Vincenzo De Luca | Parolacce https://www.parolacce.org L'unico blog italiano di studi sul turpiloquio, dal 2006 - The world famous blog on italian swearing, since 2006 - By Vito tartamella Thu, 02 Jan 2025 09:50:11 +0000 it-IT hourly 1 https://www.parolacce.org/wp-content/uploads/2015/06/cropped-logoParolacceLR-32x32.png Vincenzo De Luca | Parolacce https://www.parolacce.org 32 32 Parolacce: la “Top ten” dell’anno 2024 https://www.parolacce.org/2025/01/01/parolacce-top-ten-del-2024/ https://www.parolacce.org/2025/01/01/parolacce-top-ten-del-2024/#respond Wed, 01 Jan 2025 10:17:32 +0000 https://www.parolacce.org/?p=21303 Quali sono state le parolacce più notevoli del 2024, in Italia e nel mondo? Anche quest’anno ho preparato la classifica dei 10 insulti più emblematici dell’anno appena concluso. Un periodo segnato, oltre che da forti contrapposizioni politiche e guerre (due… Continue Reading

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Quali sono state le parolacce più notevoli del 2024, in Italia e nel mondo? Anche quest’anno ho preparato la classifica dei 10 insulti più emblematici dell’anno appena concluso. Un periodo segnato, oltre che da forti contrapposizioni politiche e guerre (due ambiti nei quali il turpiloquio impera), anche da episodi clamorosi, come la parolaccia papale, entrata di dirittonella “Top Ten”. La premier Giorgia Meloni, prima donna a diventare presidente del Consiglio, entra in classifica con due episodi: un esordio col botto, anche se non è la prima volta che accade a un premier. Era già avvenuto con Silvio Berlusconi, presente in 3 Top Ten degli anni passati (i link sono alla fine dell’articolo), e anche con Enrico Letta. Senza contare Vittorio Sgarbi e Morgan, ormai degli habituè in questa classifica.
Ma dal mio punto di vista in questo 2024 c’è stata una questione ancora più emblematica: la crociata contro le parolacce in Formula 1 (e anche nel basket NBA). Per la prima volta, infatti, inserisco nella Top Ten qualcuno che non ha detto volgarità, ma ha tentato – in modo insensato – di eliminarle

 La classifica 2024

1) FORMULA 1

Mohammed Ben Sulayem (presidente della Fia): tolleranza zero contro le parolacce.

20 settembre 2024

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IL FATTO

 Il presidente della Federazione Internazionale Automobilismo (Fia), l’ex pilota di rally emiratino Mohammed Ben Sulayem, a settembre aveva rilasciato un’intervista ad “Autosport” lanciando la lotta contro il turpiloquio dei piloti. «Dobbiamo differenziare il nostro sport dalla musica rap. Noi non siamo rapper, eppure quante volte al minuto i piloti dicono parolacce? Noi non siamo così, è una cosa che fanno i rapper, non noi. Bisogna pensare che ci sono anche dei bambini che guardano le gare. Immaginate di essere seduti con i vostri figli a guardare la gara e che qualcuno dica tutto questo turpiloquio. Cosa direbbero i vostri figli o nipoti? Che cosa gli stiamo insegnando sul nostro sport?». Affermazioni del tutto condivisibili, in linea di principio. Anche se il paragone con il rap non è stato felice: anzi, per  Lewis Hamilton, pilota di colore, era una forma surrettizia di razzismo. «Non mi piace come si è espresso. Dice che i rapper sono volgari, e la maggior parte di loro sono neri. Se poi aggiunge ‘Noi non siamo come loro’, diventano parole sbagliate».

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing)

Ma Sulayem ha tirato dritto. E quando, giorni dopo, a Max Verstappen è sfuggita una parolaccia, lo ha subito punito. Durante una conferenza stampa, il campione del mondo in carica si era lasciato andare a uno sfogo contro la sua Red Bull, meno veloce in Azerbaigian rispetto a quella del compagno di squadra: «Non lo so perché, impostazioni diverse. Appena ho iniziato le qualifiche sapevo che la macchina era fottuta (fucked)». Verstappen è stato redarguito dalla Fia e condannato ai “lavori socialmente utili”, come prevede il regolamento (un pomeriggio  passato da Verstappen insieme ai giovani studenti del politecnico di Kigali, in Ruanda).
Il pilota – un campione che a soli 27 anni ha raggiunto primati storici – nella conferenza stampa successiva, per protesta, ha risposto a monosillabi alle domande dei giornalisti. Una forma di protesta, come dire “Non si può dire niente”. In un’intervista si era sfogato dicendo: “Quando non puoi più essere te stesso e quando devi affrontare tutte queste cose stupide, vien voglia di mollare tutto”.

Ma il presidente della Fia ha tirato dritto. E ha proseguito nella “tolleranza zero” contro il turpiloquio. Un mese dopo, durante le interviste del dopo gara in Messico, a Charles Leclerc ne è scappata un’altra: “Ho avuto un sovrasterzo prima da un lato e poi dall’alto e quando ho ripreso il controllo ho pensato: cazzo (fuck)… e poi per fortuna…”. Si è subito scusato, ma gli è stata comminata una multa di 5mila euro. A quel punto l’associazione dei piloti (Grand Prix Drivers Association ) ha scritto un comunicato senza precedenti: “Per quanto riguarda le parolacce, c’è differenza tra quelle usate intenzionalmente per insultare qualcuno e quelle casuali, come quando si descrive il maltempo o una situazione di guida. Per questo esortiamo il Presidente della Fia a misurare il suo tono quando si riferisce ai nostri piloti. Sono adulti e non hanno certo bisogno di consigli su questioni banali, come indossare gioielli o delle mutande”.

Una lezione di vita e di linguistica. Già, perché in ambo i casi le espressioni usate dai piloti erano espressioni enfatiche: erano un modo colorito di rafforzare un concetto, uno sfogo emotivo. Senz’altro scurrili, ma non insultavano nessuno. Erano uno stile comunicativo, proprio come i gioielli o le mutande lo sono per l’aspetto. Obiezione ineccepibile.

Ma c’è un’obiezione di fondo ancor più importante che andrebbe fatta al presidente Sulayem, il quale vuole estendere la censura linguistica anche alle comunicazioni via radio fra i piloti e il loro team durante le gare. Come può pretendere di tappare la bocca a piloti che rischiano la vita correndo a più di 300 km orari? Senza contare le pressioni mediatiche (le gare sono in mondovisione) e quelle economiche (per gestire una scuderia occorrono 90 milioni di euro, senza contare gli interessi degli sponsor). 

Per molto meno, quando noi siamo in automobile, nel traffico, se qualcuno ci taglia la strada imprechiamo senza limiti. Perché anche in questo caso, nel nostro piccolo, viaggiare in auto mette in gioco la sopravvivenza e il denaro (se si rompe l’auto). Lo aveva evidenziato anche una ricerca che avevo raccontato qui.

Dunque, è una crociata insensata quella di impedire ai piloti di sfogarsi. Del resto, come avevo scritto in un altro articolo, molti modi di dire evidenziano che chi fa un lavoro duro impreca più degli altri (bestemmiare come un camallo/facchino/marinaio). Se la Formula 1 vuole essere meno “diseducativa”, l’unico intervento efficace è non trasmettere in tv le comunicazioni fra piloti e team durante le gare.

2) PAPALE PAPALE

Papa Francesco: «C’è già abbastanza frociaggine nei seminari».

Roma, 20 maggio 2024

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IL FATTO

A Roma c’è l’assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana. Un incontro a porte chiuse fra il papa e 270 vescovi italiani. Uno dei temi in discussione è la presenza dei gay nella Chiesa, e nei seminari in particolare. Per chiarire il suo pensiero, il papa ha detto: “C’è già abbastanza frociaggine nei seminari”. L’espressione ha sollevato qualche mormorio fra i presenti: dopo qualche giorno è finita su Dagospia e poi su tutti i giornali. E ha fatto il giro del mondo.

Un’affermazione forte, in tempi di “politicamente corretto” e lotta all’omofobia. Il Papa l’ha usata solo perché l’incontro era a porte chiuse, fra i vertici della Chiesa: non l’avrebbe mai usata in pubblico. A pochi mesi dalla sua elezione aveva anzi affermato: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?».

Il gay pride ha cavalcato l’espressione usata dal papa

Dunque, quell’espressione doveva rimanere fra i partecipanti all’assemblea. Si può supporre che il papa abbia scelto quell’espressione per far arrivare il messaggio a destinazione (“basta seminaristi gay”, o almeno: “basta gay che sbandierano in modo teatrale il proprio orientamento sessuale e non seguono la castità”), senza tanti giri di parole, evocando un’immagine concreta e diretta. Un termine usato, presumibilmente, in modo pittoresco e bonario, ma pur sempre uno spregiativo volgare e di origine omofoba. Che esprime una presa di distanza, se non un dileggio, verso gli omosessuali. Ma va precisato che il papa è di madrelingua spagnola, e pertanto è comprensibile che non padroneggi le connotazioni e le origini delle parole italiane.

Risultato? Un’uscita infelice, in un momento storico infiammato dalle discussioni sugli orientamenti sessuali e sulla presenza di omosessuali fra i sacerdoti. E infatti, assediato dalle polemiche (la notizia ha fatto il giro del mondo), alla fine Bergoglio ha dovuto correggere il tiro: la Sala stampa vaticana ha precisato che il Papa «non ha mai inteso offendere o esprimersi in termini omofobi, e rivolge le sue scuse a coloro che si sono sentiti offesi per l’uso di un termine, riferito da altri». Dunque, nessun intento omofobo. E, anzi, Francesco precisa di non conoscere con precisione l’uso e l’origine di quel termine sottolineando di averlo ascoltato da altre persone. E aggiungendo che «nella Chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti».

