Quali sono state le parolacce più notevoli del 2023, in Italia e nel mondo? Anche quest’anno ho preparato la classifica dei 10 insulti più emblematici dell’anno appena concluso. Un anno segnato, ancora una volta, da un’inflazione delle parolacce: si usano sempre più spesso, erodendo il loro potere espressivo.
In Veneto, un bar a Castello di Godego, nel Trevigiano, ha cercato di frenare questa inflazione comminando multe (da 1 a 5 euro) per i clienti che bestemmiano: lo facevano già gli inglesi in età vittoriana, e i risultati si sono visti. Un provvedimento inutile, soprattutto per le imprecazioni che spesso sono una sorta di riflesso neurologico incontrollabile.
Ecco perché, in questo scenario, risultano più apprezzabili quanti allargano lo sguardo, utilizzando espressioni meno inflazionate. Un esempio? Vincenzo De Luca. Il governatore della Campania, fra i personaggi pubblici, è fra i pochi che si preoccupano di perseguire una certa originalità e ironia quando devono criticare qualcuno. Ecco, ad esempio, quanto aveva affermato a proposito dell’ultimo festival di Sanremo: «Un festival di infelici, con gli sfessati, gli sciamannati, gli sfrantumati. Pensano di essere moderni. No, questi sono imbecilli. Un Festival di cafoni e volgari». Oppure il suo commento sarcastico su Mauro Corona, migrato dalla Rai a Rete4: «Spiace non poter più vedere quel Neanderthal, quel troglodita vestito come un capraio afgano, un cammelliere yemenita, sto male a immaginare che non avremo più quell’immagine di raffinatezza». A riprova del fatto che la cultura (De Luca è professore di storia e filosofia) è l’unico rimedio efficace contro gli insulti beceri e inflazionati.
Ecco dunque la mia “Top ten” con i 10 episodi volgari più emblematici e divertenti riportati dalle cronache nazionali e internazionali. Per sorridere e per riflettere. E’ la 16esima edizione: come in passato, ho selezionato gli episodi con 3 criteri: il loro valore simbolico, le loro conseguenze e la loro originalità. Buona lettura. E buon anno!
La classifica 2023
1) CANTANTI
Gino Paoli: “lo spettacolo è una merda, emergono le cantanti che mostrano il culo”.
Elodie: “Ci sono artisti che hanno scritto capolavori, ma nella vita sono delle merde”.
15 dicembre 2023
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IL FATTO
In occasione dell’uscita del suo libro autobiografico “Cosa farò da grande”, il Corriere della Sera intervista Gino Paoli, 89 anni. L’autore de “Il cielo in una stanza” “Sapore di sale” e “La gatta”, ripercorre diversi retroscena della sua lunga carriera. Il giornalista, Aldo Cazzullo, gli chiede perché, nel libro, scrive che “Lo spettacolo è un mondo di merda?”. Risposta. «è tutto apparenza. Oggi peggio di ieri. Ieri avevamo Mina e la Vanoni. Oggi emergono le cantanti che mostrano il culo».
Nient’altro. Nessun riferimento concreto a una cantante in particolare. Ma nel giro di poche ore la cantante Elodie Di Patrizi, 33 anni, scrive su Twitter: «Ci sono artisti che hanno scritto capolavori, ma nella vita di tutti i giorni sono delle Merde, è così. Io preferisco essere una bella persona».
Insomma una reazione spropositata che ha trasformato il pensiero generico di Paoli in un pesante attacco personale. Un caso clamoroso di “coda di paglia”: se Elodie non avesse reagito, nessuno avrebbe collegato a lei la frase di Paoli, che sarebbe passata inosservata come critica generica. Invece, con il suo tweet, ha acceso i riflettori su se stessa, facendo un clamoroso autogol con una reazione sproporzionata e un pesante attacco personale. E i suoi fan hanno ricordato che anche Ornella Vanoni (a suo tempo legata a Paoli) si esibiva in abiti provocanti.
