Niente per bocca | Parolacce https://www.parolacce.org L'unico blog italiano di studi sul turpiloquio, dal 2006 - The world famous blog on italian swearing, since 2006 - By Vito tartamella Fri, 15 May 2020 09:31:37 +0000 it-IT hourly 1 https://www.parolacce.org/wp-content/uploads/2015/06/cropped-logoParolacceLR-32x32.png Niente per bocca | Parolacce https://www.parolacce.org 32 32 Il film più volgare della Storia https://www.parolacce.org/2014/01/16/wolf-wall-street-record-fuck/ https://www.parolacce.org/2014/01/16/wolf-wall-street-record-fuck/#comments Thu, 16 Jan 2014 17:37:03 +0000 https://www.parolacce.org/?p=1541 Nel 2013 ha fatto incetta di premi e nominations. Ma “The wolf of Wall Street” (regia di Martin Scorsese) resterà negli annali per un altro record: quello del secondo film con più parolacce nella storia del cinema. Durante i suoi 180 minuti,… Continue Reading

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Nel 2013 ha fatto incetta di premi e nominations. Ma “The wolf of Wall Street” (regia di Martin Scorsese) resterà negli annali per un altro record: quello del secondo film con più parolacce nella storia del cinema. Durante i suoi 180 minuti, ne contiene 687: quasi 4 al minuto. E l’83% (4 parolacce su 5, ovvero 569) sono varianti del verbo “fuck” (fottere, fanculo).
Il primato del film più volgare della Storia è stato battuto, l’anno successivo, da un film canadese che probabilmente non uscirà mai in Italia:”Swearnet: the move“. E’ la storia di 3 star della tv canadese (Mike Smith, John Paul Tremblay e Rob Wells) che interpretano se stessi mentre cercano di creare una rete Internet totalmente senza censure. Il film contiene 935 “fuck”: più di 8 al minuto.
Questi record sono interessanti perché stimolano alcune riflessioni. Prima di farle, una curiosità: chi si è preso la briga di contare tutte le parolacce del film uscito anche in Italia, ovvero “The wolf of Wall Street”?

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CONTEGGI
Gli americani, col loro puritanesimo e la sensibilità nella tutela delle delicate orecchie dei minorenni, hanno varie associazioni che si occupano di dare un rating, cioè una valutazione (morale), ai contenuti dei film. Negli Usa, “The wolf of Wall Street” è classificato “R” (vietato ai minori di 17 anni, a meno che siano accompagnati da un adulto), e in Italia è vietato ai minori di 14 anni.
Già al momento della sua uscita, il film aveva fatto scalpore negli Usa per il linguaggio sboccato. Ed erano uscite varie cifre sulla quantità di parolacce presenti nella pellicola.
Così il giornalista Gilbert Cruz del sito statunitense
vulture.com (del gruppo “New York magazine”) si è preso la briga di fare un lavoro straordinario: ha visto il film due volte e mezzo, annotando pazientemente tutte le parolacce pronunciate.
Nel grafico qui sopra ho riassunto i risultati della sua ricerca.

Del resto, nei Paesi anglofoni “fuck” è una parola jolly (in italiano “cazzo” svolge la stessa funzione), come mostra questa divertente spiegazione di Osho Rajneesh, un guru indiano:

Ma torniamo ai film e alle parolacce. A che servono, perché se ne dicono così tante? “The wolf of Wall Street” racconta la storia (vera) di Jordan Belfort, un broker di Borsa: la sua mirabolante ascesa e il suo inevitabile declino, negli anni ’80 e ’90, trattandosi di un truffatore spregiudicato. Geniale e spericolato, Belfort accumula milioni, e passa le giornate tra affari, cocaina, eccessi e orge. Il film è classificato come “commedia nera”, ma ottiene rating “estremi” in quasi ogni campo: dall’uso di droghe al nudo, alla violenza, fino, ovviamente, al linguaggio scurrile:

I contenuti di “The wolf of Wall Street” valutati dal sito Screenit.

Dunque, il linguaggio estremo è al servizio di una trama estrema: serve a dare realismo alla pellicola. Uno dei messaggi di Scorsese è che oggi il teatro delle violenze non sono tanto i bassifondi, quanto il luccicante mondo degli affari, che siano i giochi di Borsa o quelli delle scommesse.
D’altra parte, ciò è avvenuto anche per gli altri film con più fuck (su
Wikipedia la classifica integrale): se guardiamo la “top ten”, 8 film su 10 sono film drammatici o thriller, tranne “The wolf of Wall Street” e “Straight Outta Compton” , classificati come film biografici.
Nella tabella qui sotto non ho inserito “Fuck” del 2005, un documentario di 93 minuti di Steve Anderson: l’ho escluso perché è un approfondimento monografico proprio sulla popolare parolaccia inglese. Non trovo corretto farlo competere con la fiction. Per la cronaca, comunque, ha 857 fuck in 93 minuti (9 al minuto).