Ma con questo scivolone il papa ha perso autorevolezza, come capita a chiunque dica parolacce in pubblico (come racconto qui):  e probabilmente era proprio questo l’obiettivo dei vescovi che hanno spifferato l’episodio ai giornalisti. Peraltro, a giugno il papa è tornato a utilizzare quel termine, ha riferito AdnKronos, durante un incontro con i parroci di mezza età,  dicendo che un giovane omosessuale “non è prudente che entri in seminario”, perché rischia di cadere nell’esercizio del proprio ministero.

Non è l’unico episodio linguistico controverso, come raccontavo in questo articolo:  Il linguaggio colloquiale, con cui il papa cerca di arrivare a tutti, presenta questi inconvenienti. Peraltro Francesco non è il primo pontefice a usare un linguaggio scurrile: il suo predecessore Benedetto XIV ne diceva di più pesanti come raccontavo qui.

3) DISSING A TUTTI

Fedez: “Ogni cazzo della mia vita diventa un caso di Stato

E non mi stupirebbe se un giorno vedessi Myrta Merlino

Fare un servizio sul mio cazzo depilato (…)

Priorità di ‘sto paese: farsi i cazzi di Fedez”

“Real talk”, 3 dicembre 2024

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IL FATTO

Il 2024 è stato l’anno dei veleni per Fedez. Uscito dal matrimonio con Chiara Ferragni e dal pandoro-gate, il rapper ha tenuto banco sulle cronache per il duello a colpi di dissing (canzoni piene di insulti: da disrespecting, mancare di rispetto) con il rapper Tony Effe e con la giornalista televisiva Myrta Merlino.

I dissapori con Tony Effe sono iniziati a maggio, quando Tony durante un’intervista a Radio 105 aveva detto che Fedez gli aveva proposto di collaborare a una nuova canzone e lui aveva rifiutato. Fedez aveva replicato che era stata una proposta informale e che Tony aveva ingigantito l’episodio. Che però non si è chiuso lì: a settembre Fedez ha pubblicato “Di Caprio”: il titolo deriva dal fatto che Tony Effe in un’occasione si era paragonato a Leonardo DiCaprio anche per la scelta di partner sotto i 30 anni d’età. La canzone è una critica graffiante al collega:

La mia pupa dice: “Grossi rapper, cazzi micro”

Se divento scarso, puoi dire che ti somiglio

Se vuoi fare il cane, assicurati di esser Silvio

Nel giro di pochi giorni Tony Effe ha reagito pubblicato un brano in risposta: 64 barre di verità

Devi stare attento a quello che dici (Sosa)

Go, go, la Chiara dice che mi adora (Go, go) [ riferimento alla Ferragni? mesi prima si vociferava che i due si stessero frequentando, dopo che lei si era separata da Fedez] 

 Ti comporti da troia (Seh), seh

La tua bevanda sa di piscio (Go, go) [ la bevanda creata da Fedez, Boem]

 Fai beneficenza, ma rimani un viscido, seh

Il botta e risposta non si è fermato qui. Tempo dopo, Fedez ha pubblicato una nuova canzone “L’infanzia difficile di un benestante”. Un nuovo, pesante attacco a Tony:

Scrivevi a mia moglie mentre mi abbracciavi

Quelli come te io li chiamo infami

Scrivi di merda ma bei pettorali

Prendi la lama con scritto “A morte gli infami”

Sorridi e fai harakiri

Sei finto fuori e marcio dentro

Come i tuoi denti in ceramica

Sei un ragazzino insicuro

Red Bull ti ha messo le ali

Fedez ti ha messo una Boem su per il culo

Tony Effe non è stato l’unico bersaglio delle rime di Fedez. A dicembre ha pubblicato un nuovo singolo, “Real talk”, nel quale attacca il mondo dell’informazione e in particolare la giornalista Myrta Merlino, che gli aveva dedicato alcuni servizi durante la trasmissione “Pomeriggio 5” (Canale 5): 

 Più ci rifletto e penso che forse è tutto sbagliato

Ogni cazzo della mia vita diventa un caso di Stato

E non mi stupirebbe se un giorno vedessi Myrta Merlino

Fare un servizio sul mio cazzo depilato (…)

Priorità di ‘sto paese: farsi i cazzi di Fedez

Magistrato antimafia che mi ha fatto dossieraggio

Arrestatemi per spaccio, vuoi una dose di coraggio?

Non me ne frega un cazzo, lo so che ho un caratteraccio

Fai cagare a rappare, compra una bella recensione

Hanno messo a libro paga un magazine di settore

Io ho ascoltato una canzone scritta dal suo fondatore

Fai cagare come rapper e come intervistatore

Dikele, va bene, mi vorresti boicottare? [ Antonio Dikele Distefano, direttore di Esse magazine ]

Ti rubo le ginocchiere, tu smetti di lavorare

Intendevo che fai i bocchini e non critica musicale

Lì in mezzo siete cretini e le devo pure spiegare

Alcune staffilate, invece, sono dedicate alla ex moglie Chiara Ferragni:

Chi perde un marito trova un tesoro, amore fa rima con patrimonio [ la Ferragni è fidanzata con il ricco imprenditore Giovanni Tronchetti Provera, vertice della Pirelli ]

Insomma, un anno di veleni per tutti. Singolare che Fedez non sia stato querelato da nessuno dei suoi bersagli.

4) BELVA TIMOROSA

 Teo Mammucari: «Vaffanculo va… no no no, vaffanculo».

“Belve” (Rai2), 10 dicembre 2024

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IL FATTO

Il conduttore televisivo Teo Mammucari aveva chiesto alla giornalista Francesca Fagnani di partecipare a “Belve”, su Rai2: un talk show nel quale gli ospiti vengono messi sulla graticola con domande scomode. Ma Mammucari, pur dicendo di conoscere il programma, a un certo punto ha abbandonato lo studio terminando il suo intervento con una parolaccia.

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Al minuto 15 Teo Mammucari inizia a irritarsi perché la conduttrice Francesca Fagnani gli dà del “lei” mentre in privato gli dà del “tu”. La Fagnani gli legge un giudizio di Giancarlo Dotto, che aveva detto di lui “E’ una carogna vera come tutti gli ex animatori disprezza coloro che deve animare”. Ecco come è proseguito (e degenerato) il dialogo:

M: Ragazzi io me ne vado. Pensavo che quello che mi avevi detto in camerino fai tutta la carina…. Non stai facendo parlare di me

F: Non puoi pretendere i complimenti, è un programma così. In programma do del lei. SE non hai visto il programma non so perché mi hai chiesto di venire

M: Così è troppo…Non sono a mio agio ora. Se questo è il programma può piacermi e può non piacermi

F: Se uno che gioca ad attaccare tutti poi non sostiene un’intervista

M: Manda questo, ma è scorretto. Questa non è un’intervista, è un attacco.

F: L’ha presa male, ci sta. A me fa piacere se resta

M: e’ il programma, in bocca al lupo. Il pubblico al buio. Posso a decidere se mi trovo a mio agio?

F: Mi fa piacere se resti, se vuoi andare vai.

M: Sei bravissima, intelligente, però le cose registrate così… Mi sento dispiaciuto per come mi hai trattato.

F: Non ce l’hai fatta, ci sta, succede

M: Non ce l’hai fatta tu. io sono la stessa persona qui dentro e fuori… Ragazzi scusatemi (ed esce dallo studio)

La Fagnani, rimasta sola sul palco commenta al pubblico: “ragazzi è la prima volta”… Da dietro le quinte si sente Mammucari che risponde: “e anche l’ultima! vaffanculo va… no no no, vaffanculo”.

Il colpo di scena è diventato virale sui social e sui giornali. Mammucari non ne è uscito bene. Massimo Gramellini gli ha dedicato un articolo della rubrica “Il caffè” sul Corriere della Sera: «E’ un’istantanea del male del secolo: l’adultescenza, ovvero l’adolescenza infinita di tanti cosiddetti adulti. Teo Mammucari, diventato famoso come conduttore di un programma non esattamente per mammolette (tendeva agguati telefonici agli sconosciuti), chiede di partecipare a Belve, e appena arrivano le domande pepate smette di giocare e se ne va… come se uno studente si offendesse perché il professore con cui aveva cantato “Azzurro” in gita scolastica, rientrato a scuola si permette di interrogarlo senza sconti».

In un’intervista successiva, il conduttore dice di essersi sentito fragile e di essere andato in panico:  “Nella mia testa pensavo di farmi due risate…  Ma il pubblico muto mi ha fatto andare in crisi, Se mi togli il pubblico io mi sento finito” E mi rende insicuro avere a che fare con donne forti”. E sul “vaffa” finale: “L’ho detto mentre entravo in camerino, una persona che era con me, mio fratello, mi ha rassicurato dicendo che non era successo nulla di grave e io ho esclamato “ma vaffanculo!”. La versione di Mammucari non ha convinto. Alla fine ha dichiarato che, dopo questo episodio, vuole prendersi una pausa dalla tv e dal teatro.

5) LO SBROCCO

Vittorio Sgarbi: «La smetta di rompermi i coglioni lei non sa un cazzo, ed è un totale ignorante! Non voglio parlare con lei! Mi sta sul cazzo ha una faccia di merda. Se lei muore in un incidente stradale son contento. Mi fa schifo».

