dare attenzione | Parolacce https://www.parolacce.org L'unico blog italiano di studi sul turpiloquio, dal 2006 - The world famous blog on italian swearing, since 2006 Wed, 17 May 2017 12:44:09 +0000 it-IT hourly 1 https://www.parolacce.org/wp-content/uploads/2015/06/cropped-logoParolacceLR-32x32.png dare attenzione | Parolacce https://www.parolacce.org 32 32 Perché “cagare” significa “dare attenzione” https://www.parolacce.org/2011/11/25/perche-cagare-significa-dare-attenzione/ https://www.parolacce.org/2011/11/25/perche-cagare-significa-dare-attenzione/#comments Fri, 25 Nov 2011 09:16:25 +0000 https://www.parolacce.org/?p=604 Livio, un lettore di questo blog, mi scrive: Da dove arriva l’espressione “cagare”, nel senso “dare retta“? Me lo sono chiesto la prima volta che l’ho sentito, avrò avuto 8 anni, ma mi ricordo benissimo che cosa avevo pensato: “Ma… Continue Reading

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“Cago, ma non ti cago”…. Surfisti britannici protestano seduti su Wc contro l’inquinamento delle coste (2001).

Livio, un lettore di questo blog, mi scrive: Da dove arriva l’espressione “cagare”, nel senso “dare retta“? Me lo sono chiesto la prima volta che l’ho sentito, avrò avuto 8 anni, ma mi ricordo benissimo che cosa avevo pensato: “Ma che cosa centra?!“. Non mi raccapezzo. Forse dalla trasformazione di “dar retta” a “dar retto”, quindi “cagare”?
La domanda è interessante, caro Livio. Tanto che alla risposta ho deciso di dedicare tutto questo post. L’espressione, nata probabilmente negli anni ’70 nel gergo giovanile, è registrata anche dallo Zingarelli: cacare = nella locuzione “Non lo cago nemmeno” non mi curo minimamente di lui, lo ignoro del tutto. “Non cacarsi qualcuno”, disprezzarlo, infischiarsene.

Come raccontavo in un recente post, molte parolacce sono usate in senso traslato, come figure retoriche: servono a ravvivare e colorare il discorso, assumendo altri significati rispetto a quelli letterali. In questo caso, l’origine della metafora non è documentata dalla letteratura, quindi cercherò di ricostruire il tragitto mentale che l’ha generata. “Cagare” è usato in questi modi di dire come sinonimo di “considerare”. Ma come è avvenuto questo passaggio?

sedia

La sedia stercoraria papale in Laterano.

Defecare è considerato, nella nostra cultura, un atto fisiologico liberatorio ma anche umiliante e degradante: non a caso, fino al 1500, il pontefice appena eletto veniva fatto sedere su sedie bucate, le sedie stercorarie, “acciò considerasse che era huomo come gli altri e sottoposto a tutte le humane necessità, con tutto ch’egli fosse à quel sublime grado alzato”.
Non solo. Come altre attività fisiologiche (digerire, respirare..) defecare è un’attività a cui prestiamo poca attenzione intellettuale. Per questo, dire che “non cago qualcuno” significa che non lo si ritiene degno neppure dell’attenzione che si riserva a un escremento quando lo si espelle. C’è, quindi, in questa espressione una doppia equivalenza: si paragona la considerazione verso una persona all’attenzione che si riserva al defecare, e si paragona la persona oggetto di disattenzione a un escremento. Il massimo dell’umiliazione. E non sto qui a ricordare gli infiniti valori simbolici (non solo spregiativi) che molte lingue attribuiscono alla cacca…

Ma perché dedicare tutte queste energie creative per descrivere la mancanza di considerazione? Perché è uno dei sentimenti più irritanti e umilianti: avete mai provato, in treno, a star fermi per intere mezz’ore, senza che nessuno si degni di spiegare cosa sta accadendo e quando si risolverà il problema? O a essere urtati, per strada, da qualcuno che non si degna neanche di chiedervi scusa? O a chiedere un’informazione a qualcuno che nemmeno si volta dalla vostra parte per rispondervi?
Ecco perché l’espressione è usata con molte varianti: “non mi caga nemmeno di striscio”, ovvero “non mi presta un minimo di attenzione” (qui il paragone è, probabilmente, con un escremento che si limita a sfiorare le pareti del retto). Oppure “Non mi caga di pezza”, ovvero per nulla (il significato dell’espressione “di pezza” è oscuro: probabilmente “di pezza” significa “tessuto di nessun valore”, quindi diventa sinonimo di “nulla”). E “caghino”: individuo giovane e non molto alto che si dà un sacco di arie; presuntuoso, borioso, supponente, non considera molto gli altri…
Dunque, anche con ingredienti “bassi” si possono confezionare metafore: forse non molto poetiche, ma sicuramente creative, efficaci e visionarie.

"Abbastanza sorprendentemente, non me ne frega una cacca": poster in vendita negli Usa.

“Abbastanza sorprendentemente, non me ne frega una cacca”: poster in vendita negli Usa.

Ma esistono, in altre lingue, metafore equivalenti? Più no che sì. In tedesco, che pure fa largo uso di metafore escrementizie (sheisse, merda, è un’esclamazione molto frequente) “non cagare qualcuno” si dice “ignorieren” (ignorare), “keines Blickes Würdigen” (non degnare di un’occhiata), o il più poetico “wie luft behandeln” (trattare come aria, ovvero come se una persona fosse un fantasma). In francesetartir” (cagare) ha il significato opposto: scocciare (da noi si dice “cagare il cazzo”).
Solo l’inglese ha un’espressione più o meno equivalente alla nostra: “He doesn’t give a shit about me”, ovvero “non gliene frega niente di me”. Letteralmente: “non dà una merda riguardo a me”, ovvero “non si priva nemmeno di un suo escremento per me”. In altre parole, non mi caga…
In portoghese, “cagar e andar” significa il contrario, ovvero: non interessarsi minimamente, fregarsene di qualcosa. Mentre 
cagar goma” (cagare gomma o colla) significa mentire.
In spagnolo, ci sono vari modi di dire: “cagar” qualcosa significa “commettere un errore irreparabile (come in italiano “fare una cagata); l’espressione “me cago en diez” (mi cago in 10), “en la leche” (nel latte), o “en la mar” (nel mare) significa esprimere contrarietà o estraneità; dire che qualcosa “te cagas” vuol dire che è eccellente. E l’espressione “me cago en…”, significa però “cago, cioè disprezzo…”, come in una celebre canzone di Tonino Carotone “Me cago en el amor”:

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