prendere per il culo | Parolacce https://www.parolacce.org L'unico blog italiano di studi sul turpiloquio, dal 2006 - The world famous blog on italian swearing, since 2006 - By Vito tartamella Sun, 24 Jun 2018 19:56:08 +0000 it-IT hourly 1 https://www.parolacce.org/wp-content/uploads/2015/06/cropped-logoParolacceLR-32x32.png prendere per il culo | Parolacce https://www.parolacce.org 32 32 15 strani (e divertenti) modi di dire in italiano https://www.parolacce.org/2018/06/12/espressioni-volgari-originali/ https://www.parolacce.org/2018/06/12/espressioni-volgari-originali/#comments Tue, 12 Jun 2018 08:05:57 +0000 https://www.parolacce.org/?p=14293 Di solito ce ne accorgiamo quando parliamo con uno straniero: diciamo una frase, e vediamo la sua espressione attonita… Perché abbiamo usato un modo di dire volgare che esiste solo in italiano. Molte lingue, infatti, hanno le nostre stesse espressioni… Continue Reading

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Alcune espressioni volgari sono incomprensibili agli stranieri (montaggio foto Shutterstock).

Di solito ce ne accorgiamo quando parliamo con uno straniero: diciamo una frase, e vediamo la sua espressione attonita… Perché abbiamo usato un modo di dire volgare che esiste solo in italiano.

Molte lingue, infatti, hanno le nostre stesse espressioni scurrili, spesso basate su metafore sessuali o escrementizie: per esempio, “rompere le balle” ha equivalenti in tutte le lingue (e questo avviene in molti altri modi di dire testicolari, come raccontavo in questo articolo).

Ma altrettanto spesso, queste espressioni sono usate in combinazioni del tutto originali. Facciamo un esempio. In spagnolo, per dire che qualcosa è molto lontano, si dice “en el quinto coño”, letteralmente “nella quinta fica”. Perché? L’espressione è una variante – volgare – di “el quinto pino” (il quinto pino), modo di dire che si riferiva all’ultimo (e lontano) albero di una strada di Madrid, dove spesso si nascondevano le coppiette per baciarsi.

In questo articolo, però, non parlo di modi di dire stranieri: ho raccolto le espressioni volgari più originali dell’italiano, che non hanno equivalenti in altre lingue.

Le abbiamo sotto gli occhi (o nelle orecchie) tutti giorni, e le usiamo in modo automatico, senza farci caso. Ma se le guardate con occhi nuovi, vi accorgerete di quanto siano straordinariamente creative ed efficaci. Provate a tradurle letteralmente in un’altra lingua (inglese, francese, spagnolo), e il risultato sarà straniante. Oltre che comico.

 

FIGA

1) ESSERE UNA FIGA DI LEGNO (= donna che non si concede mai): la metafora accosta la frigidità all’insensibilità dell’organo sessuale, come se non fosse fatto di carne. In inglese suonerebbe “to be a wooden cunt”: una frase del tutto insensata.

2) MORTO DI FIGA (= allupato che sbava per ogni donna) : l’espressione è un calco volgare di “morto di fame”. Indica un uomo che cerca una partner a ogni costo, senza dignità, sbavando per ogni donna e tentando approcci continui e maldestri.

3) SFIGATO (= sfortunato, privo di fascino, insignificante): letteralmente sfigato significa “senza figa”, cioè senza donna. Da sfigato deriva la parola sfiga, che significa sfortuna, iella: non avere una partner è considerato sinonimo della malasorte più dura da affrontare. A dire il vero c’è di molto peggio (la malattia, per esempio) ma tant’è.

 

CAZZO

Un’ironica rivisitazione di “Toy story” (da memegen.it).

4) A CAZZO DI CANE (= azione eseguita senza cura, malamente, in modo approssimato, a casaccio, con imperizia, maldestramente, in modo sconclusionato, senza criterio): è un riferimento all’organo sessuale del cane, ciondolante e sempre in bella vista. L’espressione nasce anche dal disprezzo, diffuso nell’antichità, verso questo animale, perché non si vergogna di accoppiarsi in pubblico (come raccontavo in questo articolo a proposito dell’espressione “porco cane”).

5) CON I CONTROCAZZI / CONTROCOGLIONI (= alla grande, forte, imbattibile): è un rafforzativo di “cazzo” (nel senso di cazzuto, forte). Deriva da “contro” inteso come contrario (come in contraltare, contrammiraglio, contrordine). Dunque, l’espressione è un modo di indicare qualcosa (coi cazzi) e il suo contrario (controcazzi), come a coprire l’intero spettro delle possibilità.