“Report” (Rai3), 29 gennaio 2024

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IL FATTO

“Report”, il programma condotto da Sigfrido Ranucci su Rai3, stava indagando su un quadro di Rutilio Manetti “La cattura di San Pietro”, scomparso nel 2013 dal Castello di Buriasco, in Piemonte. Sgarbi possiede un’opera simile, e sostiene di averla trovata  all’interno di una villa del Viterbese, acquistata da lui qualche anno fa.Non sono Diabolik, ho solo avuto culo a trovarla in quella villa“.

Sgarbi è anche sotto inchiesta della Procura di Imperia per un quadro di Valentin De Boulogne fermato alla dogana di Montecarlo: il critico d’arte è accusato di esserne il vero proprietario, cosa che lui nega. Quando il giornalista di Report Manuel Bonaccorsi gli ha chiesto un commento su quest’ultima vicenda, Sgarbi ha sbroccato: 

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La smetta di rompermi i coglioni lei non sa un cazzo, ed è un totale ignorante! Non voglio parlare con lei! Mi sta sul cazzo ha una faccia di merda”. “Se lei muore in un incidente stradale son contento. Mi auguro che lei abbia un incidente e si schianti, perchè mi fa schifo”.

“Ma no, dai, professore, per favore, noi andiamo a 40 all’ora”, dice il giornalista, facendo gli scongiuri.

“Andate a 30, andate affanculo. Non rompa il cazzo a me, faccia di merda, si tolga dai coglioni! Spero lo mandiate in onda… Tiro anche fuori l’uccello così lo mandate in onda (si alza dalla sedia e fa il gesto di abbassare la cerniera dei pantaloni).

“Toglietevi dai coglioni Vada fuori dalle palle, lei e vada a cagare lei e Ranucci (Sigfrido Ranucci, il conduttore) e Report che mi fa cagare— E’ una trasmissione che quando la vedo mi vede il vomito. Con quella faccia di montanaro di quello lì. Mi fate schifo, non sapete un cazzo, siete ignoranti come delle capre”.

La scenata di Sgarbi ha fatto clamore sui giornali. Sui social Sgarbi è stato bersagliato dalle critiche: è pur sempre un sottosegretario alla Cultura. E la settimana successiva alla messa in onda ha perso il posto di presidente della Fondazione Canova. Il sindaco di Possagno, Valerio Favero,ha detto che la decisione era stata maturata prima dell’inchiesta ma ha aggiunto che “senza dubbio quanto visto in tv è tutt’altro che edificante”.

6) POLITICA SPAZZATURA

Tony Hinchcliffe: «C’è un’isola di spazzatura…. Penso che si chiami Porto Rico»

28 ottobre 2024, New York

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IL FATTO

Le ultime elezioni presidenziali negli Stati Uniti sono state contrassegnate da insulti e veleni nello scontro fra Kamala Harris, Joe Biden e Donald Trump. Durante una convention elettorale al Madison Square Garden di New York, si è esibito sul palco un comico, Tony Hinchcliffe. Che si è lanciato in affermazioni di sapore razzista:  “Sono tempi assolutamente folli… Non so se lo sapete ma c’è un’isola galleggiante di spazzatura in mezzo all’oceano in questo momento… Penso che si chiami Porto Rico… ok, va bene”. Non contento, ha aggiunto una battuta sui latino-americani che “amano fare bambini, lo fanno. Non c’è modo di tirarli fuori. Non lo fanno, vengono dentro, proprio come fanno con il nostro Paese”.

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Porto Rico è un territorio statunitense nei Caraibi. Gli abitanti dell’isola non possono votare alle presidenziali, ma 6 milioni di loro – emigrati negli Usa – sì. La battuta del comico ha fatto il giro del mondo e sollevato vivaci proteste dai portoricani. L’arcivescovo di San Juan, Porto Rico, chiede a Donald Trump di ripudiare i commenti volgari del comico Tony Hinchcliffe: “Mi piace una bella battuta, tuttavia l’umorismo ha i suoi limiti. Non dovrebbe insultare o denigrare la dignità e la sacralità delle persone. Le osservazioni di Hinchcliffe non provocano solo risate sinistre, ma anche odio. Questo genere di osservazioni non ha posto in una società fondata su ‘libertà e giustizia per tutti”.

La Harris ha subito condannato la battuta del comico, ma anche lo staff di Trump ha preso le distanze, dicendo che “non riflette le sue opinioni”. Ma anche alcuni esponenti del partito repubblicano hanno condannato apertamente il comico. La deputata Maria Elvira Salazar si è detta “disgustata” dal “commento razzista” e ha ricordato che “Porto Rico ha inviato oltre 48.000 soldati in Vietnam. Questo coraggio merita rispetto.  Impara!”. Discorso analogo da parte del senatore repubblicano Rick Scott ha dichiarato: “La battuta non fa ridere per due motivi. Non è divertente e non è vera. I portoricani sono persone straordinarie e americani straordinari”.  Il comico Hinchcliffe ha scritto sui social che i suoi critici “non hanno senso dell’umorismo”. 

Ma il presidente uscente Joe Biden, reagendo alla battuta del comico, ha fatto un autogol. Durante un evento elettorale. «Lasciate che vi dica una cosa. I portoricani che conosco sono brave persone. L’unica spazzatura che vedo galleggiare là fuori sono i suoi sostenitori, la sua demonizzazione degli ispanici è senza scrupoli e antiamericana». Una battuta non molto diversa da quelle che fece Silvio Berlusconi quando definì “coglioni” gli elettori del centro-sinistra. Poco dopo, Trump si è presentato a un comizio in Wisconsin vestito da spazzino a bordo di un camion per rifiuti con il suo nome a caratteri cubitali e il motto “Make America great again!”. Peraltro, il mese prima, lo stesso Trump aveva definito “spazzatura assoluta” i membri dell’entourage di Kamala Harris.

7) MULTA RECORD

Anthony Edwards: «Merda, non faccio gli straordinari, fanculo!».  Multa di 100mila dollari

27 dicembre 2024

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IL FATTO

Anthony Edwards, 23 anni, detto “ant” (formica) è un giocatore di basket dei Minnesota Timberwolves. Gioca nella National Basketball Association (NBA) oltre che nella nazionale olimpica.
Il 27 dicembre, dopo una partita contro gli Houston Rockets, era stato intervistato dalle tv a bordo campo. Aveva realizzato il punto vincente durante il suono della sirena di fine tempo (buzzer-beater), impresa che gli ha permesso di far vincere la propria squadra di un punto fuori casa (113 a 112).
Il giocatore, con ancora l’adrenalina in corpo, stava raccontando le fasi concitate della vittoria in diretta televisiva: “Tutto quello che sapevo era che la giocata era per Ju (Julius Randle, compagno di squadra) di andare a 14… Una volta che l’ha presa, merda, chi altro? Devo andare a prenderla. Merda… Merda, ci sto andando per la vittoria. Come ha detto Gilbert Arenas, non faccio gli straordinari, quindi fanculo!” [ “All I knew was, the play was for Ju to go 14… Once he picked it up, shit, who else? I gotta go get it. Shit… Shit, I’m going for the win. Like Gilbert Arenas said, I don’t do overtime, so fuck it!”]. Qui il video dell’intervista, da 0:26.

Pochi giorni dopo, la NBA gli ha comminato una multa di 100mila dollari. E’ una delle sanzioni più elevate per linguaggio scurrile: il record, a quanto mi risulta, va alla multa di 120mila dollari comminata proprio quest’anno a un tennista statunitense, Francis Tafoe, per aver ripetutamente imprecato contro un arbitro di sedia agli Shanghai Masters. E questo può essere comprensibile, trattandosi di insulti contro un arbitro. Ma il caso di Edwards è diverso: ha usato un linguaggio colorito ma non ha insultato nessuno (vedi il caso Verstappen). La NBA ha voluto infliggergli una punizione esemplare, dato che, come ricorda il provvedimento, Edwards non è nuovo al linguaggio pepato: era stato multato di 75.000 dollari meno di una settimana prima “per aver criticato pubblicamente l’arbitraggio e aver utilizzato un linguaggio inappropriato e blasfemo” dopo la sconfitta casalinga dei Timberwolves per 113-103 contro i Golden State Warriors. E a novembre era stato multato di 35.000 dollari per aver fatto un gesto osceno verso gli spalti mentre era in campo durante una vittoria contro i Kings a Sacramento. A conti fatti, quindi, solo quest’anno Edwards paga 210mila dollari per parolacce: una cifra senza precedenti.

8) PRESENTAZIONI

Giorgia Meloni: «La stronza della Meloni»

Caivano, 28 maggio 2024

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IL FATTO

L’episodio può essere compreso solo con una premessa. Il 16 febbraio, Vincenzo De Luca, governatore della Campania, aveva organizzato a Roma una manifestazione di protesta con 550 sindaci che protestavano contro l’autonomia differenziata e per chiedere lo sblocco dei Fondi di Sviluppo e Coesione. Il commento della premier Meloni fu lapidario:  «Se si lavorasse invece di fare le manifestazioni si potrebbe ottenere qualche risultato in più».

Così, De Luca, mentre si trovava in un corridoio di Montecitorio, parlando con altre persone, era stato ripreso di nascosto da una telecamera di La7. Il video, poi pubblicato, lo mostrava mentre diceva: «Ma è tollerabile questo atteggiamento così? Centinaia di sindaci che stanno qua, che non hanno i soldi per l’ordinaria amministrazione… “Lavora”… Lavora tu, stronza!».

Il video , registrato e mandato in onda all’insaputa di De Luca, fece furore sui social, oscurando l’attenzione sulla manifestazione di protesta. 