Interpellato per una controreplica, Paoli ha precisato meglio il suo pensiero: «Oggi l’apparenza è più importante della sostanza. Non è importante quanto tu sia brava a cantare, ma che tu sia gradevole. Siamo nell’epoca dell’apparenza, l’importante è impressionare. Con questa mentalità Lucio Dalla non sarebbe mai diventato Dalla».
Giorni dopo, Striscia la notizia ha mandato sotto casa di Elodie un finto Gino Paoli (Ballandini) che le ha dedicato la canzone “Parigi con le gambe aperte” : “Pensiamo invece a lei, Io metterei il suo culo tra i trofei, Un culo bianco e tondo che non finiva mai, Meglio dei paradisi di Versailles.”
2) PAPALE PAPALE
Javier Milei: Bergoglio “imbecille”, “comunista” e “presenzamaligna”
Papa Francesco: “attenti ai clown messianici”
Argentina, autunno 2023
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IL FATTO
La campagna elettorale per le ultime presidenziali in Argentina ha registrato un fatto clamoroso: il candidato ultraliberista Javier Milei ha più volte attaccato duramente il suo connazionale papa Francesco. In diverse occasioni lo ha definito “imbecille”; “Un gesuita con affinità con i comunisti assassini”, “un rappresentante del Male nella Casa di Dio”, uno che “porta avanti politiche ecclesiali di merda”.
Mai un capo di Stato aveva attaccato così un leader religioso. Unica eccezione: l’ex presidente delle Filippine, Felipe Duterte, come raccontavo qui.
Gli attacchi di Milei non sono passate inosservate: un documento congiunto firmato dal vescovo ausiliare e vicario generale di Buenos Aires, Gustavo Carrara, e da 71 sacerdoti del movimento dei “curas villeros” ha respinto le offese nei confronti di Bergoglio, ribadendo la necessità “di una politica a favore del bene comune, con la persona umana al centro”. Per i “curas villeros”, che si rifanno alla dottrina sociale della Chiesa, un candidato che afferma che “la giustizia sociale è un’aberrazione” rappresenta “un attacco diretto alla radice della fede“.
Papa Francesco si è ben guardato dal replicare. Anche se in un’intervista all’agenzia di stampa nazionale argentina Telam ha criticato i “pagliacci del messianismo” e i “pifferai magici”, respingendo l’accusa di essere comunista. Quando vuole, il papa sa essere tagliente, come raccontavo qui.
Alla fine il 19 novembre Milei ha vinto le elezioni diventando presidente con il 55,69% dei voti. Forse, spenti i riflettori della campagna elettorale, i rapporti con il papa potranno proseguire su binari più rispettosi.
3) CINEMA
Barbie: “Lei sa fare di tutto. Lui sa solo come scopare”.
Francia, 16 giugno 2023
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IL FATTO
E’ uno dei film più visti del 2023: “Barbie”, di Greta Gerwig, ha portato sul grande schermo la celebre bambola bionda della Mattel. Ed è stato un successo al botteghino: è stato il secondo film più visto in Italia, ed è stato il 14° film più visto nella storia del cinema. Il film ha avuto un’intensa campagna promozionale, basata su trailer e poster. In quest’ultimo, lo slogan era (in italiano): “Lei può essere tutto ciò che vuole. Lui è solo Ken”.La frase è stata tradotta in varie lingue. In francese è stata resa così: “Elle peut tout faire. Lui, c’est juste Ken”. Peccato che in francese “ken” è una parola gergale volgare che significa “scopare”. Lo scivolone è diventato virale sul Web. Alcuni hanno pensato a una svista, ma dato che il termine è così ampiamente conosciuto ai francofoni, è probabile si sia trattato di un doppio senso voluto, per attirare l’attenzione sul film. Un marketing malizioso.
4) ARTE
Il dito medio fa il giro del mondo
Al Weiwei, 7 aprile 2023
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IL FATTO
Dal 1995, l’artista e attivista cinese Al Weiwei ha raccolto in Study of Perspective varie foto in cui mostra il dito medio ai luoghi del potere, simboli di censura, coercizione, oppressione: da piazza Tiananmen alla Trump Tower di New York, fino al Reichstag di Berlino.