Film genere anno fuck durata (minuti) fuck/minuto
Swearnet: the movie commedia 2014 935 112 8,35
The Wolf of Wall Street biografico 2013 569 179 3,18
Uncut gems
thriller 2019 500 135 3,70
SOS: Summer of Sam drammatico 1999 435 142 3,06
Niente per bocca drammatico 1997 428 128 3,34
Casinò drammatico 1995 422 178 2,40
Straight Outta Compton biografico 2015 392 167 2,35
Alpha Dog drammatico 2007 367 118 3,11
End of Watch – Tolleranza zero thriller 2012 326 109 2,99
Twin Town drammatico 1997 318 99 3,21
Running thriller 2006 315 122 2,58
Sweet sixteen drammatico 2002 313 106 2,95

Dunque, almeno a Hollywood, le parolacce servono a dare realismo ai film con contenuti violenti, più che a far ridere, come avviene in Italia (avete presente i film di Checco Zalone o i cinepanettoni?). E, guardando meglio la clasifica, emerge un altro dato interessante: sono presenti molti film d’autore, come “Summer of Sam” di Spike Lee, “Casinò” (sempre di Scorsese) e “Sweet sixteen” di Ken Loach. Nel cinema anglosassone, insomma, la parolaccia, più che a strappare una facile risata, è più usata per portare sullo schermo un crudo realismo.
Se volete sapere i film che contengono una parolaccia nel titolo, leggete questo altro articolo: sono quasi un centinaio.
Tornando ai record di “The wolf of Wall Street“, una curiosità: gran parte delle parolacce non sono pronunciate dal protagonista, Jordan Belfort, interpretato da Leonardo Di Caprio. Sono dette invece da Jonah Hill, l’attore con la faccia da bonaccione che veste i panni di Donnie Azoff, amico e socio d’affari di Belfort-Di Caprio. Tanto che, secondo uno studio, Hill ha superato Samuel L. Jackson come attore che ha pronunciato più volgarità nei film: ne ha dette 376 contro le 301 di Jackson. 

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Parolacce da Oscar? The winner is… https://www.parolacce.org/2012/03/02/parolacce-da-oscar/ https://www.parolacce.org/2012/03/02/parolacce-da-oscar/#respond Fri, 02 Mar 2012 09:10:29 +0000 https://www.parolacce.org/?p=817 Ha vinto solo una statuetta (per la migliore attrice non protagonista). Ma il film “The help” di Tate Taylor può consolarsi: l’Oscar 2012 della parolaccia è suo. L’ha scoperto il sito statunitense Dhreck.com, che ha fatto un lavoro strepitoso: ha… Continue Reading

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Ha vinto solo una statuetta (per la migliore attrice non protagonista). Ma il film “The help” di Tate Taylor può consolarsi: l’Oscar 2012 della parolaccia è suo. L’ha scoperto il sito statunitense Dhreck.com, che ha fatto un lavoro strepitoso: ha esaminato i 9 film arrivati alla nomination per la miglior pellicola, e ha individuato tutte le frasi che contenevano insulti, imprecazioni, maledizioni. Ha contato tutte le parolacce, le ha isolate e le ha montate in un video unico. Un lavoraccio, con un risultato notevole: un divertente filmato che potete vedere qui sotto, una classifica (che pubblico fra qualche riga), e qualche riflessione

Partiamo dal filmato (in inglese): fa una certa impressione vedere un concentrato di 452 parolacce in poco meno di 8 minuti…

Ma vediamo la classifica dei 9 film più volgari (in ordine decrescente) che sono arrivati alla nomination per la miglior pellicola all’Oscar 2012:

Film (e Oscar* ricevuti) Genere e durata (in minuti) Parolacce

 

Frequenza (parolacce al minuto)
The Help – 1*

 

Commedia drammatica (146’) 106 0.72

 

Paradiso amaro (The Descendants)

Commedia drammatica (115’) 103 0.90

 

Midnight in Paris – 1*

Commedia, romantico, fantastico (94’) 58 0.61

 

Hugo Cabret (Hugo) – 5*

Avventura, fantasy, drammatico (126’)

 

46 0.37

 

L’arte di vincere (Moneyball)

Drammatico, biografico, sportivo (133’)

 

44 0.38

 

War Horse

Drammatico, guerra, storico (146’)

 

43 0.29

 

Molto forte, incredibilmente vicino  (Extremely Loud and Incredible Close)

Drammatico (129’) 31 0.24

 

The Tree of Life

Drammatico (139’) 12 0.086
The Artist – 5*

Drammatico, commedia, romantico (100’)

 

9 0.09

Dunque, un totale di 452 parolacce, con una media di 50,2 per film e una frequenza media di 0,41 al minuto per i 9 film finalisti. Tante? Poche?
Prima di rispondere, un dato sorprendente su tutti: la presenza di parolacce perfino in un film muto (“The artist“, il vincitore dell’Oscar per il miglior film). E non per errore: a parte le parolacce contenute nelle didascalie (i testi filmati fra una scena e l’altra, con le battute degli attori), l’estensore della classifica ha conteggiato – giustamente – anche i gestacci, in particolare il dito medio. E non solo per “The artist”, ma anche per altri film, come “Paradiso amaro”.