Così, alla prima occasione pubblica in cui De Luca avrebbe incontrato la premier (l’inaugurazione di un centro sportivo a Caivano) quest’ultima ha fatto la contromossa. Presentandosi a De Luca, nell’atto di stringergli la mano gli ha detto: “Presidente De Luca… La stronza della Meloni… Come sta?”. De Luca, preso in contropiede, ha risposto: “Benvenuta. Bene di salute”. Il video è stato rilanciato sul sito di Atreju e ha fatto furore sul Web. Il giorno dopo De Luca ha commentato l’episodio con una battuta: «la Meloni ci ha tenuto a comunicare la sua nuova e vera identità. Noi non possiamo che concordare».

L’opinione pubblica si è divisa: alcuni hanno plaudito alla sua reazione, altri come lo scrittore Christian Raimo l’hanno contestata definendola “passivo-aggressiva”, peraltro contro un giudizio espresso in privato e pubblicato all’insaputa di De Luca. Per un episodio simile, la Corte di Cassazione, nel 2006, aveva stabilito che «la critica politica può esplicarsi in forma tanto più incisiva e penetrante, quanto più elevata è la posizione pubblica della persona che ne è destinataria». La pronuncia si riferiva al giornalista Pietro Ricca che aveva dato del «buffone» a Silvio Berlusconi. Dunque, più in alto è il destinatario, più quest’ultimo deve mettere in conto (e tollerare) gli insulti.  E, aggiungo, più in alto è una persona, meno dovrebbe usareil linguaggio basso, che dà il cattivo esempio e fa perdere autorevolezza. 

9) GERGO

Giorgia Meloni: «L’infamia di pochi mi costringe a non avere rapporti con i gruppi»

5 ottobre 2024

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IL FATTO

Le schermate della chat di Giorgia Meloni pubblicate sui giornali

E’ autunno e il Parlamento – riunito in seduta comune – deve votare i giudici della Corte Costituzionale. Nelle chat di Lega e Forza Italia appare un messaggio: Attenzione, martedì 8 ottobre, ore 12,30, indispensabile la presenza di tutti al voto per la Corte Costituzionale. Eventuali missioni vanno rimandate o annullate”. Era un pressante invito per partecipare alla votazione e far passare i candidati della maggioranza. Dopo pochi minuti, il messaggio è stato pubblicato sul Web e sui giornali. E la premier si è risentita, scrivendo (sempre in chat) questo commento: «Io alla fine mollerò per questo. Perché fare sta vita per far eleggere sta gente anche no. E L’infamia di pochi mi costringe a non avere rapporti con i gruppi (parlamentari, ndr). Molto sconfortante davvero»

Pochi minuti dopo il ministro della Difesa Guido Crosetto prosegue sullo stesso tono. “Beh, però penso che lavorandoci un po’ gli o l’infame si trova”. 

Perché queste frasi sono nella Top Ten? Non tanto perché la premier abbia insultato colleghi di partito. Lo sfogo è comprensibile, trattandosi di chat private che sono state rese pubbliche. Ma sono in classifica per la scelta del termine: “infame” è uno spregiativo che usano i malavitosi per denigrare chi fa la spia alla Polizia. Può un presidente del Consiglio usare lo stesso gergo dei criminali, paragonando (indirettamente) i giornalisti a “sbirri”?
Come ha detto in un’intervista a “
Famiglia Cristiana” il linguista Michele Cortelazzo «Stupisce il trasferimento al campo politico della parola “infame”, usata nel significato in cui l’adopera la malavita per accusare di tradimento chi collabora con lo Stato: dovrebbe essere una parola che un politico considera tabù, perché ha dei riscontri storici recenti che restano nella memoria e rimandano ad ambienti – le mafie, le brigate rosse -, che in un Paese democratico dovrebbero suscitare ripulsa unanime. Dovrebbe essere uno di quei termini che chi rappresenta le istituzioni, al governo o all’opposizione che sia, tiene chiuso in bocca, perché riferito a settori che sono il rovescio delle istituzioni, della legalità e dello Stato. Non è tanto questione di polemica dura, al limite dell’ingiuria, che nel discorso politico c’è sempre stata e forse è ineliminabile, ma del contesto di riferimento, incompatibile con il ruolo, perché porta nel terreno dei nemici dello Stato». Concordo al 100% con questa analisi. In un certo senso, questo episodio fa il paio con la “frociaggine” di papa Francesco per la scarsa consapevolezza nell’uso del lessico. Con la differenza che Bergoglio è più scusabile in quanto di madrelingua argentina.

10) GAFFE

Francesca Luce Cardinale: «Affanculo, scusate, ho sbagliato riga». 

“Pillole di Poesia” (RaiNews) 12 marzo 2024

Angelo Sotgiu (Ricchi e poveri): “Aprite il microfono, teste di cazzo!”

Rai1, 31 dicembre 2024

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IL FATTO

Su Rainews c’è una rubrica quotidiana chiamata “Pillole di poesia”. Un’attrice, Luce Cardinale (nipote della celebre Claudia) legge versi legati all’attualità. In una delle puntata recitava “La strada non presa”, una poesia di Robert Frost.

Due strade divergevano in un bosco d’autunno

e dispiaciuto di non poterle percorrere entrambe,

fissandone una, più lontano che potevo….

«Affanculo! Scusate… perché? Ho saltato una riga, così…»

Guarda il video

Clicca per vedere il video

La ripresa si interrompe e va in onda la sigla. Probabilmente il video è stato rifatto, ma l’emittente ha mandato in onda per sbaglio quello con l’incidente di lettura. Che è diventato virale sui social. Che poesia. Il presidente della Fnsi (il sindacato dei giornalisti) Vittorio Di Trapani, giornalista di Rainews: “Chi pagherà per danni di reputazione così gravi?”.


La figuraccia fa il paio con quella avvenuta pochi secondi prima della mezzanotte in diretta su Rai1 a “L’anno che verrà”, durante lo show di Capodanno. Proprio mentre iniziava il conto alla rovescia si è sentito Angelo Sotgiu, voce dei Ricchi e poveri, che urlava (rivolto ai tecnici di regia): “Aprite il microfono, teste di cazzo! Ho il microfono chiuso, teste di cazzo!”. Si è sentito tutto in diretta, tanto che poi il conduttore Marco Liorni si è scusato con i telespettatori: “Sembra sia scappata qualche parola sconveniente e volevo scusarmi col pubblico, con chi l’ha sentita e si è sentito disturbato da questa espressione, sicuramente sconveniente”. Il video è visibile qui.

Se volete leggere le classifiche degli ultimi 16 anni, potete cliccare sui link qui di seguito: 2023, 2022, 2021, 2020, 2019,  2018, 2017, 2016, 2015, 2014, 2013, 2012, 2011, 2010,  2009 e 2008.

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Quali sono state le parolacce più notevoli del 2023, in Italia e nel mondo? Anche quest’anno ho preparato la classifica dei 10 insulti più emblematici dell’anno appena concluso. Un anno segnato, ancora una volta, da un’inflazione delle parolacce: si usano sempre più spesso, erodendo il loro potere espressivo. 

In Veneto, un bar a Castello di Godego, nel Trevigiano, ha cercato di frenare questa inflazione comminando multe (da 1 a 5 euro) per i clienti che bestemmiano: lo facevano già gli inglesi in età vittoriana, e i risultati si sono visti. Un provvedimento inutile, soprattutto per le imprecazioni che spesso sono una sorta di riflesso neurologico incontrollabile

Ecco perché, in questo scenario, risultano più apprezzabili quanti allargano lo sguardo, utilizzando espressioni meno inflazionate. Un esempio? Vincenzo De Luca. Il governatore della Campania, fra i personaggi pubblici, è fra i pochi che si preoccupano di perseguire una certa originalità e ironia quando devono criticare qualcuno. Ecco, ad esempio, quanto aveva affermato a proposito dell’ultimo festival di Sanremo: «Un festival di infelici, con gli sfessati, gli sciamannati, gli sfrantumati. Pensano di essere moderni. No, questi sono imbecilli. Un Festival di cafoni e volgari». Oppure il suo commento sarcastico su Mauro Corona, migrato dalla Rai a Rete4: «Spiace non poter più vedere quel Neanderthal, quel troglodita vestito come un capraio afgano, un cammelliere yemenita, sto male a immaginare che non avremo più quell’immagine di raffinatezza».  A riprova del fatto che la cultura (De  Luca è professore di storia e filosofia) è l’unico rimedio efficace contro gli insulti beceri e inflazionati. 

 Ecco dunque la mia “Top ten” con i 10 episodi volgari più emblematici e divertenti riportati dalle cronache nazionali e internazionali. Per sorridere e per riflettere. E’ la 16esima edizione: come in passato, ho selezionato gli episodi con 3 criteri: il loro valore simbolico, le loro conseguenze e la loro originalità. Buona lettura. E buon anno! 

La classifica 2023

1) CANTANTI

Gino Paoli: “lo spettacolo è una merda, emergono le cantanti che mostrano il culo”. 

Elodie: “Ci sono artisti che hanno scritto capolavori, ma nella vita sono delle merde”.

15 dicembre 2023

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IL FATTO
 

In occasione dell’uscita del suo libro autobiografico “Cosa farò da grande”, il Corriere della Sera intervista Gino Paoli, 89 anni. L’autore de “Il cielo in una stanza” “Sapore di sale” e “La gatta”, ripercorre diversi retroscena della sua lunga carriera. Il giornalista, Aldo Cazzullo, gli chiede perché, nel libro, scrive che “Lo spettacolo è un mondo di merda?”. Risposta. «è tutto apparenza. Oggi peggio di ieri. Ieri avevamo Mina e la Vanoni. Oggi emergono le cantanti che mostrano il culo».