Quest’anno Al Weiwei ha trasformato il progetto in un’opera collettiva grazie all’intelligenza artificiale: “Middle finger”. Si tratta di una piattaforma web nella quale i navigatori possono selezionare un luogo qualsiasi del mondo su Google Maps, posizionare la foto del dito medio dell’artista davanti all’obiettivo prescelto e scattare virtualmente una foto, per poi salvarla o condividerla sui social network utilizzando l’hashtag #studyofperspective. Le foto sono salvate (in forma anonima) e visionabili sulla piattaforma Middle Finger. Insomma, un vaffa su scala planetaria. «Spesso ci dimentichiamo di avere un dito medio. Penso sia giusto ricordare che questa parte del corpo può essere indirizzata contro qualcosa – un’istituzione o chi detiene un potere – per fargli sapere, e prendere coscienza noi stessi, che esistiamo», spiega Weiwei.
5) LA SENTENZA
P.Q.M. cazzo
Corte di Cassazione, Roma, 13 gennaio 2023
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IL FATTO
La sentenza è la n. 35183 del 2022 emessa dalla Suprema Corte di Cassazione, seconda sezione penale. La Corte respinge il ricorso di un imputato per truffa ai danni dello Stato per la confisca di un’automobile (un’Opel Astra). Dopo aver elencato le considerazioni giuridiche del caso, i giudici hanno introdotto la decisione finale con la formula “P.Q.M.”, ovvero “per questi motivi”. A cui si è aggiunto “cazzo”: com’è possibile?
AdnKronos, che ha dato per prima la notizia, ipotizza che possa essere stata colpa di un programma di dettatura vocale. Nel frattempo, l’errore è stato corretto nell’archivio della Suprema Corte. Ma da quel momento l’organo giudiziario ha guadagnato il soprannome ironico “Corte di Cazzazione”.
6) LA PROVOCAZIONE
Vi do un miliardo di dollari se cambiate nome in “Cazzopedia”
Elon Musk, Twitter, 22 ottobre 2023
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IL FATTO
La proposta è arrivata su Twitter/X lo scorso autunno: il sanguigno imprenditore Elon Musk ha offerto 1 miliardo di dollari (circa 946 milioni di euro) a Wikipedia “se cambieranno il loro nome in Dickipedia”, cioè Cazzopedia. Nel post, oltre al proprio messaggio, Musk ha inserito anche una schermata della home page di Wikipedia, sulla quale è possibile vedere il messaggio di richiesta di donazioni del fondatore dell’enciclopedia online, Jimmy Wales.
“Vi siete mai chiesti perché la Wikimedia Foundation vuole così tanti soldi? Certamente non sono necessari per far funzionare Wikipedia – ha poi aggiunto Elon Musk – Potete letteralmente inserire una copia dell’intero testo sul vostro telefono! Quindi, a cosa servono i soldi? Le menti curiose vogliono sapere…”.
La provocazione di Musk è uscita dopo una serie di attacchi da parte di Wales, che contestava la gestione di Twitter/X: “Musk ha rimosso tutte le funzionalità principali che rendevano possibile distinguere i giornalisti veri da quelli falsi”, nel conflitto fra Israele e Palestina. Insomma, l’attacco svilente di Musk aveva tutta l’aria di voler distrarre il pubblico da una questione per lui imbarazzante: l’attendibilità delle informazioni su Twitter.
Nella sua risposta provocatoria, Musk ha anche aggiunto che la sua offerta sarebbe stata valida se Wikipedia avesse mantenuto il nuovo nome anche solo per un anno.
Wikipedia ha replicato che la sola versione inglese occupa 51 gigabytes di spazio, ma aggiungendo tutti i media e le lingue supportate si arriva a 428 Terabytes. “Non siamo finanziati dalla pubblicità, non addebitiamo costi di abbonamento e non vendiamo i tuoi dati.”, a differenza di X/Twitter, hanno risposto piccati.
