2 risposte

  1. Gianfranco Nerdi
    11 Ottobre 2014

    Il post è pieno di inesattezze. Non solo dovute allo strumento utilizzato ma anche perché l’autore dell’articolo sembra non conoscere il meccanismo di funzionamento di Google, al quale il servizio in esame si appoggia. Che mi ricordi, oltre a, per esempio, indicizzare siti, Google fa qualcosa di molto simile anche per le espressioni idiomatiche e non, per le quali prima cerca traduzioni con un alto indice di affidabilità (quindi fatte perlopiù da esseri umani); per questo per es. fuck you viene, tutto sommato, tradotto meglio delle altre.
    Osel vuol dire “asino, somaro” in ceco (molto simile al russo осёл, (osyòl), anche qui Google sbaglia), e che io sappia non ha altri significati, lo stesso si dica per il greco gàidaros…Pene NON viene tradotto correttamente in almeno due casi – in russo петух significa “gallo” e, pur non conoscendo molto bene il greco moderno penso che, con un buon grado di probabilità si possa dire lo stesso anche per quest’ultimo; anche la sua traduzione in lingua finlandese è (conosco un po’ il turpiloquio finlandese), molto probabilmente, non del tutto corretta…È probabilmente dovuto al fatto che, per molte delle parole prese in considerazione non è stata trovata una parola equivalente nel rispettivo database della lingua, la cui mancanza è stata compensata dagli algoritmi di Google traducendo prima dall’inglese (e in inglese la parola “ass” vuol dire sia “asino” sia “culo”; questo tra l’altro spiega perché “cunt” “tradotto” in italiano rimane tale e quale) e solo dopo nella lingua di destinazione…Per questo in genere penso che per un raffronto\studio serio uno strumento come Google non può essere usato e, tra parentesi, uno strumento come un dizionario compilato da persone competenti abbia ancora una sua ragione di essere.

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    • vito tartamella
      11 Ottobre 2014

      E’ esattamente quello che intedevo dire io: ovvero che per ora Google Translate è uno strumento ancora imperfetto, soprattutto per il turpiloquio nel quale – come ho più volte ribadito nei miei post – mancano studi seri che raffrontino le parolacce da una lingua all’altra. Ma mi auguro che qualche traduttore si decida a farli al più presto.

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