Nient’altro. Nessun riferimento concreto a una cantante in particolare. Ma nel giro di poche ore  la cantante Elodie Di Patrizi, 33 anni, scrive su Twitter: «Ci sono artisti che hanno scritto capolavori, ma nella vita di tutti i giorni sono delle Merde, è così. Io preferisco essere una bella persona». 

Insomma una reazione spropositata che ha trasformato il pensiero generico di Paoli in un pesante attacco personale. Un caso clamoroso di “coda di paglia”: se Elodie non avesse reagito, nessuno avrebbe collegato a lei la frase di Paoli, che sarebbe passata inosservata come critica generica. Invece, con il suo tweet, ha acceso i riflettori su se stessa, facendo un clamoroso autogol con una reazione sproporzionata e un pesante attacco personale. E i suoi fan hanno ricordato che anche Ornella Vanoni (a suo tempo legata a Paoli) si esibiva in abiti provocanti.

Interpellato per una controreplica, Paoli ha precisato meglio il suo pensiero: «Oggi l’apparenza è più importante della sostanza. Non è importante quanto tu sia brava a cantare, ma che tu sia gradevole. Siamo nell’epoca dell’apparenza, l’importante è impressionare. Con questa mentalità Lucio Dalla non sarebbe mai diventato Dalla».

Giorni dopo, Striscia la notizia ha mandato sotto casa di Elodie un finto Gino Paoli (Ballandini) che le ha dedicato la canzone “Parigi con le gambe aperte” : “Pensiamo invece a lei, Io metterei il suo culo tra i trofei, Un culo bianco e tondo che non finiva mai, Meglio dei paradisi di Versailles.”

2) PAPALE PAPALE

Javier Milei: Bergoglioimbecille”, “comunistaepresenza maligna”

Papa Francesco: “attenti ai clown messianici”

Argentina, autunno 2023

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IL FATTO
 

La campagna elettorale per le ultime presidenziali in Argentina ha registrato un fatto clamoroso: il candidato ultraliberista Javier Milei  ha più volte attaccato duramente il suo connazionale papa Francesco. In diverse occasioni lo ha definito  “imbecille”; “Un gesuita con affinità con i comunisti assassini”, “un rappresentante del Male nella Casa di Dio”, uno che “porta avanti politiche ecclesiali di merda”. 

Mai un capo di Stato aveva attaccato così un leader religioso. Unica eccezione: l’ex presidente delle Filippine, Felipe Duterte, come raccontavo qui

Gli attacchi di Milei non sono passate inosservate: un documento congiunto firmato dal vescovo ausiliare e vicario generale di Buenos Aires, Gustavo Carrara, e da 71 sacerdoti del movimento dei “curas villeros” ha respinto le offese nei confronti di Bergoglio, ribadendo la necessità “di una politica a favore del bene comune, con la persona umana al centro”. Per i “curas villeros”, che si rifanno alla dottrina sociale della Chiesa, un candidato che afferma che “la giustizia sociale è un’aberrazione” rappresenta “un attacco diretto alla radice della fede“.

Papa Francesco si è ben guardato dal replicare. Anche se in un’intervista  all’agenzia di stampa nazionale argentina Telam ha criticato  i “pagliacci del messianismo” e i “pifferai magici”, respingendo  l’accusa di essere comunista. Quando vuole, il papa sa essere tagliente, come raccontavo qui.

Alla fine il 19 novembre Milei ha vinto le elezioni diventando presidente con il 55,69% dei voti. Forse, spenti i riflettori della campagna elettorale, i rapporti con il papa potranno proseguire su binari più rispettosi.

3) CINEMA

Barbie: “Lei sa fare di tutto. Lui sa solo come scopare”.

Francia, 16 giugno 2023

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IL FATTO
 

E’ uno dei film più visti del 2023: “Barbie”, di Greta Gerwig, ha portato sul grande schermo la celebre bambola bionda della Mattel. Ed è stato un successo al botteghino: è stato il secondo film più visto in Italia, ed è stato il 14° film più visto nella storia del cinema. Il film ha avuto un’intensa campagna promozionale, basata su trailer e poster. In quest’ultimo, lo slogan era (in italiano): “Lei può essere tutto ciò che vuole. Lui è solo Ken”.

La frase è stata tradotta in varie lingue. In francese è stata resa così: “Elle peut tout faire. Lui, c’est juste Ken”. Peccato che in francese “ken” è una parola gergale volgare che significa “scopare”. Lo scivolone è diventato virale sul Web. Alcuni hanno pensato a una svista, ma dato che il termine è così ampiamente conosciuto ai francofoni, è probabile si sia trattato di un doppio senso voluto, per attirare l’attenzione sul film. Un marketing malizioso.

4) ARTE

 Il dito medio fa il giro del mondo

Al Weiwei, 7 aprile 2023

 

 

 

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IL FATTO
 

Dal 1995, l’artista e attivista cinese Al Weiwei ha raccolto in Study of Perspective varie foto in cui mostra il dito medio ai luoghi  del potere, simboli di censura, coercizione, oppressione: da piazza Tiananmen alla Trump Tower di New York, fino al Reichstag di Berlino. 

Quest’anno Al Weiwei ha trasformato il progetto in un’opera collettiva grazie all’intelligenza artificiale: “Middle finger”. Si tratta di una piattaforma web nella quale i navigatori possono selezionare un luogo qualsiasi del mondo su Google Maps, posizionare la foto del dito medio dell’artista davanti all’obiettivo prescelto e scattare virtualmente una foto, per poi salvarla o condividerla sui social network utilizzando l’hashtag #studyofperspective. Le foto sono salvate (in forma anonima) e visionabili sulla piattaforma Middle Finger. Insomma, un vaffa su scala planetaria. «Spesso ci dimentichiamo di avere un dito medio. Penso sia giusto ricordare che questa parte del corpo può essere indirizzata contro qualcosa – un’istituzione o chi detiene un potere – per fargli sapere, e prendere coscienza noi stessi, che esistiamo», spiega Weiwei.

5) LA SENTENZA

P.Q.M. cazzo

Corte di Cassazione, Roma, 13 gennaio 2023

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IL FATTO
 

La sentenza è la n. 35183 del 2022 emessa dalla Suprema Corte di Cassazione, seconda sezione penale. La Corte respinge il ricorso di un imputato per truffa ai danni dello Stato per  la confisca di un’automobile (un’Opel Astra). Dopo aver elencato le considerazioni giuridiche del caso, i giudici hanno introdotto la decisione finale con la formula “P.Q.M.”, ovvero “per questi motivi”. A cui si è aggiunto “cazzo”: com’è possibile?

 AdnKronos, che ha dato per prima la notizia, ipotizza che possa essere stata colpa di un programma di dettatura vocale. Nel frattempo, l’errore è stato corretto nell’archivio della Suprema Corte. Ma da quel momento l’organo giudiziario  ha guadagnato il soprannome ironico “Corte di Cazzazione”.

6) LA PROVOCAZIONE

Vi do un miliardo di dollari se cambiate nome in “Cazzopedia”

Elon Musk, Twitter, 22 ottobre 2023

 

 

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IL FATTO
 

La proposta è arrivata su Twitter/X lo scorso autunno: il sanguigno imprenditore Elon Musk ha offerto 1 miliardo di dollari (circa 946 milioni di euro) a Wikipedia “se cambieranno il loro nome in Dickipedia”, cioè Cazzopedia. Nel post, oltre al proprio messaggio, Musk ha inserito anche una schermata della home page di Wikipedia, sulla quale è possibile vedere il messaggio di richiesta di donazioni del fondatore dell’enciclopedia online, Jimmy Wales.

“Vi siete mai chiesti perché la Wikimedia Foundation vuole così tanti soldi? Certamente non sono necessari per far funzionare Wikipedia – ha poi aggiunto Elon Musk – Potete letteralmente inserire una copia dell’intero testo sul vostro telefono! Quindi, a cosa servono i soldi? Le menti curiose vogliono sapere…”.

La provocazione di Musk è uscita dopo una serie di attacchi da parte di Wales, che contestava la gestione di Twitter/X: “Musk ha rimosso tutte le funzionalità principali che rendevano possibile distinguere i giornalisti veri da quelli falsi”, nel conflitto fra Israele e Palestina. Insomma, l’attacco svilente di Musk aveva tutta l’aria di voler distrarre il pubblico da una questione per lui imbarazzante: l’attendibilità delle informazioni su Twitter.

Nella sua risposta provocatoria, Musk ha anche aggiunto che la sua offerta sarebbe stata valida se Wikipedia avesse mantenuto il nuovo nome anche solo per un anno.
Wikipedia ha replicato che la sola versione inglese occupa 51 gigabytes di spazio, ma aggiungendo tutti i media e le lingue supportate si arriva a 428 Terabytes. “Non siamo finanziati dalla pubblicità, non addebitiamo costi di abbonamento e non vendiamo i tuoi dati.”, a differenza di X/Twitter, hanno risposto piccati.

 

7) INSULTI IN CONCERTO

Brian Molko: “Giorgia Meloni è pezzo di m*, fascista, razzista….vaffanculo!”. Denunciato

 

 

 

Nichelino, 11 luglio 2023

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IL FATTO
 

Nichelino. Allo Stupinigi Sonic Park (Torino), davanti ai cinquemila spettatori Brian Molko, il cantante e chitarrista dei Placebo, gruppo britannico di rock alternativo, ha insultato la premier Giorgia Meloni, parlando in italiano al microfono. Il pubblico ha applaudito. Perché il musicista l’abbia fatto rimane senza risposta.