7) INSULTI IN CONCERTO
Brian Molko: “Giorgia Meloni è pezzo di m*, fascista, razzista….vaffanculo!”. Denunciato
Nichelino, 11 luglio 2023
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IL FATTO
Nichelino. Allo Stupinigi Sonic Park (Torino), davanti ai cinquemila spettatori Brian Molko, il cantante e chitarrista dei Placebo, gruppo britannico di rock alternativo, ha insultato la premier Giorgia Meloni, parlando in italiano al microfono. Il pubblico ha applaudito. Perché il musicista l’abbia fatto rimane senza risposta.
A fine concerto la band è intervenuta anche a favore dell’accoglienza e della difesa dei figli delle coppie omosessuali. Il video del concerto è diventato virale. Al punto che la Procura di Torino ha aperto un fascicolo di indagine per vilipendio delle istituzioni. Dopo qualche giorno è circolata la notizia che la premier stessa ha denunciato Molko per diffamazione.
8) STUPIDITA' ARTIFICIALE
Finocchiona? Un insulto. E Facebook censura
2 febbraio 2023
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IL FATTO
Il messaggio di censura di Facebook sulla finocchiona.
La finocchiona è un salume tipico della Toscana che si distingue per il suo sapore intenso e aromatico. Questa specialità viene preparata con carne di maiale macinata finemente, insaporita con sale, pepe nero e semi di finocchio selvatico, che le conferiscono il suo caratteristico gusto anice e leggermente dolce. Dopo la macinatura, la carne viene insaccata in budelli naturali e lasciata stagionare per diverse settimane o addirittura mesi.
Pane e finocchiona è uno dei piatti creati daInteriora Design, il marchio dell’oste toscano Massimo Lanini, che ha deciso di portare a Bari vari panini a base di carne o insaccati. La sua campagna pubblicitaria era stata affidata all’agenzia barese LaboratorioCom, che aveva postato su Facebook una pagina per promuovere il panino alla finocchiona. Quasi subito la campagna è stata bloccata da Meta con un messaggio: “L’annuncio sembra insultare o prendere di mira categorie protette”.
Inutili le proteste: l’algoritmo non ha fatto distinzione fra il salume e l’omofobia, Alla fine Interiora Design ha scritto: “Caro Facebook, vorremo dirti che finocchiona”non è un insulto ma un insaccato tipico toscano! L’offesa sta nel non conoscere questa prelibatezza!”. Nel frattempo la vicenda è finita su tutti i giornali. Ed è stata ricordata in tv da Luciana Littizzetto durante una puntata di “Che tempo che fa”: “E meno male che non era una pubblicità di finocchiona e culatello, gli è andata bene!”
9) NOTE STONATE
Morgan: “Avete rotto il cazzo, coglioni! Frocio di merda!”
Selinunte, 27 agosto 2023
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IL FATTO
Selinunte. Morgan esegue concerto-lezione “Segnali di vita e di arte” dedicato a Franco Battiato, con cui aveva avuto un legame d’amicizia. A un certo punto, però, l’artista si allontana dalla scaletta e improvvisa un lungo brano al pianoforte, ispirato dalla suggestione del parco archeologico, mescolando Ravel e Luigi Tenco. Ma parte del pubblico non apprezza e gli chiede di eseguire invece brani di Battiato come da programma.
«Avete avuto abbastanza voi adesso – ha detto rivolgendosi al pubblico – Avete avuto troppo, perle ai porci si chiama questo, se non se ne vanno quei dementi io non canto». E rivolgendosi a chi lo aveva invitato a suonare, ha replicato: «Vai a casa tua, non te lo meriti lo spettacolo, sei molesto, sei venuto a rompere i coglioni». Aggiungendo: «Siete stupidi, la società è una merda», mentre dal pubblico si sono levate voci che lo invitavano a cantare. «Io sono un personaggio, andate a vedere Marracash, Fedez… frocio di merda, coglione!», ha continuato tra i “buu” che gli arrivavano dal pubblico.