Dunque, la presenza di parolacce non è di per sè un ostacolo ad ambire a un Oscar: è così dai tempi di “Via col vento” (1939) che fece il pieno di statuette (8) pur contenendo alcune espressioni forti (per l’epoca), tanto da essere stato multato dall’Associazione dei produttori cinematografici Usa. Segno dei tempi, dunque, se tutti i film che sono arrivati alla nomination quest’anno contengono parolacce: e non poteva essere diversamente, dato che ormai da decenni le espressioni forti hanno fatto irruzione nel cinema, come nella tv e nella vita. Anche se la giuria sembra aver premiato dialoghi “puliti”. Ma sarebbe riduttivo fare l’equazione: più parolacce = meno Oscar. Ciò che conta, almeno si spera, è il valore artistico dei film in concorso: e le parolacce sono al servizio dei contenuti. Se servono a esprimere un determinato genere di emozioni (o di caratteri psicologici) sono pertinenti ed efficaci; altrimenti, esprimono solo… il vuoto di idee degli autori.

E ora qualche riflessione sul metodo usato da Dhreck. L’autore (un newyorkese di nome Dirk) ha identificato le parolacce basandosi non sugli studi linguistici, ma sulla propria sensibilità personale: non è un criterio sbagliato, ma può essere fallibile, in eccesso o in difetto. Ma Dirk ne è consapevole: egli stesso precisa, giustamente, che alcune scene, pur prive di termini tabù, risultano molto forti. Per esempio, nell’”Albero della vita” ci sono diverse scene in cui Brad Pitt si infuria, ottenendo un alto impatto emotivo pur senza dire molte parolacce.

Altra precisazione: il peso specifico delle parolacce, la loro “virulenza”. Sia “L’arte di vincere” che “Hugo Cabret” hanno più o meno lo stesso numero di parolacce (44 e 46), ma con intensità diverse: il primo ha parolacce più pesanti, più volgari e moderne, mentre il secondo (diretto a un pubblico di bambini) ha parolacce più innocenti e anche creative. Discorso diverso per “Paradiso amaro”, che per la sua trama drammatica non poteva non contenere parolacce ad alta intensità: è la storia di Matt King, marito indifferente e padre assente, che deve rimettere in discussione la sua vita quando la moglie entra in coma irreversibile per un incidente. Deve ricucire i rapporti con le figlie, e alla fine scopre che la moglie lo tradiva

Ma c’è una novità: stimolato dalle mie osservazioni, Dirk ha aggiornato la classifica con una scrematura più rigorosa, eliminando le espressioni spregiative fantasiose e limitando l’analisi alle parolacce in senso stretto. Ecco come cambia la classifica:

Film Parolacce in senso lato Parolacce in senso stretto
Paradiso amaro 103 79
The Help 106 30
L’arte di vincere 44 22
Molto forte, incredibilmente vicino 31 11
War Horse 43 11
Midnight in Paris 58 8
The Artist 9 2
The tree of Life 12 1
Hugo Cabret 46 0
Totale 452 164
Media 50,2 18,2

Non solo. Su mia richiesta, Dirk ha anche censito le parolacce più frequenti nei film, ottenendo una classifica piuttosto interessante (la versione integrale qui):

Parolacce Quantità  (% sul totale)
Shit (merda e composti) 28 (17%)
Fuck (fottere e composti) 27 (16,45%)
Damn (dannazione) 15 (9,1%)
Hell (inferno) 15 (9,1%)
Twat (figa/idiota) 15 (9,1%)
Nigger (negro) 8 (4,9%)
Ass (culo/stronzo/idiota) 7 (4,3%)
Christ (Cristo) 6 (3,7%)
Retard (ritardato) 6 (3,7%)
Bitch (puttana e composti) 5 (3%)

Dunque, prevalgono le parolacce classiche (shit e fuck), alcune retrò (damn, hell), ma non mancano espressioni molti forti (twat): in questo senso, “Paradiso amaro” è il film non solo a più alto tasso di parolacce, ma anche con la maggior presenza di espressioni forti.
Concludendo: le 106 parolacce di “The help” (o le 79, in senso stretto, di “Paradiso amaro”) sono tante o poche? Non sono certo un record: stando sui film candidati all’Oscar, “Crash” (2006) ne aveva 182. Se poi allarghiamo le statistiche anche ai film non candidati all’Oscar, trovate la classifica assoluta dei film più volgari della storia in questa pagina.
Se poi siete curiosi di sapere:

• quali sono state le prime parolacce nella storia del cinema (mondiale e italiano);

• la parolaccia più lunga della storia del cinema;

• la più originale;

• le parolacce censurate;

• le parolacce di Totò;

• le bestemmie nei film;

• gli studi sulle parolacce nella storia del cinema;

• le regole (italiane e anglosassoni) sulla classificazione dei film volgari…

… e molto altro ancora, trovate tutto sul mio libro.


 

 

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