A fine concerto la band è intervenuta anche a favore dell’accoglienza e della difesa dei figli delle coppie omosessuali. Il video del concerto è diventato virale. Al punto che la  Procura di Torino ha aperto un fascicolo di indagine per vilipendio delle istituzioni. Dopo qualche giorno è circolata la notizia che la premier stessa ha denunciato Molko per diffamazione.

8) STUPIDITA' ARTIFICIALE

Finocchiona? Un insulto. E Facebook censura

2 febbraio 2023

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IL FATTO
 

Il messaggio di censura di Facebook sulla finocchiona.

La finocchiona è un salume tipico della Toscana che si distingue per il suo sapore intenso e aromatico. Questa specialità viene preparata con carne di maiale macinata finemente, insaporita con sale, pepe nero e semi di finocchio selvatico, che le conferiscono il suo caratteristico gusto anice e leggermente dolce. Dopo la macinatura, la carne viene insaccata in budelli naturali e lasciata stagionare per diverse settimane o addirittura mesi.  

Pane e finocchiona è uno dei piatti creati da Interiora Design, il marchio dell’oste toscano Massimo Lanini, che ha deciso di portare a Bari vari panini a base di carne o insaccati. La sua campagna pubblicitaria era stata affidata all’agenzia barese LaboratorioCom, che aveva postato su Facebook una pagina per promuovere il panino alla finocchiona. Quasi subito la campagna è stata bloccata da Meta con un messaggio: “L’annuncio sembra insultare o prendere di mira categorie protette”.

Inutili le proteste: l’algoritmo non ha fatto distinzione fra il salume e l’omofobia, Alla fine Interiora Design ha scritto: “Caro Facebook, vorremo dirti che finocchiona”non è un insulto ma un insaccato tipico toscano! L’offesa sta nel non conoscere questa prelibatezza!”. Nel frattempo la vicenda è finita su tutti i giornali. Ed è stata ricordata in tv da Luciana Littizzetto durante una puntata di “Che tempo che fa”: “E meno male che non era una pubblicità di finocchiona e culatello, gli è andata bene!”

9) NOTE STONATE

Morgan: “Avete rotto il cazzo, coglioni! Frocio di merda!”

Selinunte, 27 agosto 2023

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IL FATTO
 

Selinunte. Morgan esegue concerto-lezione “Segnali di vita e di arte” dedicato a Franco Battiato, con cui aveva avuto un legame d’amicizia. A un certo punto, però, l’artista si allontana dalla scaletta e improvvisa un lungo brano al pianoforte, ispirato dalla suggestione del parco archeologico, mescolando Ravel e Luigi Tenco. Ma parte del pubblico non apprezza e gli chiede di eseguire invece brani di Battiato come da programma.

«Avete avuto abbastanza voi adesso – ha detto rivolgendosi al pubblico – Avete avuto troppo, perle ai porci si chiama questo, se non se ne vanno quei dementi io non canto». E rivolgendosi a chi lo aveva invitato a suonare, ha replicato: «Vai a casa tua, non te lo meriti lo spettacolo, sei molesto, sei venuto a rompere i coglioni». Aggiungendo: «Siete stupidi, la società è una merda», mentre dal pubblico si sono levate voci che lo invitavano a cantare. «Io sono un personaggio, andate a vedere Marracash, Fedez… frocio di merda, coglione!», ha continuato tra i “buu” che gli arrivavano dal pubblico.

Il giorno dopo, quando il caso è stato rilanciato dai giornali, Morgan ha detto: «Chiamatemi maleducato ma non sono omofobo. La mia reazione di ieri sera è stata ingiustificabile, una pessima caduta di cui mi scuso sinceramente», ha aggiunto l’artista. Che spiega la sua reazione: «E’ stata provocata dall’essermi sentito ferito nell’anima perché avevo appena dato tutto me stesso in una canzone improvvisata in quel luogo meraviglioso e commovente. L’avermi chiesto una cover di Battiato come fossi un jukebox, dopo una delle più ispirate performance della mia vita, mi ha letteralmente ucciso».

 E’ stato infatti l’epiteto “frocio” quello che ha fatto più scalpore. Morgan, dal canale di Red Ronnie, ha spiegato in un lungo video di aver usato quell’insulto perché è stato il primo che gli è venuto in mente, senza intenzioni omofobe. L’insulto comunque gli è costato caro: a settembre ha annunciato di aver devoluto metà del suo cachet di X Factor (100-150 mila euro) a favore di Casa Arcobaleno, un’associazione che si occupa di accoglienza nei confronti di giovani che, a causa del loro orientamento sessuale, sono stati allontanati e rifiutati dalle proprie famiglie. Insomma, Morgan è un artista di talento, soprattutto nel farsi male da solo.

10) AL MUSEO COME ALL'OSTERIA

Sgarbi: “storie di figa”, “conosciamo un solo organo, il cazzo”. 

Museo Maxxi Roma, 21 giugno 2023

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IL FATTO
 

La serata doveva essere un faccia a faccia tra Morgan e Sgarbi sui rispettivi gusti e passioni, un confronto aperto tra parole e note suonate al pianoforte. Ma poi, stuzzicato dalle domande di Morgan, Sgarbi ha cominciato a parlare della sua vita sessuale, con stime numeriche sul numero di donne avute. E da quel momento in poi la situazione è degenerata: «Lo scrittore Houellebecq dice che c’è un momento della vita in cui noi conosciamo un solo organo: il cazzo», ha detto tra l’altro Sgarbi. «Il cazzo è un organo di conoscenza, cioè di penetrazione, serve a capire».  Ma poi «arrivi a 60 anni devi fare i conti con questa troia, puttana di merda, la prostata». Poi, ricordando Berlusconi, ha parlato del suo amico Apicella «condannato per questioni di figa. Non si capisce poi perché, uno che suona viene condannato, non si capisce perché. Ma i magistrati vanno così: Apicella suona, suonava, è stato condannato perché l’ha pagato. Cazzo, sarò pagato non perché sto con la figa». 

I video dell’intervento sono diventati virali. Inizialmente Sgarbi si è difeso dicendo che «Scandalizzarsi delle provocazioni significa rinnegare l’arte contemporanea». Ma è davvero arduo definire “arte” le sue battute.

Infatti il caso non si è affatto chiuso Giorni dopo l’incontro, Repubblica ha pubblicato una lettera indirizzata al direttore del Maxxi Alessandro Giuli e firmata da 43 dipendenti sui 49 totali del museo, in gran parte donne. Nella lettera si chiedeva di tutelare la dignità del museo e venivano criticati gli interventi di Sgarbi e Morgan, con la spiegazione che «in nessun modo collimano con i valori che da sempre hanno contraddistinto il nostro lavoro all’interno di questa istituzione». 

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che in una lettera aperta a Giuli ha preso le distanze dalle «manifestazioni sessiste e dal turpiloquio» dell’incontro con Sgarbi, definendo quanto accaduto «inaccettabile: quella non è cultura». Alla fine lo stesso Giuli si è scusato: «Mi sento di sottoscrivere completamente e convintamente le osservazioni del ministro Sangiuliano, e cioè che il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e in particolare nei luoghi della cultura. Non ho alcuna difficoltà a dirmi rammaricato e a chiedere scusa anche alle dipendenti e ai dipendenti del Maxxi con le quali fin dall’inizio ho condiviso questo disagio […] e a tutte le persone che si sono legittimamente sentite offese da una serata che sui presupposti doveva andare su un altro binario», ha aggiunto Giuli.
L’episodio dimostra che le parolacce non possono essere pronunciate in qualunque contesto: chi trasgredisce questa regola non fa una semplice trasgressione, ma va a infrangere gli assi portanti del rispetto e della convivenza civile.

La mia “Top ten” è stata rilanciata da AdnKronos , La Gazzetta del Mezzogiorno, Libero, La svolta, La ragione, Sicilia reportCorriere della Sardegna, Quotidiano di Bari, Affari italianiMagazine ItaliaOggi Treviso, Informazione.it, Centro studi americaniCrema oggi, Sanremo news, Sbircia la notizia, Vetrina tv, Occhioche.it, L’identità, ViverePesaro, Trash italianoBasilicata veraVivere Senigallia, Vivi centro, Cronache di Milano , La città di Roma, Tf news, Olbia notizie, OglioPo news, Italy24 press spanish , Il dubbio , identità.it, I like Puglia , Giornale dell’Umbria, il Millimetro , Tvsette , Radio Colonna

Se volete leggere le classifiche degli ultimi 15 anni, potete cliccare sui link qui di seguito: 2022, 2021, 2020, 2019,  2018, 2017, 2016, 2015, 2014, 2013, 2012, 2011, 2010,  2009 e 2008.

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Quali sono state le parolacce più notevoli del 2021, in Italia e nel mondo? Anche quest’anno ho fatto la classifica dei 10 insulti più emblematici dell’anno. Con una storia eccezionale: quella di un’associazione che ha ricevuto la massima onorificenza cittadina dal Comune di Rimini. Dopo 20 anni di battaglie ecologiste, questa associazione è riuscita a mobilitare le istituzioni per dotare di depuratori la riviera romagnola con un investimento di 154 milioni di euro. Una battaglia vinta grazie alla tenacia dei suoi volontari, e al nome che hanno scelto per la loro associazione: “Basta merda in mare“. Letteralmente. Più chiari di così.
E’ una storia unica al mondo, la racconto qui sotto, ed è la vincitrice della classifica: non capita spesso che una parolaccia svolga una funzione tanto costruttiva.   