Il giorno dopo, quando il caso è stato rilanciato dai giornali, Morgan ha detto: «Chiamatemi maleducato ma non sono omofobo. La mia reazione di ieri sera è stata ingiustificabile, una pessima caduta di cui mi scuso sinceramente», ha aggiunto l’artista. Che spiega la sua reazione: «E’ stata provocata dall’essermi sentito ferito nell’anima perché avevo appena dato tutto me stesso in una canzone improvvisata in quel luogo meraviglioso e commovente. L’avermi chiesto una cover di Battiato come fossi un jukebox, dopo una delle più ispirate performance della mia vita, mi ha letteralmente ucciso».
E’ stato infatti l’epiteto “frocio” quello che ha fatto più scalpore. Morgan, dal canale di Red Ronnie, ha spiegato in un lungo video di aver usato quell’insulto perché è stato il primo che gli è venuto in mente, senza intenzioni omofobe. L’insulto comunque gli è costato caro: a settembre ha annunciato di aver devoluto metà del suo cachet di X Factor (100-150 mila euro) a favore di Casa Arcobaleno, un’associazione che si occupa di accoglienza nei confronti di giovani che, a causa del loro orientamento sessuale, sono stati allontanati e rifiutati dalle proprie famiglie. Insomma, Morgan è un artista di talento, soprattutto nel farsi male da solo.
10) AL MUSEO COME ALL'OSTERIA
Sgarbi: “storie di figa”, “conosciamo un solo organo, il cazzo”.
Museo Maxxi Roma, 21 giugno 2023
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IL FATTO
La serata doveva essere un faccia a faccia tra Morgan e Sgarbi sui rispettivi gusti e passioni, un confronto aperto tra parole e note suonate al pianoforte. Ma poi, stuzzicato dalle domande di Morgan, Sgarbi ha cominciato a parlare della sua vita sessuale, con stime numeriche sul numero di donne avute. E da quel momento in poi la situazione è degenerata: «Lo scrittore Houellebecq dice che c’è un momento della vita in cui noi conosciamo un solo organo: il cazzo», ha detto tra l’altro Sgarbi. «Il cazzo è un organo di conoscenza, cioè di penetrazione, serve a capire». Ma poi «arrivi a 60 anni devi fare i conti con questa troia, puttana di merda, la prostata». Poi, ricordando Berlusconi, ha parlato del suo amico Apicella «condannato per questioni di figa. Non si capisce poi perché, uno che suona viene condannato, non si capisce perché. Ma i magistrati vanno così: Apicella suona, suonava, è stato condannato perché l’ha pagato. Cazzo, sarò pagato non perché sto con la figa».
I video dell’intervento sono diventati virali. Inizialmente Sgarbi si è difeso dicendo che «Scandalizzarsi delle provocazioni significa rinnegare l’arte contemporanea». Ma è davvero arduo definire “arte” le sue battute.
Infatti il caso non si è affatto chiuso Giorni dopo l’incontro, Repubblica ha pubblicato una lettera indirizzata al direttore del Maxxi Alessandro Giuli e firmata da 43 dipendenti sui 49 totali del museo, in gran parte donne. Nella lettera si chiedeva di tutelare la dignità del museo e venivano criticati gli interventi di Sgarbi e Morgan, con la spiegazione che «in nessun modo collimano con i valori che da sempre hanno contraddistinto il nostro lavoro all’interno di questa istituzione».
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che in una lettera aperta a Giuli ha preso le distanze dalle «manifestazioni sessiste e dal turpiloquio» dell’incontro con Sgarbi, definendo quanto accaduto «inaccettabile: quella non è cultura». Alla fine lo stesso Giuli si è scusato: «Mi sento di sottoscrivere completamente e convintamente le osservazioni del ministro Sangiuliano, e cioè che il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e in particolare nei luoghi della cultura. Non ho alcuna difficoltà a dirmi rammaricato e a chiedere scusa anche alle dipendenti e ai dipendenti del Maxxi con le quali fin dall’inizio ho condiviso questo disagio […] e a tutte le persone che si sono legittimamente sentite offese da una serata che sui presupposti doveva andare su un altro binario», ha aggiunto Giuli.
L’episodio dimostra che le parolacce non possono essere pronunciate in qualunque contesto: chi trasgredisce questa regola non fa una semplice trasgressione, ma va a infrangere gli assi portanti del rispetto e della convivenza civile.
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