6) FARSI I CAZZI PROPRI (= occuparsi dei propri affari senza ficcare il naso in quelli degli altri): se l’organo sessuale è sinonimo di intimità, si capisce che possa essere usato come sinonimo di vicende private. L’uso del termine osceno rafforza il senso diretto e minaccioso della frase. Varianti: farsi una fialetta / una padellata / un piatto / una carriola / una vagonata / una camionata di cazzi propri.

7) NON CI SONO CAZZI (= non ci sono dubbi o obiezioni di sorta): l’organo sessuale maschile è usato spesso come sinonimo di problema (“sono nei cazzi”, “sono cazzi amari”) o di situazioni di scarso valore (“cazzate”). Questa espressione è usata quindi per rafforzare il concetto di una situazione senza alternative.

8) CAGACAZZI (= persona fastidiosa, seccatore): quando qualcosa fa “cagare il cazzo” significa che risulta ruipugnante perfino all’organo sessuale (considerato la parte anatomica di minor valore). Perciò il “cagacazzi” è una persona che suscita questo tipo di disgusto. L’espressione si è diffusa anche grazie alla sua musicalità, data dalle tre sillabe quasi identiche (ca-ga-ca) che si susseguono nella parola.

 

CULO

Una traduzione per anglofoni (da italianformygirlfriend).

9) AVERE CULO (= avere fortuna): perché il deretano è sinonimo di fortuna? Perché è simbolo di fecondità (e non solo), come ho raccontato più ampiamente in questo articolo.

10) PRENDERE PER IL CULO (= prendere in giro): spesso il sesso è usato come metafora per esprimere sfruttamento, sopraffazione (mi hanno fottuto, l’ho inculato…). Afferrare qualcuno per il deretano prelude a questo.

11) STARE SUL CULO (= avere in antipatia): questo detto deriva probabilmente da “stare sui coglioni” (ben più delicati), ovvero avere un peso fastidioso e doloroso sull’apparato riproduttivo. Un’ulteriore variante è “stare sul cazzo”.

12) FARE IL CULO A QUALCUNO (= rimproverare aspramente) e  farsi il culo (= faticare): l’origine di questo modo di dire deriva probabilmente dal rapporto anale.

13) IN CULONIA / CULANDIA (= lontano): deriva dall’espressione “in culo al mondo” dove “culo” sta per parte posteriore, lontana, difficilmente raggiungibile. E’ l’equivalente italiano dello spagnolo “en el quinto coño”.
Questo, comunque, è solo un assaggio degli innumerevoli modi di dire costruiti sulla metafora del deretano: se volete saperne altri, li trovate in questo articolo.

 

MERDA

Un libro-antologia sulle figuracce.

14) FIGURA DI MERDA (= brutta figura): si usa questo modo di dire per indicare una pessima impressione sugli altri. Dato che gli escrementi suscitano il massimo del disgusto.

E’ un’espressione molto efficace: basta paragonarla all’inglese “bad impression” (cattiva impressione) che ne è il suo equivalente. “Lasciami perdere, oggi ho fatto una figura di merda….”.

SEGA

Un best seller senza filtri.

15) FARSI LE SEGHE MENTALI (= avere pensieri inutili e ossessivi): spesso la masturbazione è usata come metafora di attività ripetitive e noiose. Questa espressione denota quindi i pensieri vuoti, inutili, ossessivi. Ed è stata usata come titolo di un best seller psicologico di Giulio Cesare Giacobbe “Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita”.
E’ per questo stesso motivo che un sinonimo di “discorso lungo, noioso e devastante” è l’accrescitivo “pippone” (da “pippa”, autoerotismo): “quella mi ha attaccato un pippone”…

 Conoscete altri modi di dire – in italiano o in altre lingue – altrettanto sorprendenti, che meritano di essere ricordati? Segnalateli nei commenti.

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La ricchezza (linguistica) del deretano https://www.parolacce.org/2014/05/04/modi-di-dire-culo/ https://www.parolacce.org/2014/05/04/modi-di-dire-culo/#comments Sun, 04 May 2014 09:32:53 +0000 https://www.parolacce.org/?p=1704 Il sedere ha ispirato molti modi di dire, nei quali assume significati diversi dalla fortuna, di cui ci siamo occupati nella puntata precedente. Vogliamo vedere quali? Sono davvero numerosi, e meritano un intero articolo. 1) Innanzitutto, è un modo di… Continue Reading

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iziplayIl sedere ha ispirato molti modi di dire, nei quali assume significati diversi dalla fortuna, di cui ci siamo occupati nella puntata precedente. Vogliamo vedere quali? Sono davvero numerosi, e meritano un intero articolo.
1) Innanzitutto, è un modo di qualificare una persona in modo spregiativo. In tal caso il sedere è usato come sineddoche, ovvero: quella parte anatomica identifica il tutto, si fa equivalere una persona al suo deretano. Facciamo questa operazione quando diciamo: “Muovi il culo!” “Sposta il culo!” per intendere “muoviti”, “spostati”. Il sedere è usato anche in alcuni modi di dire figurati e iperbolici: avere il culo di piombo, ovvero essere pigri, senza voglia di muoversi; culo di pietra, persona che sta sempre seduta a lavorare (o a non far nulla).

