanicchi ha voluto precisare: «L’ho detto, non lo nascondo, ma sono rimasta talmente male per lo zero ricevuto che mi sono avvicinata al mio ballerino non ricordando che avesse il microfono aperto e ho detto la parolaccia, una parola stupida, non volevo offendere. Non credevo si sentisse ma sarebbe stato imperdonabile lo stesso. Certe cose non si dicono».
Ma la Lucarelli non ha fatto sconti, né a lei né al suo partner, “colpevole” di aver riso allo sfogo della Zanicchi: «Iva non ha usato una parola stupida ma un epiteto sessista per mortificare e delegittimare un’altra donna è piuttosto grave. Mi fa pensare che lo usi in modo automatico nella vita, e questo sarebbe ancora più grave…. Dato che Peron si è fatto grasse risate quando ha sentito quella parola, mi aspetto le scuse anche da lui».
9) LA SCOPERTA
Secvndinvs Cacor (Secondino merdoso)
Vindolandia (Uk),
9 giugno 2022
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IL FATTO
Lo scorso giugno Dylan Herbert, biochimico inglese e archeologo dilettante, che camminando su un terreno vicino alle rovine di Vindolandia, un forte romano costruito 1700 anni fa lungo il vallo di Adriano, al confine fra Inghilterra e Scozia, ha trovato incisi su una lastra di pietra un fallo con scritto accanto “Secundinus cacor” (“Secondino merdoso”). «Considerato lo sforzo e il tempo necessario per incidere figura e scritta sulla pietra, l’autore, probabilmente un soldato della guarnigione, doveva avercela a morte con quel Secundinus » ha commentato la scoperta Andrew Birley, l’archeologo capo degli scavi di Vindolandia «La scoperta è però molto interessante anche per l’uso del fallo come potenziamento dell’offesa, visto che normalmente le sue rappresentazioni nella società romana, molto comuni, erano propiziatorie di fertilità e fortuna. Chissà se l’autore l’ha aggiunto per sottintendere le scarse dote intellettuali dell’avversario (cazzone)». Non è una sorpresa il turpiloquio degli antichi Romani: nel mio libro parlo dei graffiti trovati a Pompei. E ho appena scritto una lunga ricerca sugli insulti, ancora più antichi, dei Greci.
10) STUPIDITÀ ARTIFICIALE
Il Museo Dickens censurato da TikTok: evoca una parolaccia
Londra, 24 marzo 2022
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IL FATTO
A Londra il Museo Charles Dickens, ambientato in una delle residenze dove visse lo scrittore, ha lanciato un appello: TikTok aveva bloccato il loro account perché Dickens evoca una parolaccia (“dick” vuol dire “cazzo” in inglese). Se qualcuno cercava la parola Dickens, approdava a una pagina con il seguente avviso: «Questa frase potrebbe essere associata a comportamenti o contenuti che violano le nostre linee guida. Promuovere un’esperienza sicura e positiva è la massima priorità di TikTok».
Insomma, l’intelligenza artificiale si era prodotta in una… stupidità artificiale. E i gestori del museo hanno denunciato il caso su Twitter: «Abbiamo bisogno del vostro aiuto! Abbiamo lanciato un’utenza Tik Tok, ma #Dickens è bloccata! #CharlesDickens è impossibile da trovare perché ha una parolaccia nel cognome. Stiamo chiedendo a voi meravigliosi follower di condividere il nostro tweet con lo slogan #FreeDickens (libera Dickens) per mostrare a Tik Tok che Dickens è importante!».
Grazie alla campagna, la situazione si è sbloccata e TikTok ha corretto l’algoritmo. Chissà se i musei italiani Bianchi-Cazzaniga (Milano) e Cazzetta (Selva di Cadore) rischiano una censura simile da parte di TikTok.
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