La classifica 2021

Ecco la mia “Top ten” con i 10 episodi volgari più emblematici e divertenti riportati dalle cronache nazionali e internazionali. Per sorridere e per riflettere. Come per le precedenti edizioni, ho selezionato gli episodi con 3 criteri: il loro valore simbolico, le loro conseguenze e la loro carica di originalitàBuona lettura. E buon anno! 

1) PAROLACCIA PREMIATA

L’associazione “Basta Merda In Mare” riceve il Sigismondo d’oro, massima onorificenza di Rimini. 

Rimini, 20 dicembre 2021

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IL FATTO
 

I fondatori di “Basta merda in mare” posano con il premio.

E’ l’unica associazione di volontariato con un nome scurrile. Grazie al quale è riuscita a vincere una battaglia ecologica importante: dotare la costiera romagnola di adeguati impianti di depurazione. Un obiettivo raggiunto ai massimi livelli: dal 2013, grazie a un investimento complessivo di 154 milioni di euro (compresi contributi statali) sono iniziati i lavori di costruzione di depuratori e infrastrutture all’avanguardia in Europa. Entro il 2024 sul litorale di Rimini non arriveranno più le acque nere. E ora, dopo 21 anni di battaglie,l’associazione riminese “Basta merda in mare” ha conquistato un risultato ancora più inaspettato: ha ricevuto il Sigismondo d’oro, la massima onorificenza cittadina. E il suo presidente Luca Randi ha persino citato me e il mio blog nel suo discorso durante la cerimonia.

Avevo raccontato la loro storia straordinaria su questo blog nel 2016: è l’unica associazione di volontariato con un nome scurrile. Che fu scelto a bella posta, proprio per  scuotere le coscienze. Il problema del mare inquinato era  noto a tutti, ma era  tabù:  si temeva che,  parlandone, Rimini avrebbe perso  turisti. Così il fondatore, Sergio Giordano, decise di prendere il toro per le corna: mescolando schiettezza romagnola e attivismo da ex radicale, la  chiamò “Basta merda in mare”.«Quando mi presentavo alle autorità, dicendo il nome dell’associazione, l’effetto era quello di un pugno nello stomaco». Ora invece quell’associazione del nome scomodo è diventata un modello da seguire, come ha detto il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad durante la cerimonia di consegna del premio: “Per avere posto d centro della propria ‘ragione sociale’ l’urgenza del tema ambientale e della salute del mare, recuperandolo dalla marginalizzazione cui era stato sin lì costretto e facendolo diventare protagonista del dibattito pubblico; Per avere avviato, in tempi pionieristici, un modello di partecipazione alimentato dalla coscienza civile e dall’amore per la Città(…); Per la scelta di continuare il proprio cammino, (…) diventando punto di riferimento per una decisiva questione ambientale che riguarda l’Italia intera”. Dopo aver raggiunto il suo o scopo, infatti, invece di sciogliersi l’associazione ha favorito la nascita di sue “filiali” a Falconara Marittima, Pescara e Salento.Insomma, pur con un nome così umile è riuscita a ottenere  risultati straordinari che la rendono un caso unico al mondo: come diceva De Andrè,”dal letame nascono i fior”. 

  

2) NUOVI INSULTI

Let’s go Brandon

(Forza, Brandon…. ovvero fanculo Biden)

Tale Jared al presidente Joe Biden

24 dicembre 2021

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IL FATTO
 

Il 2 ottobre, mentre il pilota di 28 anni Brandon Brown veniva intervistato sulla sua gara vincente al Talladega Superspeedway in Alabama, alcune persone sugli spalti cantavano, chissà perché, “Fuck Joe Biden!” (Fanculo Joe Biden). Ma la giornalista della NBC Sports Kelli Stavast ha sentito o voluto sentire uno slogan ben diverso: “Let’s go Brandon”. La frase è diventata virale sui social ed è stata adottata dai sostenitori di Donald Trump come equivalente in codice di “Fuck Joe Biden”.

Nessuno però si sarebbe aspettato che la frase sarebbe stata pronunciata al diretto interessato in tv. E’ accaduto la sera della vigilia di Natale, quando il presidente, dalla Casa Bianca, ha ricevuto in diretta alcune telefonate da famiglie americane. In una di queste ha parlato un certo Jared, padre di 4 figli. Biden gli fa gli auguri, Jared ricambia e infila a tradimento un “Lets’s go Brandon”. Biden incassa con il sorriso. “Let’s go Brandon, sono d’accordo”, mentre la moglie Jill fa una risata forzata. Ancora non è chiaro se Biden si sia reso conto della burla, in ogni caso cambia argomento chiedendo a Jared se fosse a casa, ma la linea cade.Probabilmente per evitare che dicesse frasi ben più pesanti.

3) ROCK CON E SENZA FILTRI

“La gente non sa di che cazzo parla…. Vi conviene toccarvi i coglioni”.

Maneskin, Sanremo, 3 marzo 2021

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IL FATTO
 

Da cantanti di strada a star internazionali. Il 2021 ha segnato il successo planetario del Maneskin, un quartetto di ragazzi romani che hanno vinto il festival di Sanremo con “Zitti e buoni”, un brano rock che conteneva le due parolacce citate sopra. Non una novità per il Festival, che  nella sua storia ha visto diversi testi a tinte forti (come ricordavo in questo articolo).

Ma per poter portare la canzone all’Eurovision Song Contest dovevano eliminare le volgarità, altrimenti sarebbero stati esclusi: così il verso “Vi conviene toccarvi i coglioni” è diventato “Vi conviene non fare più errori”, e “La gente non sa di che cazzo parla”, è stati sostituito da un più neutro “Non sa di che cosa parla”. C’è stato chi ha gridato allo scandalo, alla censura; ma loro hanno avuto un approccio più pragmatico: «Siamo ribelli, mica scemi – ha detto Damiano, il frontman del gruppo -. Non ci ha fatto piacere dover cambiare il testo, ma c’è un discorso di buon senso». Una scelta che si è rivelata azzeccata: il gruppo ha vinto l’Eurovision song contest, ha aperto il tour dei Rolling Stones e così via. La loro anima rock, insomma, è riuscita a esprimersi con e senza le parolacce. Che poi sono riapparse nei loro brani, anche quelli in inglese:  I Wanna Be Your Slave (“I’m a motherfucking monster….I’m too fucking jealous I wanna touch your body So fucking electric”: Sono un mostro bastardo, Sono troppo geloso, cazzo, Voglio toccare il tuo corpo così fottutamente geloso), “Mammamia” (“I’m on my knees, and I can’t wait to drink your rain…, I’ll burn all the place down, ‘cause I’m too fucking hot”: Sono in ginocchio e non vedo l’ora di bere la tua pioggia… Brucerò Brucerò tutto il posto, perché sono troppo fottutamente caldo) e Shit blvd (strada di merda).

Niente da dire: padroneggiano la musica, il look e anche i testi. Al netto del loro indiscutibile talento scenico e musicale, trovo difficile, però, riuscire a distinguere fra comunicazione spontanea e provocazioni studiate a tavolino. 

  

4) GAFFE

“Una massa di imbecilli e cerebrolesi…. cazzi loro”.

4 ottobre 2021, il Grande Fratello Vip, Mediaset  

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IL FATTO
 

I concorrenti del reality sono radunati in giardino. A un certo punto si sente nitidamente una voce fuori campo che dice “ “Una massa di imbecilli e cerebrolesi…. cazzi loro“. E’ una voce femminiledalla sala regia, dove qualcuno non si è accorto che il microfono fosse acceso. Il video è diventato virale: molti hanno pensato che la frase fosse un commento della regia sui concorrenti. Molti si sono indignati, come il campione paralimpico Giuseppe Campoccio: “Rimango letteralmente stupito, offeso, e indignato, su come possa passare questa frase senza che nessuno abbia preso una posizione contro la redazione del programma. Io sono un celebroleso che riesce a vince medaglie olimpioniche mentre voi che riuscite a fare? Voglio ricordare a coloro che non lo sanno che le celebrolesioni sono conseguenze patologiche di malattie o traumi che nulla hanno a che fare con la stupidità e l’ignoranza delle persone”.

In serata la produzione (Endemol Shine Italy) si è finalmente scusata, prendendo le distanze dall’accaduto, senza però spiegare chi e perché avesse detto quelle frasi: “La produzione Endemol Shine Italy si scusa per i contenuti diffusi erroneamente lunedì pomeriggio durante la diretta di GFVIP. Sono state pronunciate frasi inopportune che, benché non fossero rivolte ai concorrenti, sono ugualmente ingiustificabili”. Davvero in regia stavano parlando d’altro? Non lo sapremo mai. Ma il video è entrato nella storia come gaffe epocale.

 

5) SESSISMO

“Una figa di mediano”. 

Dagospia, 27 luglio 2021

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IL FATTO
 

Dagospia, il sito di Roberto D’Agostino, è un mix unico di notizie di gossip, politica e analisi sociale, spesso conditi da foto e video piccanti. Un giorno ha raccolto vari scatti – per lo più in bikini – di Agata Centasso, 31 anni. avvenente centrocampista del Venezia (serie C). E le ha intitolate: “Una figa di mediano”.