Prima pagina de “Il Giornale” con un insulto alla cancelliera Merkel.

2) L’accrescitivo “culona” (o “culone“) è un modo spregiativo di rivolgersi a una persona qualificandola per un sedere ipertrofico (come fece Silvio Berlusconi quando definì con questo appellativo la cancelliera tedesca Angela Merkel, causando un notevole incidente diplomatico): a dimostrazione che la steatopigia è passata di moda rispetto al Paleolitico… In questo caso, culone è sinonimo di persona grassa e respingente.

3) Il deretano è anche una parte sensibile: quindi, farsi il culo, fare un culo così , significa affaticarsi, stancarsi moltissimo per portare a termine un lavoro; mettere il pepe nel culo, avere il fuoco sotto il culo, alludono a una persona nervosa, indaffarata, che non riesce a stare ferma; mi sta sul culo esprime una forte antipatia verso qualcuno considerato molto fastidioso.
4) Ma il deretano è anche una parte anatomica vista con disprezzo, come sinonimo di pressapochismo, noncuranza, superficialità in antitesi all’impegno e all’intelligenza: “quel libro è scritto col culo”, “quella casa è fatta col culo“.

Copertina del settimanale satirico “Cuore”.

5) Faccia da culo” significa faccia tosta: mostrare il proprio volto come se fosse un deretano, senza vergogna e in modo spregiativo. Infatti, mostrare (fisicamente, realmente) il deretano è un atto di disprezzo (in inglese si chiama mooning, in spagnolohacer un calvo”): mima l’atto del defecare. Ecco perché in tedesco arschloch (buco di culo) e l’inglese asshole sono una grande offesa: indica una persona spregevole (è il corrispettivo di stronzo).

6) Leccaculo significa adulatore servile, che si presta a qualunque umiliazione pur di trarne vantaggi (come dare via il culo per ottenere qualcosa, essere disposto a tutto pur di raggiungere i proprî fini). Al lecchino ho dedicato un articolo a parte: è un personaggio molto complesso e – ahinoi – sempre d’attualità.

Protesta (con “mooning”) all’università di Stanford.

7) Culo è anche sinonimo di omosessuale: culo, culallegro, culattone, c. rotto, alludono alla parte anatomica che per antonomasia caratterizza il rapporto gay. Anche la parola “paraculo” in origine significava omosessuale passivo, e poi indica chi sa abilmente e con disinvoltura volgere a proprio favore una situazione, o fare comunque il proprio interesse (come avviene anche l’espressione “culo rotto”). A questo significato vanno ricondotte anche altre espressioni: prenderlo in culo, nel culo, essere imbrogliato, fregato; prendere per il culo significa prendere in giro, fregare (inculare); fare il culo a qualcuno, significa imbrogliarlo, fargli male, rimproverarlo aspramente. Sul vaffanculo, rimando a un mio post che ho dedicato all’argomento.

8) L’espressione restare col culo per terra, infine, deriva da una singolare pena in uso nel Medioevo presso i Longobardi: i falliti erano condannati ad abbassarsi i pantaloni (calare le braghe) e appoggiare le natiche sull’erba.

Francisco De Quevedo.

Dunque, dovremmo essere grati a questa parte anatomica che con la sua ricchezza simbolica ci consente così tante possibilità espressive. Dunque prenderò a prestito le parole di uno scrittore spagnolo che ben prima di me gli aveva reso onore nel 1600: Francisco De Quevedo (1580-1645): «Il culo è così disgraziato da essere superato dalle cose avvantaggiate in nobiltà e virtù, pur avendo più imperio e venerazione delle altre membra del corpo. A ben vedere, infatti, è il più perfetto e ben collocato di esso, e più favorito dalla natura, e poi la sua forma è circolare, come la sfera, e divisa in un diametro o zodiaco proprio come quella. Il suo posto è nel mezzo, come quello del sole; il suo tatto è tenero. Ha un solo occhio, (…) ed è più necessario l’occhio del culo più di quelli del viso; per quanto uno senza occhi in esso può vivere, ma senza occhio del culo né soffrire né vivere. (…) A causa degli occhi del volto ci sono innamorati, incesti, stupri, morti, adulteri, ire e furti. Ma quando per il pacifico e virtuoso occhio del culo ci fu scandalo nel mondo, inquietudine o guerra? (…)  Negli occhi del volto di solito ci sono mille lievi accidenti, cateratte, nubi e molti altri malanni; ma in quello del culo non ci sono mai nubi, perché è sempre liscio e sereno».

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