Il titolo è andato di traverso al Club, che ha invitato Dagospia «a modificare immediatamente il titolo dell’articolo. È una scelta editoriale becera – ha scritto – che denota una grave mancanza di rispetto nei confronti della nostra atleta e, naturalmente, della figura femminile».
Pronta risposta del sito di Roberto D’Agostino, che, non solo non ha modificato il titolo, ma ne ha aggiunto un altro, “Pallonate al moralismo” difendendo la propria scelta editoriale: «Il Venezia Calcio dal suo account twitter ci intima di modificare il nostro titolo sulla bombastica e misconosciuta giocatrice Agata Centasso, e si scatena uno sciame di offese da parte dei soliti social-inquisitori contro di noi. dare la stura all’odio social è molto peggio del nostro titolo. Il Venezia e la Centasso tacciono davanti al turpiloquio di questi sfigatelli…”.

Come dire: abbiamo regalato la fama a questa giocatrice, perché ve la prendete con noi? Difesa debole, come se la fama possa giustificare qualsiasi cosa, compreso un titolo obiettivamente infelice. La vera difesa, per Dagospia, sarebbe stata quella di ricordare che le foto provocanti della Centasso erano state prese dai profili social della giocatrice: è lei la prima che, consapevole della propria avvenenza, ne fa un vanto da sbandierare. In ogni caso, la pagina contestata è sparita dal sito di Dagospia.

 

 

6) SFIDE

La “maratona idiota a motore”.

Paul Taylor, Agosto 2021

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IL FATTO
 

Paul Taylor sullo scooter con cui ha viaggiato per il Regno Unito.

Paul Taylor, 55 anni, ha perso quest’anno un caro amico, Alexis Leventis. Per ricordarlo, e anche per esorcizzare il dolore, ha deciso di  cimentarsi in una sfida impegnativa: percorrere 2.900 km in motorino, viaggiando nel Regno Unito. Il viaggio avrebbe seguito una rotta originale: toccare  tutte le città inglesi che hanno un  nome    volgare, da  Shhittterton (shhit = merda) a Sandy Balls (balle di sabbia). Con l’occasione avrebbe raccolto offerte per l’Istituto di ricerca sul cancro: il suo obiettivo era  arrivare a 1.800 sterline, alla fine  ne ha raccolte quasi  24mila (28mila euro).

Chi volesse ripetere l’esperienza in italia, avrebbe  di che viaggiare: come ho scritto  in un articolo, ci sono 34 località con un nome scurrile, da Cazzago a Troia, fino a Chiappa e Pisciarelli. 

 

7) RISSA

“Hai i neuroni di un cercopiteco” “Pennivendolo”

Andrea Scanzi e Alberto Contri a Cartabianca, Rai3, 15 dicembre 2021

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IL FATTO
 

Alla trasmissione “Cartabianca” condotta da Bianca Berlinguer si è consumato il litigio più virulento della tv italiana sul tema Covid. Ospiti in studio, Andrea Scanzi, giornalista del Fatto Quotidiano, sostenitore dei vaccini, e Alberto Contri, docente di Comunicazione sociale allo Iulm ed esponente della cosiddetta “Commissione Dubbio e precauzione” sui vaccini. I due non si amano, ed è subito evidente. Scanzi esordisce dicendo: “Contri, già faccio fatica ad averla accanto perché trovo che lei sia l’emblema del cattivo maestro” e il professore inizia a innervosirsi: “Devo dire le schifezze che dici tu?”. 

Scanzi ribatte: “Stai tranquillo che ti metto in tasca quando vuoi”. Contri: “No sono io che ti metto sotto il tacco“. Scanzi: “Stai tranquillo, fenomeno, che non sai nemmeno di cosa parli, sei più inutile delle spalline negli anni Ottanta”. 

Poi varie frecciate: Scanzi “Tu non sai niente di scienza”; Contri: “Pennivendolo”, Scanzi “ ma vai a zappare”Scanzi: “Ma a che livello siamo?”. E il giornalista del Fatto replica: “Al tuo, quindi basso”. “Ma come ti permetti, nano. Chiacchiere e distintivo”. “Ma finiscila, fenomeno” dice Scanzi. “Ma che mascalzone” commenta Contri. “Bollito” conclude Scanzi.

Lo scontro degenera quando Contri si mette a paragonare le vittime del Covid con quelle del tabacco. Scanzi lo chiama fenomeno, Contri reagisce dicendogli “mascalzone” e rinfacciando al giornalista della Rai Antonio Caprarica, in collegamento, le sue note spese. La Berlinguer difende Caprarica e contesta il paragone di Contri con le vittime del fumo. Caprarica gli dà del “cialtrone”. “Per vedere l’emergenza basta guardare te, fenomeno”.Il clima degenera, la Berlinguer non riesce a riportare la calma. I morti di fumo non sono contagiosi, hai i neuroni di un cercopiteco”. “Basta, questo cretino, un giornalistucolo” e alla fine Contri se ne va. L’ennesima brutta pagina di una brutta tv (e di una brutta società).

   

8) PERIFRASI

“Salvini è ancora allo stadio evolutivo dei Neanderthal, prima di arrivare al Sapiens Sapiens ci vogliono altri 40mila anni”.

Vincenzo De Luca, governatore della Campania, 16 dicembre 2021

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IL FATTO
 

Vincenzo De Luca e Matteo Salvini. Uno napoletano, laureato in storia e filosofia, di sinistra, celebre per le sue polemiche sagaci; l’altro lombardo, leghista e diplomato. Due persone agli antipodi. Che si sono scontrate anche sulla politica vaccinale. 

Salvini si era detto molto cauto sui vaccini ai bambini (“non si toccano”). La reazione di De Luca è stata netta: “per la paura dei vaccini, la metà della colpa è del sistema informativo. Per mesi avete fatto parlare nelle televisioni e sui giornali la più grande quantità di imbecilli che si era concentrata in Italia. (…) Non è tollerabile che ci siano intere trasmissioni televisive nelle quali parlano parcheggiatori abusivi e primari di pediatria. Si è creato un clima di confusione che ovviamente ha creato incertezza nelle famiglie. Adesso dobbiamo recuperare, con molta pazienza ma soprattutto facendo una cosa civile: facciamo parlare i pediatri e i medici, non gente che non ha niente da fare dalla mattina alla sera”.
Poi la staffilata su Salvini: “Neanderthal” non è di per sè un insulto, ma De Luca ha trovato il modo di rendere questo termine scientifico un’offesa squalificante, come sinonimo di “primitivo, arretrato”. Un tassello in più nello scontro con il leghista, che andrà a rimpolpare le divertenti imitazioni di De Luca da parte di Maurizio Crozza.

Dopo la battuta, comunque, De Luca ha argomentato la sua posizione in modo più serio: “Ricordiamo a Salvini che sono stati già vaccinati centinaia di milioni di persone e milioni di bambini di questa fascia di età e non è successo assolutamente niente. Veramente è irresponsabile continuare ad alimentare un clima di paura, di preoccupazione”.

  

 

9) IN MEMORIA

“Buttana industriale, socialdemocratica, scarrafuciona”.

Lina Wertmuller, 1928-2021

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IL FATTO
 

Il 9 dicembre è scomparsa a 93 anni la regista Lina Wertmüller. Premiata l’anno scorso con l’Oscar alla carriera, è ricordata come una regista rivoluzionaria. Innanzitutto perché è stata una delle prime registe donne. E perché ha portato sul grande schermo le contraddizioni dell’Italia, con uno sguardo sociale impegnato, descrivendo con arguzia e ironia la dialettica fra borghesia e proletariato, fra superiori e sottoposti, fra uomo e donna.
Nessuno, però, l’ha ricordata anche per un terzo elemento rivoluzionario: l’uso di parolacce anche pesanti nei suoi film. Una scelta motivata non dal desiderio di fare scandalo, ma da precise esigenze narrative. Il suo capolavoro, in tal senso è “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”, un film che mostra una padronanza assoluta nell’uso del turpiloquio: come raccontavo in un precedente articolo, la Wertmüller ha usato oltre 30 diverse espressioni, attingendo anche ai dialetti (napoletano e siciliano) e inventando espressioni che sono rimaste nella storia, come “buttana industriale”.

 Se si pensa che il film è del 1974, la Wertmüller ha anticipato i tempi, con notevole coraggio. Non era un’opera nata per fare scandalo: tutte le espressioni erano studiate per ottenere effetti comici al servizio della narrazione. Pochi, però, hanno notato che tanta inventiva linguistica senza filtri arrivava da una donna.
Ci mancherà.

  

 

10) CAMPAGNA COVID

“Get the fucking vaccine”, “Wear a fucking mask”

Fatti il cazzo di vaccino”, “Indossa una cazzo di mascherina” 

New York, 14 agosto 2021

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IL FATTO
 

Con l’avvento del Covid e dei vaccini, il mondo si è diviso in due: chi crede nella loro efficacia, e chi no. A questi ultimi si rivolge questa campagna dei Center for disease control and prevention, l’agenzia pubblica che promuove la salute. Senza giri di parole, invita i Newyorkesi a combattere la pandemia, usando le maschere protettive e facendo il vaccino. Un messaggio rivolto soprattutto ai giovani, usando il loro linguaggio. Molti hanno gradito l’approccio diretto, altri meno. Impossibile, comunque, capire se e quanto la campagna scurrile sia stata efficace. Secondo gli ultimi dati, nella metropoli americana ha completato il ciclo vaccinale il 71% delle persone.

 

 Se volete leggere le classifiche degli ultimi 13 anni, potete cliccare sui link qui di seguito: 2020, 2019,  2018, 2017, 2016, 2015, 2014, 2013, 2012, 2011, 2010,  2009 e 2008.

Ha parlato di questo articolo la AdnKronos, NewsRimini, Italia sera, SbirciaLaNotizia, Spettakolo.

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